VACHERO, Giulio Cesare
Nato a Sospello intorno al 1586, diede il proprio nome alla più celebre delle congiure ordite nel sec. XVII contro il governo della repubblica di Genova. Di alto ingegno e di forte carattere, ma di animo traviato e di pessima condotta, era stato bandito da Genova per reati comuni. Ritornò nel 1627 e porse orecchio alle proposte di Giovanni Antonio Ansaldo, uomo di fiducia del duca Carlo Emanuele I di Savoia che, non avendo potuto conquistare Genova con le armi, cercava d'impadronirsene con un moto interno. Per mediazione del governatore di Milano, ai primi del marzo 1628 si era stipulata una tregua tra Genova e Carlo Emanuele in guerra da tre anni, ed entrambi alleati di Spagna nel conflitto per la successione di Mantova. Dopo pochi giorni, per rivelazione di uno dei partecipi, fu scoperta la congiura che mirava a dare Genova in possesso del duca. Il V. fu arrestato con alcuni compagni e, nonostante la protesta di Carlo Emanuele, la Repubblica fu inflessibile: compiuto il processo, i colpevoli furono giustiziati il 31 maggio. Soltanto dopo la sentenza il V. si era indotto alla più ampia confessione. Conseguenza della congiura fu l'istituzione degli Inquisitori di stato. Gravissimi furono gli strascichi diplomatici, poiché nella complessa situazione la Spagna fece tra i due alleati tra loro contendenti un doppio giuoco. Ma dall'episodio, che aveva messo in pericolo l'esistenza della repubblica, derivò una maggiore concordia tra i nobili di diversa origine e una maggiore moderazione nelle contese fra nobili e popolani.
Bibl.: G. R. Della Torre, Congiura di G. C. V., in Archivio storico italiano, Append. tomo III (1846), p. 547 segg.; G. Arias, La congiura di G. C. V., Firenze 1897; R. Quazza, Genova, Savoia e Spagna dopo la congiura del V., in Boll. storico, bibliogr. subalpino, a. XXII (1930), fasc. 1 e 2; Stella Nera, La Colonna Infame, in Raccoglitore ligure, aprile 1933, e Ancora la congiura di G. C. V., ibid., giugno 1933.