MARCHESI, Giulio
Nacque probabilmente a Verona, come risulta dal frontespizio della sua prima opera, Canzonette a tre voci… libro primo (Venezia, G. Vincenti, 1586), presumibilmente intorno al 1560.
All'ambiente veronese doveva essere legato ancora nel 1586, quando dedicò le Canzonette… a don Giovanni Francesco da Verona, figura di rilievo nella Congregazione dei canonici lateranensi di S. Leonardo in Monte Donico, presso Verona, amministratore della cappella di S. Elena nel complesso ecclesiale del duomo della città. È probabile che Giovanni Francesco si fosse adoperato in favore del M., divenuto poi maestro di cappella della basilica di S. Maria della Passione a Milano, allora retta dai canonici regolari lateranensi.
Nella lettera dedicatoria, datata da Venezia, 26 ott. 1586, il M. offre a Giovanni Francesco le sue "prime fatiche", ben cosciente di "quanto ella si diletti in questa onorata professione, con la quale quando si trova stanca nei più gravi studi di filosofia e di sacra teologia, ne' quali sa il mondo quanto progresso ha fatto, suol ricrear l'animo e passar lietamente le ore men fruttuose del giorno" (Canzonette…). A Verona, dove l'attività accademica e dei circoli privati aveva un ruolo di primo piano per la committenza musicale, la raccolta del M. fu tra le poche a essere nate al di fuori degli ambienti accademici e dei ridotti più famosi, e a recare la dedica a un ecclesiastico.
La presenza del M. nella chiesa milanese di S. Maria della Passione è segnalata almeno dal 1596, come risulta dal frontespizio dei suoi Cento e dodici falsi bordoni figurati (Milano, Eredi di F. e S. Tini, 1596); a quella data il M. era entrato nella Congregazione dei canonici regolari lateranensi, come si evince dallo stesso frontespizio. È probabile, tuttavia, che il M. fosse attivo in S. Maria della Passione già da qualche anno, dal momento che nella dedica della raccolta egli afferma di avere composto questi "falsibordoni per cantar salmi […] per uso e servizio" di questa chiesa, che doveva quindi disporre di un coro in grado di eseguire un repertorio polifonico fino a otto voci ripartite in due cori.
Non è noto fino a che anno il M. sia rimasto a S. Maria della Passione; ma si può presumere che il suo servizio non abbia oltrepassato il 1613, anno in cui fu nominato maestro di cappella il suo successore, Giovanni Rambeglio.
In assenza di ulteriori notizie, pur non escludendo la possibilità che il M. si fosse trasferito altrove, si può supporre che la sua morte avvenne poco prima del 1613.
Delle due citate raccolte stampate del M., la prima, Canzonette a tre voci…, include quindici brani di andamento prevalentemente omoritmico, sebbene, in concomitanza di punti particolari del testo poetico, le parti mostrino una certa indipendenza ritmica. Le tre voci hanno pari rilievo melodico e contrappuntistico e presentano occasionali vocalizzi.
La seconda, Cento e dodici falsi bordoni figurati, stampata a parti sovrapposte in una sorta di "quasi-partitura", è pervenuta in un solo esemplare, conservato presso la Biblioteca reale di Copenhagen. L'opera è dedicata a padre Giovanni Andrea Dardanoni da Milano, da poco entrato tra i canonici regolari lateranensi, nei confronti del quale il M. aveva debiti di riconoscenza per la protezione da lui ricevuta. Dalla dedica si apprende che a quell'epoca in S. Maria della Passione, grazie alla sensibilità dell'abate "meritissimo" Marsilio Soresina "fioriscono a maraviglia insieme con la musica tutte quelle condizioni che si richiedono". La raccolta si inscrive nel solco della produzione tardorinascimentale del genere del falsobordone, che conosce una considerevole concentrazione tra l'ultimo decennio del Cinquecento e i primi due decenni del Seicento (tanto che, fra il 1594 e il 1625, con la sola eccezione del 1617, si registra una stampa l'anno), mentre dopo il 1625 si assiste alla sua repentina scomparsa: i milanesi Tini e Rolla sono fra i pochi editori non veneziani ad aver coltivato questo genere. Nonostante quanto dichiarato nel frontespizio, il volume include più precisamente 110 falsibordoni da 4 a 8 voci, alcuni dei quali concepiti (del tutto o in parte) per doppio coro. La pubblicazione è conclusa da un canone a quattro voci, per il quale è prevista anche un'esecuzione "a 7 [voci] si placet", e da due brevi riflessioni sulla maniera di eseguire i falsibordoni.
Delle opere perdute del M., si ha notizia di una raccolta di "canzoni a tre voci" menzionata nel 1591 tra quelle disponibili "alla stampa della Pigna" a Venezia al prezzo di 6 soldi, e di nuovo tra le "canzonette de diversi a tre per sonare e cantare" (Kast) nel catalogo dei libri conservati nella biblioteca Giunta a Firenze nel 1604. Si può ipotizzare che il M. avesse pubblicato almeno due libri di falsibordoni: se nell'elenco dei libri fatti stampare dagli eredi di Francesco e Simon Tini, databile al 1596 (che include anche libri fatti stampare da altri editori, ma presenti nel magazzino dei Tini), si trova indicato un libro di falsibordoni del M. a 4, 5, 6 e 8 voci, nel citato catalogo Giunta i libri di falsibordoni attribuiti al M. sono due, indicati rispettivamente come "Cento dodici falsi bordoni del Marchesi a 5. 6. 8" e come "Falsi bordoni di Giulio Marchesi a 4. 5. 6. 8" (Kast).
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Religione, parte antica, cart. 302; Arch. di Stato di Verona, Monasteri soppressi, S. Leonardo di Montedonico, cartt. 4, 7, 8; G. Thibault, Deux catalogues de libraires musicaux: Vincenti et Gardane (Venise 1591), in Revue de musicologie, X (1929), pp. 177-183; P. Kast, Die Musikdrucke des Kataloges Giunta von 1604, in Analecta musicologica, II (1965), pp. 42-63; E. Paganuzzi, Medioevo e Rinascimento, in La musica a Verona, Verona 1976, p. 215; M.C. Bradshaw, The falsobordone. A study in Renaissance and Baroque music, Neuhausen 1978, p. 172; O. Mischiati, Indici, cataloghi e avvisi degli editori e librai musicali italiani dal 1591 al 1798, Firenze 1984, pp. 93, 108, 111, 126 s.; Id., Bibliografia delle opere pubblicate a stampa dai musicisti veronesi nei secoli XVI-XVIII, Roma 1993, pp. 128, 354; I. Macchiarella, Il falsobordone fra tradizione orale e tradizione scritta, Lucca 1995, pp. 302 s.; C. Assenza, La canzonetta dal 1570 al 1615, Lucca 1997, pp. 58 s., 82, 181, 184; M.C. Bradshaw, Performance practice and the falsobordone, in Performance Practice Review, X (1997), pp. 224-247; R.L. Kendrick, The sounds of Milan, 1585-1650, Oxford-New York 2002, pp. 80, 450; R. Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon, VI, p. 316; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, Suppl., p. 504; The New Grove Dict. of music and musicians, XV, p. 823; E. Vogel et al., Bibliografia della musica italiana vocale profana (Il nuovo Vogel), II, pp. 991 s.