TRABACCHI, Giulio Cesare.
Nacque a Roma il 5 aprile del 1885 da Giuseppe, scultore, e da Virginia Pesarini.
Dopo aver conseguito il diploma di licenza liceale nel 1902 presso il liceo Ennio Quirino Visconti, nel 1905 ottenne la licenza in scienze fisico-matematiche presso la Regia Università di Roma. Dal 16 luglio del 1907 al 15 ottobre del 1914 fu allievo assistente nella scuola pratica dell’Istituto di fisica di Roma e dal 16 ottobre 1914 assistente alla cattedra di fisica complementare, il cui titolare era Orso Mario Corbino. Il 16 giugno 1915 si laureò in fisica con 110 e lode. L’11 novembre 1915 fu chiamato «per mobilitazione» a prestare servizio militare come sottotenente del genio, e poi come capitano, presso l’Ispettorato di sanità militare, dove si occupò dell’allestimento delle ambulanze radiologiche d’armata, guadagnandosi il titolo di cavaliere della Corona d’Italia.
Congedato il 9 marzo 1919, riprese le funzioni di assistente di fisica complementare e dal 1° novembre del 1919 quelle di assistente dell’Ufficio del corista internazionale (Roma, Sapienza Università di Roma, Archivio storico, Personale docente, f. G. C. Trabacchi). Il 12 dicembre 1921 ottenne la libera docenza in fisica sperimentale. Per «le eccezionali qualità didattiche e le rare attitudini sperimentali» (Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale dell'Istruzione superiore, Libera docenza, I serie (1910-1930), b. 325) fu esonerato dall’esame. Eserciterà la libera docenza dal 1925 fino al 1950 nei corsi di fisica per medici e farmacisti.
Nel 1922 partecipò al concorso per la cattedra di fisica sperimentale bandito dall’Università di Catania, classificandosi al terzo posto nella terna dei vincitori. Fu chiamato a prendere servizio sia dall’Università di Messina sia da quella di Bari. Poiché contemporaneamente gli fu offerta la direzione del neonato Ufficio per le sostanze radioattive (promotore ne fu Orso Mario Corbino, allora ministro dell’Economia nazionale), accettò questa nuova carica.
L’Ufficio era ospitato in via Panisperna, nella stessa sede dell’Istituto di fisica di Roma, di cui Corbino era direttore e dove Trabacchi era stato assistente, e dove Enrico Fermi, a partire dal 1927, avrebbe compiuto le sue ricerche in fisica teorica e in fisica nucleare. Nel 1935 l’Ufficio si d trasformò nel laboratorio fisico della direzione generale della Sanità pubblica – Ufficio del radio, e si trasferì nella sede attuale dell’Istituto superiore di sanità.
L’attività scientifica di Trabacchi fu molto intensa e di altissimo livello. Toccò un’ampia gamma di argomenti di punta che gli valsero una posizione di primo piano nel panorama della fisica taliana, grazie anche a «una genialità e a delle attitudini sperimentali veramente rimarchevoli» (Archivio privato Trabacchi, conservato presso le nipoti Alessandra e Ludovica Muntoni). Le sue prime ricerche, svolte in collaborazione con Alfredo Pochettino, riguardarono il comportamento elettrico del selenio. Successivamente si interessò a problemi di radioattività, di elettrotecnica, di elettromagnetismo, di elasticità e di fotografia. Da segnalare un ingegnoso dispositivo per rilevare alcuni elementi importanti delle correnti alternate (1909) e un metodo per verificare sperimentalmente, mediante i fenomeni di birifrangenza accidentale nella gelatina, la distribuzione delle tensioni create in un corpo elastico trasparente dalle distorsioni di Volterra.
A partire dal 1915 Trabacchi si interessò, collaborando anche con Corbino, ai fenomeni galvanometrici del bismuto e alle loro relazioni con la teoria elettronica dei metalli (particolarmente notevoli le ricerche per evidenziare le forze ponderomotrici dipendenti da effetti galvanometrici). Si occupò anche della produzione e dello studio dei raggi X. Da segnalare, in particolare, l’esame oscillografico delle correnti destinate alla loro produzione, l’impiego radiografico del cromometro di Benoist per la misura del loro potere penetrante, e la messa a punto di un dispositivo per la visione radiostereoscopica.
