ERLER, Giulio Ettore
Nacque a Oderzo (Treviso) il 20 genn. 1876 da Andrea, pasticciere, e da Giuditta Cappellotto. A causa di complicazioni sopravvenute durante il parto, il suo volto rimase sfigurato da una paresi (Zorzi, 1963, p. 42).
I primi anni di attività dell'E. furono movimentati. Iniziò i suoi studi, affrontando gravi difficoltà economiche, all'istituto di belle arti di Venezia. Qui frequentò i corsi di G. Ciardi, E. Tito e dello scultore A. Dal Zotto; nel 1895 ottenne l'abilitazione all'insegnamento del disegno e, in seguito, il diploma di meccanica e cinematica (Artisti trevigiani..., 1970, p. 34). Si trasferì subito dopo a Milano, dove insegnò alla Società umanitaria e completò la sua formazione frequentando il corso di pittura tenuto da E. Butti e da G. Bertini, cui, nel 1899, successe C. Tallone (ibid.). Di quest'ultimo l'E. sentì particolarmente l'influenza (Rizzi, 1990, p. 243).
Al 1903 risale il suo primo incarico come insegnante di disegno all'istituto "Iacopo Riccati" di Treviso, lavoro che svolse inizialmente in modo saltuario e poi, trasferitosi nel Veneto all'inizio degli anni Venti, continuativo (Miscellanea Erler).
Intorno al 1905 si deve collocare il soggiorno parigino dell'E. di cui fu promotore A. Boito (Rizzi, 1990, p. 243). Qui l'E. poté studiare gli impressionisti, specialmente C. Monet e A. Renoir. Nel 1910 ricevette altresì l'invito ad aderire alla prestigiosa Union des arts, di cui erano membri fra gli altri lo stesso Renoir, A. Fogazzaro, G. D'Annunzio, C. Cottet, A. France (Miscellanea Erler). Dopo il suo ritorno in Italia l'E. ebbe nel 1917 la cattedra di insegnante di figura all'accademia di Brera a Milano, che tenne solo fino all'anno successivo (ibid.). A partire dagli anni Venti, si stabilì fra Treviso, dove ebbe lo studio prima in borgo Cavour e poi in vicolo Zanella, ed Alleghe, nella sua piccola casa di montagna. Probabilmente l'ostilità dell'E. verso il fascismo determinò il suo isolamento artistico e il suo trasferimento definitivo nella provincia veneta (Rizzi-Benvenuti, 1980, p. 7; Rizzi, 1990, p. 243). In questo stesso periodo l'E. si avvicinò alla religione (Artisti trevigiani..., 1970, p. 36).
Morì a Treviso il 9 genn. 1964 (Zorzi, 1963, p. 42).
Benché avesse esposto, quando era ancora studente, alcuni suoi ritratti alla Permanente di Milano (Artisti trevigiani..., 1970, p. 34), il suo ingresso vero e proprio nel mondo dell'arte avvenne nel 1905, quando fu ammesso a partecipare all'Esposizione veneziana con il Ritratto della signorina Rita Tibolla, noto anche con il titolo di Signorina con cane (olio su tela; coll. Berti, Oderzo: ibid.), con cui ottenne un certo successo di critica e una lode di V. Pica (V. Pica, L'arte mondiale alla VI Esposizione di Venezia, Bergamo 1905). A partire da quell'anno l'E. partecipò a numerose Biennali veneziane (1907, 1910, 1912, 1920, 1924, 1926, 1935). Fu inoltre presente alle più prestigiose mostre italiane (Galleria d'arte…, 1962) e a molte esposizioni internazionali fra cui si ricorda in particolare il Salon d'automne di Parigi del 1909 e del 1911 (Rizzi-Benvenuti, 1980). Nel 1952 tenne una personale a Parigi (Comanducci) e una a Treviso (Mostre d'arte, 1952), presso la galleria Treviso; a queste mostre fecero seguito altre personali e collettive dell'E. in Italia. Gli sono state dedicate due retrospettive, una nel 1964 presso il palazzo dei Trecento di Treviso, l'altra a Oderzo presso la Pinacoteca Martini nel 1980. Al 1990 infine risale una collettiva, con altri artisti trevigiani attivi fra le due guerre, tenutasi a Conegliano in palazzo Sarcinelli (Rizzi, 1990). Fra gli acquirenti dei dipinti dell'E. si annovera Vittorio Emanuele III (Miscellanea Erler); vari dipinti sono inoltre conservati in coll. privata a Oderzo e a Treviso (ibid.).
