CIRELLO (Cirelli, Girelli), Giulio
Di questo pittore è documentata (Fantelli, p. 11 nota 1) la data della morte avvenuta a Padova il 13 nov. 1709, all'età di settantasei anni: nacque perciò veiso il 1633. Il suo nome compare nella fraglia padovana dei pittori nel 1671 e di nuovo il 28 genn. 1674 (ibid.). Secondo il Brandolese fu allievo di Luca Ferrari da Reggio "e si sforzò assai d'imitarlo, quantunque gli restasse indietro nell'impasto, nell'espressione e nel colorito". Del resto, era stato proprio l'artista emiliano "fin dagli anni '30, ad indirizzare il gusto pittorico cittadino, influenzandone gli sviluppi per tutto il secolo fino ad un Cirello, già pienamente calato nella prima poetica barocca" (Fantelli) e toccato anche dal gusto barocchetto d'Oltralpe.
La sua prima opera conosciuta è la Coronazione di spine di s. Maria Maddalena de' Pazzi nella chiesa del Carmine a Padova, del 1671-72, giudicata dall'Arslan "una delle sue opere migliori". Al 1672 è datato anche il dipinto allegorico della Rotonda di Rovigo con Ilpodestà Carlo Bellegno che adora la Vergine, dove il personaggio, "assistito dalle tre Virtù, Giustizia, Fortezza e Temperanza", ha alla sua destra "una Femmina esprimente la città di Rovigo a cui l'Abbondanza versa in grembo i dovitiosi frutti della campagna" (Bartoli). Nello stesso luogo si trova un dipinto del 1678, analogo per tema e per stile, raffigurante Ilpodestà G. B. Foscarini che adora la Vergine, con le allegorie della Fede, della Scienza, di Rovigo e dell'Adige "versando l'acqua dall'urna" (ibid.). Sono le sue opere forse più impegnative e gustose. Di difficile lettura è la data (1674 o 1676) sulla Deposizione, siglata "G. C.", nella chiesa di S. Marziale a Venezia. Databile più o meno negli stessi anni è la tela con lo stesso soggetto della chiesa di S. Clemente a Padova, dove si trova anche una grandissima tela con un Miracolo di s. Clemente. In quest'ultimo dipinto l'ambientazione notturna è segno dell'estensione in provincia, verso l'ottavo-nono decennio, della lezione naturalistica dei "tenebrosi" veneziani. Dello stesso clima partecipa infatti la Deposizione in S. Gaetano (1683) con in più tracce evidenti del luminismo dell'emiliano Pietro Ricchi, appreso sulle, tele di quest'ultimo agli Eremitani. Una delle ultime opere dei C. è infine l'Adorazione dei pastori nella chiesa del Torresino (S. Maria del Pianto), che G. L. Vernanzal ampliò ai lati dopo il 1720 (Brandolese), dove i toni cupi si alleggeriscono per un certo schiarimento delle tinte.
La personalità artistica del C. appartiene tutta alla tradizione padovana che si conclude con lo scadere del secolo per cedere, nel Settecento, al predominio quasi esclusivo di Venezia.
Tra le altre opere certe e conservate si ricordano: S. Agnese esortata a sposare ilfigliodel prefetto, S. Agnese condotta al patibolo e S. Agnese esposta al lupanare, tutte siglate "G. C.", già a S. Agnese e ora nella sala parrocchiale di S. Nicolò a Padova.
Tra le attribuzioni, quella di un'altra Deposizione in S. Gaetano, datata 1665 o 1667, verrebbe a colmare parzialmente il vuoto tra l'inizio presumibile della sua attività, verso il 1650, e le sue prime opere documentate, dopo il '70 (Fantelli): vuoto che alcuni (C. Gasparotto, S. Maria Maddalena de' Pazzi, in La Squilla del Carmine, I [1954], 11) giustificano con un soggiorno emiliano.
Per un elenco minuzioso delle opere perdute ricordate dalle fonti (che per alcune forniscono una precisa datazione) e delle attribuzioni, vedi Fantelli, pp. 11-13, note 1 e 27.
Fonti e Bibl.: F. Bartoli, Le pitture... di Rovigo, Venezia 1793, pp. 16, 107, 110; P. Brandolese, Le pitture... di Padova, Padova 1795, ad Indicem;G. A. Moschini, Della pittura a Padova, Padova 1826, p. 104; N. Pietrucci, Biogrofie di artisti Padovani, Padova 1858, pp. 79 ss.; Invent. degli oggetti d'arte d'Italia, W. Arslan, Provincia di Padova, Roma 1936, ad Indicem;C. Donzellì-G. M. Pilo, Pittori del Seicento veneto, Firenze 1967, ad Indicem;N. Ivanoff, Pitture e sculture de La Rotonda, in La Rotonda di Rovigo, Vicenza 1967, pp. 98 s., 104, tavv. 48, 57; P. L. Fantelli, Per la pitt. padovana del Seicento: G. C., in Padova e la sua Provincia, XXVI(1980), 5, pp. 9-13 (con bibl. esaur.); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 11.