PUPILLI, Giulio Cesare
PUPILLI, Giulio Cesare. – Nacque a Milano il 5 ottobre 1893 da Oreste, segretario presso la Scuola veterinaria di Milano, e da Maria Kruch, di famiglia borghese, originaria di Pavia.
Dopo aver concluso brillantemente gli studi al liceo Parini di Milano, nel 1912 si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Pavia. Per tre anni fu allievo interno nell’Istituto di patologia generale diretto da Camillo Golgi, dove intraprese le prime ricerche medico-biologiche.
La carriera da studente a Pavia, in cui si contraddistinse per gli ottimi voti, mai inferiori al trenta, fu messa in difficoltà dallo scoppio della prima guerra mondiale, durante la quale prestò servizio come medico nelle retrovie. Nel 1917 superò brillantemente alcuni esami all’Università di Padova e, al termine del conflitto, riuscì a terminare gli studi conseguendo la laurea con lode a Modena nel 1920. L’anno successivo si spostò all’Università di Parma, dove fu per un decennio nel laboratorio di fisiologia diretto da Mario Camis.
Si dedicò inizialmente a ricerche di biochimica e biofisica, pubblicando alcuni lavori sulla sintesi dell’acido urico negli uccelli e sull’analisi dello stato di proteine in soluzione. Si occupò poi della fisiologia della regolazione nervosa del respiro e, sul solco degli studi di Camis, dell’apparato vestibolare (G.C. Pupilli - M. Camis, Contributo allo studio dei riflessi vasomotori di origine labirintica. L’azione dei farmaci, in Giornale di biologia e medicina sperimentale, II (1925), pp. 86-90). I risultati ottenuti con le ricerche sulla fisiologia del circolo mostrarono il suo interesse per la neurofisiologia (Periodismo del tono vagale provocato dall’acetilcolina nel cane decerebrato, in Archivio di fisiologia, 1931, vol. 29, pp. 476-486; Effetti provocati dall’azione dell’acetilcolina in particolari condizioni sperimentali: le oscillazioni emopressorie. Natura, origine e significato del fenomeno, ibid., 1932, vol. 31, pp. 519-591).
Trascorse un periodo di perfezionamento a Kiel, dedicandosi alla ricerca fisiologica fisico-chimica nel laboratorio diretto da Rudolf Höber, con cui pubblicò anche un lavoro sulla permeabilità della membrana dei globuli rossi (Neue Versuche über die Aufnahme von Farbstoffen durch die roten Blutkörperchen, in Pflügers Archiv, CCXXVI (1931), pp. 585-599). Il prestigio acquisito nel decennio di attività a Parma gli consentì di ottenere, nel 1931, la direzione dell’Istituto di fisiologia di Sassari e due anni più tardi la docenza di ruolo.
Nel 1935 si trasferì a Siena, dove occupò la cattedra di fisiologia e la direzione del relativo laboratorio per un triennio. In questi anni si dedicò interamente alla neurofisiologia (Delle variazioni cronassiche del nervo ischiatico di Anuro con la temperatura, esaminate in relazione a quelle del potenziale di riposo, in Archivio di fisiologia, 1935-1936, vol. 35, pp. 449-512; Sulla origine degli influssi riflessogeni, che mantengono l’attività postulare dei muscoli dell’ala nel piccione, in Lo sperimentale, XC (1936), pp. 673-681). Nel 1938 fu chiamato a Bologna per sostituire Camis, costretto a lasciare la cattedra a causa delle leggi razziali. Nello stesso anno fu scelto dal fisiologo Sabato Visco, rappresentante di spicco della politica razzista del regime fascista, come proprio sostituto alla presidenza della sezione di fisiologia e psicologia della Società italiana per il progresso scientifico.
Nel dopoguerra conquistò un grande potere accademico e nel 1948 divenne membro dell’Accademia dei Lincei, che contribuì anche a determinare la sua nomina nell’ambito della direzione del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) per il triennio 1954-56. Grazie al ruolo che ricoprì all’interno del CNR, la ricerca neurofisiologica negli anni Cinquanta ricevette un grande supporto. Dal 1955 fino al pensionamento, nel 1963, diresse il centro di neurofisiologia del CNR a Bologna e, in collaborazione con i numerosi allievi, si dedicò all’elettrofisiologia del cervelletto, raggiungendo risultati significativi nello studio della risposta neurocerebrale agli stimoli visivi (E. Fadiga - G.C. Pupilli - G.P. von Berger, Le risposte della corteccia cerebellare a impulsi trasmessi per le vie ottiche, in Archivio per le scienze biologiche, XL (1956), pp. 541-601; E. Fadiga - G.C. Pupilli, Teleceptive components of the cerebellar function, in Physiological Review, XLIX (1964), pp. 432-486).
Durante la sua lunga carriera pubblicò più di centoquaranta lavori, dedicandosi anche alla storia della scienza (Degli studi di Lazzaro Spallanzani sulla circolazione del sangue, in Bollettino della Società italiana di biologia sperimentale, XV (1940), pp. 159-174; Luigi Galvani, in Studi e memorie per la storia dell’Università di Bologna, n.s., I (1956), pp. 445-459; The origins of electrophysiology, in Journal of world history, VII (1963), pp. 547-589).
Trascorse gli ultimi dieci anni di vita a Pescia, paese natale del padre, di cui ricevette anche la cittadinanza onoraria nel 1951. Partecipò attivamente alla vita culturale della comunità organizzando convegni dedicati a importanti personalità originarie del luogo; fu inoltre sovraintendente alla Biblioteca comunale e al Museo civico della città.
Socio dell’Accademia delle scienze di Torino e dell’Accademia toscana di scienze e lettere, venne insignito anche di numerosi premi e onorificenze. Tra gli anni Cinquanta e la fine degli anni Sessanta fece parte a più riprese della prima sezione del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.
Morì il 17 agosto 1973, proprio pochi giorni prima della cerimonia organizzata in suo onore dall’Università di Pavia che gli aveva conferito la laurea honoris causa in medicina.
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio storico dell’Università, Fascicoli studenti, s.v.; Personale docente, fascicoli individuali, pos. 4/d, f. 3828.
E. Fadiga, In memoria di G.C. P. Pescia, Palazzo del Vicario, 3 novembre 1973, Pescia s.d.; G. Moruzzi, G.C. P. (1893-1973), in Archives italiennes de biologie, CXII (1974), pp. 372-374; Id.,G.C. P.: discorso commemorativo pronunciato […] nella seduta ordinaria del 29 giugno 1974, Roma 1974, pp. 1-16; G. Cosmacini, Medici nella storia d’Italia: per una tipologia della professione medica, Roma-Bari 1996, pp. 179-181; G. Israel - P. Nastasi, Scienza e razza nell’Italia fascista, Bologna 1998, pp. 304 s., 317, 359.