CHIARUGI, Giulio
Nacque a Castelletto di Chiusdino (Siena) il 28 genn. 1859 da Pietro, modesto artigiano, e da Elisa del Puglia. A Siena compì gli studi propedeutici e frequentò i primi quattro anni della facoltà di medicina; poi, mancando allora in quell'università gli insegnamenti clinici degli ultimi due anni, si trasferì a Torino, ove si laureò nel 1882. Subito dopo la laurea, esercitò per poco tempo la professione come medico condotto nei dintorni di Siena; in seguito, per suggerimento del celebre fisiologo L. Luciani, si dedicò alla ricerca scientifica, e il particolare interesse che dimostrò per l'anatomia gli valse, nel 1883, la nomina a prosettore nell'istituto anatomico di Siena, diretto da G. Romiti.
Conseguita la libera docenza in anatomia nel 1886, sostituì nella direzione della cattedra il Romiti, trasferito a Pisa, e, dopo aver vinto il relativo concorso, nel 1888 venne nominato professore di anatomia umana normale nell'università di Siena. Nel 1890 venne chiamato a succedere ad A. Tafani quale professore di anatomia umana all'istituto superiore di studi pratici e di perfezionamento (dal 1924 università) di Firenze e fu nominato professore di anatomia descrittiva, microscopica e topografica della scuola medica fiorentina. Diresse la cattedra fino al 1934, al raggiungimento cioè dei limiti di età allora fissati a 75 anni, avendo declinato l'invito successivamente rivoltogli a trasferirsi in sedi considerate più prestigiose.
Preside della facoltà di medicina e chirurgia dall'anno accademico 1891-92 al 1923-24, lasciò l'incarico nel 1924 per assumere quello di rettore della nuova università di Firenze, da cui tuttavia si dimise l'anno seguente per divergenze di natura politica.
Il C. si dedicò allo studio dell'anatomia macro-emicroscopica e dell'embriologia, rivelandosi presto brillante morfologo e sperimentatore, in un periodo in cui tra i cultori di tali discipline prevaleva un orientamento eminentemente descrittivo; solo da poco tempo, infatti, si veniva delineando quel nuovo indirizzo citologico-embriologico e cominciava a essere applicato quel metodo di studio anatomo-comparativo, che avrebbe poi definitivamente guidato tutti gli studi successivi.
Nelle numerose ricerche condotte, illustrate in circa ottanta pubblicazioni, il C. riuscì a operare la sintesi dei vari orientamenti, dimostrando la necessità di mettere a frutto gli apporti combinati dei vari metodi al fine di indirizzare la disciplina in senso sperimentale, quale premessa per l'ulteriore progresso biologico.
Tra i suoi primi lavori, concernenti argomenti di anatomia, merita particolare attenzione La forma del cervello umano,le variazioni correlative del cranio e della superficie cerebrale,e studio critico sulla genesi delle circonvoluzioni cerebrali (Siena 1886): rigorosa analisi comparativa delle variazioni della misura del cranio e di quella dell'encefalo, e dei rapporti esistenti tra particolare configurazione delle circonvoluzioni cerebrali e tipo antropologico del cranio. Secondo il C., nelle varie specie le circonvoluzioni avrebbero avuto origine dal sommarsi di alcuni fattori meccanici identificabili essenzialmente in azioni esterne e nella resistenza della parete cranica, e una volta acquisite si sarebbero poi trasmesse ereditariamente: "...sommandosi nel corso delle generazioni gli effetti dell'eredità, il pieghettamento della parete emisferica si [è] reso indipendente dalle cause meccaniche, e compa[re] durante lo sviluppo individuale per fenomeni intrinseci agli stessi emisferi".
Questi studi furono il punto di partenza per una ricerca a vasto raggio: nel 1901 propose, infatti, uno studio collettivo sul peso medio dell'encefalo negli italiani. I dati raccolti in trent'anni ed elaborati statisticamente (vennero pesati 1.091 cervelli di adulti di entrambi i sessi) furono pubblicati in collaborazione con L. Castaldi e G. Barbensi (Il peso dell'encefalo negli Italiani, in Atti d. R. Acc. d'Italia, cl. di sc. fis., mat. e nat., XIV [1943], pp. 225-391).