A lato di questa attività artistica destinata al collezionismo privato si colloca la più tarda e meno nota attività dell'E. in edifici sacri (ibid.). Dopo la guerra gli venne infatti affidata l'esecuzione di varie pale d'altare per chiese danneggiate nel conflitto fra cui la Madonna fraspire d'angeli nella chiesa di Caorle (Comanducci). Lo Zorzi (1963) ha pubblicato un dipinto raffigurante S. Francesco de' Paoli, conservato a Faè (frazione di Oderzo), eseguito intorno al 1945.
La carenza di opere datate e la scarsa conoscenza della produzione dell'E. non consentono una chiara ricostruzione della sua evoluzione artistica. Nelle opere esposte alle Biennali di Venezia si può notare il suo passaggio dal liberty a uno stile personale profondamente influenzato dal pittoricismo veneziano. Significativi, da questo punto di vista, sono alcuni oli fra cui Prima colazione (ill. in Rizzi-Benvenuti, 1980, p. 6), risalente al 1917 c., e La stalla (ibid., p. 20), databile intorno al 1918-20, che testimonia l'interesse di E. per soggetti di vita contadina. A questo periodo risale anche un Autoritratto (ibid., p. 18). Negli anni Trenta l'E. si accostò allo stile di Novecento, come mostrano Nel salotto (ibid., p. 19) del 1930, dove si nota la costruzione geometrica dello spazio, e Un idolo della donna (ibid., p. 24). Attorno al 1940 va collocato il dipinto Svolta d'acqua (ibid., p. 20), in cui l'E., attraverso l'uso di una pennellata rapida, raggiunge effetti pienamente naturalistici.
Fonti e Bibl.: Roma, Ist. d. Enc. Ital., Arch. d. Diz. biogr. d. Ital., Miscell. Erler; Il pittore E. alla Galleria Treviso, in Gazzettino di Venezia, 26 nov. 1951; G. Marta, Mostra d'arte. Centoventiquadri di G. E. E., in Gazzettino sera (Venezia), 4 dic. 1951; Id., in Corriere degli artisti (Milano), 15 dic. 1951; G.B.S., Mostre d'arte. G.E.E., in Gazzettino di Venezia, 29 dic. 1952; G. Marta, Mostra di E. alla Galleria Treviso, in Gazzettinosera, 21genn. 1953; G. B., Una mostra a Trevisodi E. e Carlo Conte, in L'Unità, 27 ott. 1955; G. Marta, La mostra E.-Conte al palazzo dei Trecento, in Gazzetta del Veneto, 10 nov. 1955; Quattroartisti, in Il Popolo, 8 dic. 1962; Una collettiva, in La Giustizia (Roma), 12 dic. 1962; Galleria d'artedel palazzo delle Esposizioni. Roma. EspongonoFleana Cipriani Maroncelli, Gabriele Destefano, G.E.E., Serge Sedrac (catal.), Roma 1962, pp. n.n.; Arte romana, in Attualità della settimana, (Roma), 15 dic. 1962; S. Zorzi, La pittura E. E., in La Provincia di Treviso, VI (1963), 16, pp. 42-49; N. Trentin, in Treviso nostra. Ambiente, storia, arte, tradizioni, a cura di L. Polo, Treviso 1964, p. 237; La mostra nel salone dei CCC, in Gazzettino veneto, 23 giugno 1964; Artisti trevigiani del '900, a cura di A. Madaro, Treviso 1970, pp. 34-37; P. Rizzi-A. Benvenuti, G. E. E. (1876-1964) (catal.), Oderzo 1980; Sabato vernicedella retrospettiva tesa a riscoprire il pittore E., in Il Gazzettino (Venezia-Mestre), 16 apr. 1980; P. Rizzi, Retrospettiva di E. a Oderzo. Una riscoperta, ibid., 23 maggio 1980; Artisti trevigiani d. prima metà del Novecento ... (catal.), Treviso 1983, pp. 10, 15, 17, 132, e passim, fig. 138; Id., in Pittura a Treviso fra le due guerre (catal.), a cura M. Goldin, s. l. 1990, pp. 243-45, 395 s.; A. M. Comanducci, Diz. ill. di pittori..., II, Milano 1962, p. 647.