Nel 1923, nominato direttore dell’Ufficio per le sostanze radioattive, si occupò dell’organizzazione del laboratorio e della sua dotazione, tra cui l’acquisto di radio (Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Sanità, Istituto superiore di Sanità, Laboratorio di Fisica 1927-1989, b. 5). In particolare progettò e fece costruire due impianti per l'estrazione del radon e per la sua purificazione (rispettivamente nel 1925 e nel 1929), rendendo così possibile la cura ambulatoriale dei tumori attraverso la fornitura di piccole fiale di vetro contenenti questo gas, che lui stesso aveva imparato a costruire. Nel 1928 collaborò con la spedizione polare del dirigibile Italia, fornendo a Umberto Nobile un elettrometro di Wiechert di proprietà del laboratorio, con l’autorizzazione del ministero. Inoltre eseguì, su richiesta di Nobile, la taratura e messa a punto di un elettrometro di Wulf, che venne usato nel corso della spedizione. Grazie alle sue competenze, Trabacchi iniziò una lunga collaborazione con Fermi, che durò fino alla partenza definitiva di quest’ultimo per gli Stati Uniti (1938).
Già nel 1933 gli fornì una fiala di radon, costruita con opportune dimensioni e dosaggio, perché la utilizzasse, assieme a Franco Rasetti, come sorgente di raggi gamma nel test di un loro strumento. Successivamente fornì a Fermi lo stesso tipo di fiala, in cui al radon era stata aggiunta polvere di berillio in modo che diventasse una sorgente di neutroni. Con questa fiala, il 20 marzo 1934, irraggiando l’alluminio e il fluoro, Fermi riuscì a provocare la radioattività indotta in questi due elementi, giungendo così a una delle più importanti scoperte del Novecento. Da questo momento in poi Trabacchi divenne il fornitore ufficiale di sorgenti di neutroni di Fermi e del gruppo che si formò attorno a lui (i «ragazzi di via Panisperna»). Per questo suo ruolo fu sopranominato «la divina provvidenza» e fu sempre ufficialmente ringraziato; Fermi lo citò anche nel suo discorso in occasione del conferimento del premio Nobel (1938). Quando, nell’ottobre del 1934, fu scoperto l’effetto dei neutroni lenti e depositato il brevetto, Trabacchi fu incluso tra i firmatari.
Terminati i più importanti impianti del laboratorio, nel 1938 Trabacchi riprese il lavoro di ricerca, continuando a collaborare con l’Istituto di fisica di Roma, non più come fornitore delle sorgenti ma, assieme a Daria Bocciarelli (coadiutrice del laboratorio), con un ruolo attivo nelle ricerche. Come primo passo, nel giugno 1939, con Bocciarelli, Edoardo Amaldi, e Franco Rasetti, realizzò nell’Istituto di sanità pubblica un acceleratore tipo Cockcroft-Walton da 1000 kV (il primo in Italia), che consentiva di avere sorgenti di neutroni molto più intense e neutroni più energetici. Con queste nuove sorgenti furono subito effettuate ricerche sulla fissione dell’uranio, che portarono a risultati importanti non solo riguardo al meccanismo di fissione, ma anche sull’utilizzazione dell’energia sprigionata. Successivamente fu aperta un’altra linea di ricerca: lo studio dell’interazione neutrone-protone in maniera diretta (neutroni veloci contro paraffina). I risultati ottenuti furono di grande rilievo sia per la comprensione dell’interazione neutrone-protone, sia per le sue possibili applicazioni. Queste ricerche, che vennero chiuse nel 1947 per l’impossibilità di competere con le sorgenti di neutroni disponibili con i nuovi reattori nucleari, produssero una ventina di lavori di respiro internazionale, tutti firmati da Trabacchi assieme ad Amaldi e Bocciarelli.
Nel 1945 Trabacchi progettò e fece costruire nel laboratorio di fisica, assieme a Bocciarelli, il primo microscopio elettronico italiano, basandosi su un suo precedente microscopio che gli era stato confiscato dai Tedeschi. Questo microscopio, con successivi miglioramenti apportati da Trabacchi, fu ininterrottamente usato per molti anni e rappresentò il mezzo indispensabile per numerosissime ricerche, soprattutto in biologia.
Trabacchi diresse il laboratorio fino al 1958, quando, per raggiunti limiti di età, si ritirò. Tra i vari riconoscimenti che gli furono conferiti, nel 1947 venne eletto accademico dei Lincei.
Morì a Roma il 21 settembre del 1959.
F. Guerra - N. Robotti, Fisica nucleare a Roma nel 1939-1944, in Atti del XCV Congresso nazionale della Società italiana di fisica... 2009, Bari 2009, p. 98; A. Muntoni - L. Muntoni, G. C. T.: lo scienziato e la persona, in Il laboratorio di fisica dell’Istituto superiore di sanità, a cura di M. Grandolfo et al., Roma 2017, pp. 5-18; F. Guerra - N. Robotti, The lost notebook of Enrico Fermi. The true story of the discovery of neutron-induced radioactivity, Cham 2018.