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BARBETTA, Giulio Cesare

di Antonio Garbelotto - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARBETTA (Barbetti), Giulio Cesare

Antonio Garbelotto

Nacque circa il 1540 a Padova, centro allora rinomatissimo per i suoi musici. S'ignora chi possa essere stato il suo maestro. È tuttavia certo che il liuto era molto coltivato in Padova e le cronache riferiscono i nomi di Melchiorre de Barberis, di Antonio Rota e di Ortensio Perla, padovani di quel tempo, eccellenti nell'arte liutistica. Del B. diciottenne riferisce il Pietrucci quanto venisse da tutti acclamato per la dolcezza con la quale suonava il suo strumento. V'è persino qualche storico, tra cui lo stesso Pietrucci, che giunge a definirlo famoso quanto Alessandro Striggio. Lo Zacco, scrittore di curiosità padovane, pensa che il B. si sia recato all'estero, e infatti il luogo di pubblicazione di una delle sue opere più importanti, Strasburgo (1582), potrebbe avvalorare questa supposizione, ma finora non è stato possibile conoscere alcun dato della sua vita. Inoltre il suo nome non si riscontra mai nei registri amministrativi del vescovado né in quelli dell'Arca del Santo, come invece avviene per il Radino; eppure va notato che, sempre secondo il Pietrucci, anche il B. era organista molto stimato. Diverse sue musiche sono dedicate a personaggi tedeschi e ciò fa supporre, oltre che rapporti di deferenza o di amicizia, anche una conoscenza da parte del B. dell'ambiente culturale tedesco - oltre che di quello franco-fiammingo -, che dovette certo influire sull'affinamento del suo stile. Luogo e data di morte sono sconosciuti, ma è certo che questa deve essere avvenuta dopo il 1603, anno in cui il B. diede alle stampe un'altra sua opera a Venezia.

Sebbene le composizioni del B. non figurino nelle maggiori raccolte di musiche per liuto del suo tempo, egli è tuttavia uno dei più notevoli artisti di questo strumento. Le opere rimaste sono le seguenti: Il primo libro dell'intavolatura de liuto de i.c.b. padovano nuovamente da lui composto et dato in luce. In Vinegia, Apresso Girolamo Scotto, 1569, dedicato al "Nobiliss. ac Generoso Domino Ioanni Hugoldo a SchIeinitz Misnensi" (Venezia, Biblioteca Marciana; Londra, British Museum); Novae tabulae musicae testudinariae hexachordae et heptachordae I. C. B. P. Neu Lautenbuch auff sechs und Siben Chorseyten gestellt Durch Y. C. B. von Padua, Strassburg 15 82, Bernhart Jobin'. dedicate a "Philippo Marchioni Badensi" (vi sono contenuti cinquantaquattro pezzi strumentali originali e trascrizioni di maestri polifonisti contemporanei. Breslavia, Biblioteca Statale; Baden, Biblioteca Fiirstenberg); Intavolatura de liuto... Dove si contiene padoane, arie, baletti, pass'e mezi saltarelli per ballar à la italiana... & altre cose dilettevoli secondo l'uso di questi tempi. Accomodato per Sonar con sei e sette ordeni de corde' in Venetia, A. Gardano, 1585, dedicata "al. molto magnifico et generoso Ieronimo Otto" (Londra, British Museum) Intavolatura di liuto delle canzonette a tre voci di G. C. B. Padoano. Novamente data in luce, in Venetia, appresso Giacomo Vincenti, 1603, dedicata "al molto magnifico et generoso signor Baldassara di Wens nobile Allemano" (Bruxelles, Bibl. Reale, fondo Fétis). Il B. è ricordato anche nel Theatrum musicum Ionge amplissimum..., Lovami 1571 di P. Phalèse, accanto a Melchior Neusidler e Sisto Kargel. In edizione modema, il Chilesotti ha curato otto trascrizioni (una pavana, quattro gagliarde e tre passo e mezzo) nel suo Lautenspieler des XVI. Jahrhunderts, pp.64-81. Le composizioni del B. riflettono un temperamento risoluto ed energico, e per quanto esse siano arie di danza, il Chilesotti le dice "scritte con buon gusto da un valente e dotto artista". Nel B. si può notare quella linearità costante, quasi fredda, che si ha in maestri a lui precedenti. La sua frase è breve, concisa, egli non ama riflettervi sopra; però fa già presentire una fantasia leggera e spontanea, come avverrà molto più tardi con Simone Molinaro. In questo senso, egli offre una musica veramente di effetto, ove l'arricchimento figurativo spaziale riempie e ricopre i vari stadi polifonico-vocali, alleggeriti e impreziositì, quasi, da ritmi cadenzali onomatopeici. E la scrittura, a volte piena di buone arinonie, dà a vedere come conoscesse magistralmente il suo strumento. Come altri, il B. immaginò un sistema di tabulatura molto comodo e semplice; nel 1582 lo diede alle stampe con titolo piuttosto complicato, secondo l'uso degli antichi, Novae tabulae musicae testudinariae hexachordae et heptachordae..., cioè, secondo il sistema più corrente nella pratica cinquecentesca, dando prova di una perizia non più da altri raggiunta. Nel suo volume offre teorie e suggerimenti propri, ma molto più accenna a ragguardevoli maestri suoi contemporanei. Ciò conferisce allo scritto una grande importanza critica, e il B. vi si dimostra uno studioso fervente di altri sistemi in uso, offrendo anche un parallelismo di risalto all'arte liutistica per un rapido progresso delle tabulature. Queste raggiungeranno il massimo vertice nel sec. XVII con Giovanni Antonio Terzi e il Molinaro e diverranno, nel contempo, i primi coefficienti per un'arte strumentale propriamente italiana.