Con gli studi sull'automatismo del cuore, iniziati nel 1885 e pubblicati due anni dopo (Delle condizioni anatomiche del cuore al principio della sua funzione e contributo alla istogenesi delle cellule muscolari cardiache, in Atti d. Acc. d. fisiocritici di Siena, s. 3, IV [1887], pp. 59-81), riuscì a dimostrare che l'attività del cuore comincia fin dai primi stati dell'ontogenesi, allorché non sono ancora organizzate le connessioni nervose, e prima ancora che si sia verificata la differenziazione morfologica delle miofibrille del miocardio primitivo: osservò "le pulsazioni del cuore in embrioni che non avevano varcato la prima metà del secondo giorno d'incubazione, con un massimo di 33 ore di sviluppo". Di particolare importanza furono le sue osservazioni sulla striatura delle fibrocellule cardiache ("qualche accenno di striatura ho veduto dopo 48 ore di incubazione"; "le cellule muscolari del cuore acquistavano la striatura trasversale nella prima metà del 3º giorno, vale a dire circa 24 ore dopo il principio della funzione contrattile del cuore"), che precedettero di qualche anno le ricerche di G. Fano: esse, tuttavia, rimasero pressoché ignote ai contemporanei, e il C. dovrà ritornare sull'argomento per ribadirne la priorità (in Trattato di embriologia, IV, 2, p. 37).
Tra il 1888 e il 1898 il C. si dedicò allo studio dello sviluppo dei nervi encefalici. Tra gli autori che si erano in precedenza interessati all'argomento, e che pur riconoscevano la natura polimerica del vago e dell'ipoglosso, alcuni consideravano il primo un nervo cefalico e il, secondo un nervo spinale, altri li facevano derivare entrambi dai nervi spinali postulando l'intervento di modificazioni secondarie nel corso del processo di adattamento. Con un magistrale lavoro (Contribuzioni allo studio dello sviluppo dei nervi encefalici nei Mammiferi,in confronto con altri Vertebrati, I, Sulla prima comparsa del sistema gangliare nella testa; II, Sviluppo del nervo olfattivo; III, Sviluppo dei nervi vago,accessorio ed ipoglosso, Firenze 1894, pubbl. a cura del Regio Istituto di studi superiori di Firenze, sez. medico-chirurgica, vincitore del premio Fossati del R. Ist. lombardo di scienze e lettere) il C. dimostrò la duplice origine - spinale e branchiale - del nervo vago, nonché la derivazione della sua componente branchiale da almeno due somiti; stabilì anche che l'ipoglosso - lungi dall'essere la radice ventrale del vago, come i più ritenevano - è formato da nervi occipitali e da qualche nervo spinale cervicale, chiarendo l'origine plurimetamerica della regione occipitale (tali osservazioni vennero successivamente confermate da N. Beccari con l'impiego del metodo di Cajal al nitrato d'argento). Egli estese poi lo studio, dei nervi encefalici al trigemino, di cui mise in evidenza l'origine da due abbozzi branchiali oltre che da componenti spinali accessorie; e al ganglio ciliare, di cui suppose l'origine dal ganglio di Gasser anziché dal tronco dell'oculomotore comune (Contribuzione allo studio dello sviluppo dei nervi encefalici nei Mammiferi in confronto con altri Vertebrati, IV, Sviluppo dei nervi oculomotore e trigemello, Firenze 1897, pubbl. a cura del R. Ist. di studi superiori di Firenze, sez. medico-chirurgica).
Proseguendo i suoi studi sul sistema nervoso, il C. pervenne inoltre alla scoperta di un "organo nervoso" postchiasmatico in embrioni di cavia, che ritenne trattarsi delle vestigia di un organo sensoriale: per confermare questa ipotesi più volte, fino al 1929, riprese in esame l'argomento.
Tra il 1895 ed il 1901 si dedicò a ricerche sperimentali e descrittive - alle quali si può ricondurre l'inizio in Italia della moderna embriologia sperimentale - sulle uova di Salamandrina perspicillata, specie di anfibio prettamente italiana, di cui descrisse il comportamento sessuale, l'involucro e la segmentazione delle uova; l'influenza della temperatura, della luce e dell'oscurità sullo sviluppo delle uova, delle larve e della loro pigmentazione; le anomalie provocate dal raffreddamento, che agisce, come fattore teratogeno, sulle uova meno resistenti. Ottenne inoltre, col metodo di O. Schultze, forme di duplicità embrionaria (su cui tornerà nel 1930-32 nelle osservazioni sulle duplicità spontanee della corda dorsale, cui ritenne di poter attribuire un'azione induttrice sullo sviluppo dell'ipofisi).
Nello stesso periodo il C. aveva intrapreso anche studi relativi all'embriologia umana: sull'anatomia di embrioni umani precoci e sulla formazione degli annessi embrionari, su uova umane normali e "mostruose". Altre "contribuzioni" all'embriologia umana normale e patologica si susseguono dal 1901 al 1909, e verranno riprese nel Trattato di embriologia.
