CATTANEO, Giulio
Nacque probabilmente a Piacenza da Cattaneo e da Giulia Cusani poco prima della metà del XV secolo. Entrò a far parte dell'amministrazione sforzesca non ancora trentenne e già anteriormente al 1475 era coadiutore della Cancelleria del Consiglio segreto, del quale nel 1477 divenne cancelliere. La sua attività pubblica fu in seguito molto modesta. Nel 1481 si ha notizia della sua presenza presso Bona di Savoia, la duchessa vedova esautorata da Lodovico il Moro, ad Abbiategrasso. Nel 1488 compì una missione a Mantova. Il 1º ott. 1491 divenne segretario del Consiglio di giustizia. La sua autorità si era nel frattempo consolidata, tanto che il 20 luglio 1492 il C., così come il potente segretario del Moro, Bartolomeo Calco, inoltrò allo Sforza una relazione a proposito del numero di cancellieri ducali, reputato eccessivo, corredata da suggerimenti per provvedere al ridimensionamento di questa categoria. Nel 1494 il C. venne incaricato di intavolare trattative con Bernardo di Villamarina, conte di Bosa, comandante della flotta del re di Napoli, al fine di convincerlo a passare ai servizi dello Sforza.
Negli ultimi anni prima della caduta di Lodovico il Moro l'attività diplomatica del C. divenne più intensa. Nel 1498,con un'istruzione del 25 aprile, fu inviato a Siena ed a Firenze. In questa città era avvenuto, dopo il mancato svolgimento della prova del fuoco, l'arresto di Girolamo Savonarola. Lo Sforza inviò il C. a congratularsi con la Signoria fiorentina, che, obbedendo agli ordini del pontefice, aveva compiuto, a suo avviso, opera giusta e meritoria. Nel giugno dello stesso anno il C. fu inviato in Svizzera, dove rappresentò il Moro, che in quel momento era in buoni rapporti con i vicini Cantoni, nella Dieta delle Leghe dei Grigioni.
Dopo poco più di un anno, con un'istruzione del 23 luglio 1499, il C. venne incaricato di una missione in Savoia.
Erano allora non solo molto avanzati i preparativi di Luigi XII per la campagna antisforzesca, ma anzi già avevano avuto luogo le prime operazioni militari. Il C. doveva chiedere al duca Filiberto di riservare ai Milanesi, che difendevano la loro patria, il trattamento di neutralità attiva che concedeva ai Francesi, volti invece ad un'azione di offesa. Arrivò a Ginevra il 1º agosto e lì attese il duca, impegnato a Lione in colloqui con il sovrano francese. Fu ricevuto il giorno 6 e non poté che esporre vanamente le sue argomentazioni, alle quali il duca Filiberto, che di lì a pochi mesi avrebbe accompagnato Luigi XII al momento del suo ingresso trionfale in Milano, non dette che brevi, generiche e sfuggenti risposte.
Dopo la conquista del ducato da parte dei Francesi il C. venne chiamato a far parte del nuovo Senato, costituito dal sovrano francese con un'ordinanza dell'11 nov. 1499, nella quale fu qualificato come notaio delle Entrate ordinarie. Conclusasi la breve restaurazione sforzesca, rimase a far parte della Cancelleria e quale segretario regio firmò decreti e nomine dal 1500 al 1507. Fu anche uno dei revisori della seconda parte degli statuti di Milano, stampata nel 1502, sotto il patrocinio di Luigi XII. Nel 1513, tornato il ducato sotto uno Sforza, Massimiliano, il C. divenne segretario ducale. Nello stesso anno facevano parte della Cancelleria del duca anche due suoi figli, Gerolamo e Scipione.
Mancano ulteriori notizie fino al 9 apr. 1531, data della sua morte. Fu seppellito a Milano nella chiesa di S. Pietro in Gessate.
Fonti e Bibl.: L. G. Pélissier, Doc. pour l'hist. de la domin. franç. dans le Milanais, Toulouse 1891, p. 26; Gli uffici del dominio sforzesco, a c. di C. Santoro, Milano 1948, pp. XXII, 33, 36, 45; I registri delle lettere ducali, a cura di C. Santoro, Milano 1961, pp. 301, 305; Gli offici del Comune di Milano...,a cura di C. Santoro, Milano 1968, pp. 208, 386, 392 s., 421; V.Forcella, Iscriz. delle chiese... di Milano, I, Milano 1889, pp. 240 s.; I.Del Lungo, Fra' Girolamo Savonarola...,in Arch. stor. ital., n. s., XVIII(1893), 2, pp. 37 s.; F. Gabotto, Lo Stato sabaudo ...,III, Torino-Roma 1895, pp. 156 s., 159 s.; L. G. Pélissier, Louis XII et Ludovic Sforza, I, Paris 1896, pp. 70, 147, 180 s., 341, 353, 395 s., 415; II, ibid. 1897, p. 334; L. Cerioni, La diplom. sforzesca, I, Roma 1970, pp. 163 s.