Bibl.: T. Zacco, Cenni biografici di scrittori e compositori di musica padovani, Padova 1840, pp. 35-36; N. Pietrucci, Biografia di artisti padovani, Padova 1858, jp. 16; G. Branzoli, Ricerche sullo studio del liuto, Roma 1889, p. 20; O. Chilesotti, Lautenspieler des XVI. Jahrhunderts [Liutisti del Cinquecento]. Ein Beitrag zur Kenntnis des UrsPrungs der modernen Tonkunst, Leipzig s. d. (ma 1891), pp. X, XVI; Id., Notes sur les tablatures de luth et de guitare, in A. Lavignac, Encyclopédie de la musique et Dict. du conservatoire, I, Paris 1921, p. 659; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, 1, Paris 1883, p. 242; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p. 337; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 111; H.Riemann, Musiklexikon, Mainz 1959, p. 97; W. Boettlicher, G. C. B., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 1238-1242; The British Union-Catalogue of early Music Printed before the year 1801, I, London 1957, p. 84.

Vedi anche
liuto Strumento a corde pizzicate, introdotto nel 9° sec. dagli Arabi in Spagna e di qui diffuso in tutta Europa. È composto da un corpo convesso, nel cui centro si apre il foro di risonanza, e da un manico allungato. Con numero di corde e tipo di accordatura variabili, fu considerato a lungo lo strumento ... Venezia Comune del Veneto (415,9 km2 con 268.993 ab. nel 2008, detti Veneziani), capoluogo di regione e di provincia. L’insediamento storico della città, posta al centro dell’omonima laguna, è tradizionalmente suddiviso in sei ‘sestieri’ (Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Marco, San Polo e Santa Croce) e ... tedesco Il complesso dei dialetti della famiglia germanica occidentale, diffusa come lingua nazionale e ufficiale nelle attuali Germania, Austria e parte della Svizzera (➔ Germania). onomatopea In linguistica, modo di arricchimento delle capacità espressive della lingua mediante la creazione di elementi lessicali che vogliono suggerire acusticamente, con l’imitazione fonetica, l’oggetto o l’azione significata; può consistere in un gruppo o in una successione di gruppi fonici (brrr, crac, bau ...
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Vocabolario
barbétta
barbetta barbétta s. f. [dim. di barba1; nei sign. del n. 5, dal fr. barbette]. – 1. Barba tenuta corta: portare una b. a pizzo; o di pochi e corti peli: non istate a badare ... che sia così mingherlino, con una vocina fessa, e una b. misera...
barbétti
barbetti barbétti s. m. pl. [da barbetta nel primo sign.; der. di barba2 nel secondo]. – Nome dato popolarmente: in Firenze, ai padri della missione s. Vincenzo de’ Paoli, per la barba a pizzo che portavano; in Piemonte, ai valdesi perché...
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