Notevole fu l'impulso che il C. dette alla letteratura scientifica italiana nel campo della zoologia e dell'anatomia, fino ad allora prive di riviste specializzate; nel 1890 fondò (con E. Ficalbi) il Monitore zoologico italiano, destinato alla pubblicazione di "note preventive", brevi lavori, notizie di scoperte, bibliografie delle pubblicazioni italiane di anatomia e di zoologia; nel 1902 fondò l'Archivio italiano di anatomia ed embriologia, per la pubblicazione di lavori originali concernenti specificamente le due branche principali e l'istologia.
Dalla vasta preparazione scientifica, sempre aperta ai nuovi contributi, e dalla lunga esperienza didattica discendono i due grandi trattati del C.: Istituzioni di anatomia dell'uomo, le cui prime edizioni (Milano 1904-17, in 3 voll.; ibid. 1921-26, in 4 voll.) furono seguite da altre da lui personalmente curate e rinnovate, fino alla sesta (1943-45);e Trattato di embriologia (ibid. 1929-44, in 4 voll.), che riuscì a completare un anno prima della morte.
In quello di anatomia, che fu il primo moderno trattato pubblicato in Italia adottato per lunghi anni da generazioni di studenti e di medici, la materia è esposta in modo didattico, quasi elementare, pur essendo improntata al massino rigore scientifico: vi sono trattate, oltre all'anatomia classica, tutte le nozioni di istologia e di embriologia necessarie per il migliore inquadramento della materia principale. Anche il Trattato di embriologia si può considerare come il più importante tra quanti videro la luce nel nostro paese; non concepito - come il precedente - a fini prevalentemente didattici, lascia trasparire più netta l'impronta scientifica aperta a tutti i nuovi indirizzi, quali la biomorfologia e la biologia sperimentale, integrati da apporti derivanti dall'embriologia comparata dei Vertebrati e dalla fisiologia dello sviluppo. Merita ancora di essere ricordato un saggio del C., I gemelli, edito a Torino nel 1926.
Il C. fu anche professore di anatomia pittorica all'Accademia di belle arti di Firenze dal 1900 al 1933-34. In relazione a tale insegnamento, curò l'iconografia per l'Atlante di anatomia ad uso degli artisti (Firenze 1908), la cui pubblicazione in collaborazione con A. Banchi ed E. Mack-Orlandini si interruppe però dopo i primi fascicoli; la sensibilità artistica dimostrata in tale opera trovò conferma nell'impegno con cui, come sindaco di Firenze, promosse la prima Mostra del ritratto italiano, che si tenne a Palazzo Vecchio nel 1911.
Di convinzioni saldamente laiche, il C. si impegnò politicamente nelle file radicali e nel giugno 1900 venne eletto deputato al Parlamento nel collegio di Siena, segnalandosi alla Camera soltanto per aver chiesto nel marzo 1902 la riduzione a otto ore dell'orario legale giornaliero di lavoro per le infermiere ospedaliere. Scaduto il mandato parlamentare nel 1904, fu consigliere comunale a Firenze e nell'agosto 1909, sostenuto dal "Blocco" democratico-socialista, fu eletto sindaco della città, rimanendo in carica fino al 1910.
Socio di numerose società scientifiche italiane (tra cui l'Accademia dei Lincei e l'Accademia nazionale dei XL) e straniere, venne nominato membro onorario dello Institut international d'embryologie di Utrecht. Si occupò attivamente di opere assistenziali medico-sociali, specie antitubercolari: fin dal 1899 si interessò alla Società Umberto I contro la tubercolosi, e ancora negli ultimi anni era presidente dell'asilo climatico per predisposti di Lastra a Signa. Nel 1936 gli venne conferito il premio della R. Accademia d'Italia.
Il C. morì a Firenze il 17 marzo 1944.
Bibl.: Atti parlamentari, XXI legislatura, Discussioni,ad Indices; Indice bibliogr. delle pubbl. anatomiche del prof. G. C., in Arch. it. di anat. e embriol., XVIII (1922), Suppl., pp. VII-XII; N. Beccari, La vita e l'opera di G. C., ibid., L (1945), pp. 232-57;G. Colosi, G. C., in Monit. zool. it., LV (1946), pp. 53 s.; T.Terni, Profili di biologi: G.C., in Riv. di biol., XLI (1949), pp. 373-85;G. Cotronei, Profili di biologi: ricorrendo il centenario della nascita di G. C., ibid., LI (1959), pp. 401 ss.; P.Franceschini, G. C., in Scientia med. italica, VII (1960), pp. 269-82; Id., L'automatismo del cuore nelle osservazioni di G. C. e di G. Fano, in Physis, II (1960), pp. 163-82; Id., G. C, in Dictionary of Scientific Biography, New York 1971, III, pp. 245 s.; I. Fischer, Biograph. Lexikon der hervorragenden Ärzte [1880-1930], I, p. 242.