MASINI, Giulio
– Nacque a Certaldo il 21 genn. 1853 da Gabriele e da Faustina Pruneti.
Il padre «era stato un accanito guerrazziano nel 1848-49 ed aveva di poi guidato l’azione dei patrioti e dei liberali locali nelle decisive giornate del ’59 e del ’60» (Mori, p. 179).
Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Siena, in questa città, tra il 1873 e il 1874, il M., insieme con i fratelli Origene, Clodoveo e Virginio, partecipò attivamente alla nascita della I Internazionale nell’Empolese, soprattutto nella natia Certaldo, che nei primi anni Settanta era stata una delle roccaforti toscane di questo movimento composito, nel quale erano confluiti radicali, mazziniani, anarchici, nonché i primi nuclei socialisteggianti. Sciolta nel 1874 la locale sezione dell’Associazione internazionale dei lavoratori, il M. aderì alla Società democratica certaldese e fin dagli anni Ottanta fu tra i primi in Valdelsa a essere attratto dalle idee socialiste.
Dopo aver frequentato le Università di Marburg e di Graz, il M. si trasferì a Napoli e vi si laureò nel 1876. Esercitata per poco tempo la professione di medico internista nel capoluogo partenopeo e vinto il relativo concorso, assunse la titolarità della guardia chirurgica a San Casciano dei Bagni. Cominciò allora a frequentare con assiduità, a Firenze, il laboratorio di fisiologia dell’Istituto di studi superiori diretto da L. Luciani e il corso libero di otologia che V. Grazzi svolgeva presso l’arcispedale di S. Maria Nuova. Effettuati una serie di viaggi in Francia e in America Latina, soggiornò per qualche tempo a Palermo e a Torino: qui ebbe modo di frequentare gli istituti universitari di fisiologia e di patologia generale, diretti rispettivamente da A. Mosso e da G. Bizzozero. La grave malattia che aveva colpito il fratello Origene, titolare di un corso di otorinolaringoiatria presso l’Università di Genova, lo indusse a stabilirsi nel capoluogo ligure per affiancarlo nell’attività didattica e specialistica. Lavorò allora anche presso la clinica medica universitaria diretta da E. Maragliano, che gli affidò la responsabilità di un reparto e la direzione di un laboratorio. Da allora alternò i soggiorni tra la città ligure e la Valdelsa.
Fondatore nel 1892 del Fascio operaio, il M. nello stesso anno partecipò al congresso costitutivo del Partito socialista italiano (PSI) in rappresentanza del Circolo operaio di Certaldo. In quel periodo si distinse per la collaborazione ai giornali socialisti La Martinella e Vita nuova, ma anche nell’organizzazione di leghe contadine, di camere del lavoro, di sezioni del partito, oltre che come consigliere comunale a Certaldo e Castelfiorentino.
Il suo socialismo restò sempre condizionato dalle trascorse esperienze nel movimento democratico e in egual misura dall’appartenenza alla massoneria (già negli anni Ottanta era stato contiguo alla loggia fiorentina Scienza e lavoro, senza contare che nel 1912 il suo nome compare fra gli 84 membri di rito scozzese nominati nel Consiglio del Grande Oriente d’Italia).
Nell’Università di Genova fu istituita per lui la cattedra di otorinolaringologia nel 1893.
Vivamente attratto dalla fisiologia e dalla specialità otorinolaringoiatrica, il M. condusse alcune interessanti ricerche sperimentali e cliniche riguardanti soprattutto la funzionalità laringea e dell’udito. In particolare si ricordano i lavori eseguiti presso il laboratorio di Luciani, e poi proseguiti a Genova, che gli consentirono di dimostrare l’esistenza di centri motori corticali cerebrali della laringe (Sui centri motori corticali della laringe. Studi sperimentali e clinici, Poggibonsi 1887; Sui centri motori corticali della laringe, in Arch. italiano di laringologia, VIII [1888], pp. 45-87) e le indagini sulla fisiopatologia della muscolatura laringea (Ricerche preliminari sulla fisiopatologia di alcuni muscoli della laringe, ibid., XI [1891], pp. 21-56); e quelli sulla fisiopatologia dell’udito, svolti nell’istituto di fisiologia di Genova in collaborazione con Giulio Fano (Effetti delle lesioni portate sull’organo dell’udito. Ricerche sperimentali, in Lo Sperimentale, XLVII [1893], Memorie originali, pp. 353-405; Intorno ai rapporti funzionali fra apparecchio auditivo e centro respiratorio. Nota sperimentale, ibid., pp. 487-493). Nella clinica medica genovese, inoltre, introdusse la metodica della somministrazione dei medicamenti per via translaringea (Delle iniezioni intratracheali e bronchiali per la via della laringe nelle malattie pulmonali, in Riv. clinica, XXX [1891], pp. 36-53). Pubblicò sui periodici della specialità un gran numero di osservazioni cliniche, che lo resero presto noto nella comunità medico-scientifica.
Sempre candidato alle elezioni politiche fra gli anni Ottanta e il 1913, il M. fu eletto deputato nelle file del PSI, per la XXII (1904-09) e la XXIV (1913-19) legislatura, nel collegio di Empoli.
A Genova egli si trovò in un ambiente politico e accademico segnato dal positivismo e dall’evoluzionismo, quindi da «un’illimitata fiducia nella scienza quale strumento di emancipazione sociale e [da] una concezione filantropica della professione» (Molinari, 1996, p. 338). Un ambiente animato, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, da personalità come G. Canestrini, traduttore e divulgatore delle opere di Ch. Darwin, e inoltre da P. Celesia, P. Albertoni, dal sociologo A. Asturaro, da E. Morselli e R. Oddi.
In questo milieu, caratterizzato dalla presenza di un movimento sindacale e cooperativo e da un PSI saldamente riformisti, in cui si erano affermati nello stesso torno di tempo personaggi come A. Cabrini, L. Murialdi, L. Calda, Carlo e Giuseppe Canepa, il M. fu collaboratore dell’Era nuova ma soprattutto consigliere comunale e provinciale socialista a Genova fra il 1906 e il 1914. Fu eletto in un locale «blocco popolare», dapprima per la minoranza, quindi nella maggioranza che sostenne fra il 1910 e il 1914 la giunta guidata da G. Grasso, nell’ambito della quale il M. fu assessore all’Igiene. Appartenente alle logge genovesi Stella d’Italia e Secolo nuovo, egli si segnalò per la sua collocazione nel socialismo riformista e per una spiccata propensione all’accordo con le componenti liberali giolittiane.
Il M., inoltre, a Genova fece parte d’un nutrito gruppo di medici socialisti, che comprendeva C. Lattes, L.M. Bossi, M. Ceci, A. Biasotti e A. Re. Tutti di provenienza universitaria, essi s’impegnarono a politicizzare le associazioni di categoria (la Federazione sanitaria ligure, o l’Associazione nazionale medici di bordo, di cui il M. fu presidente), ma anche a collaborare con altri accademici di orientamento progressista quali E. Maragliano e P. Canalis: in massima parte a proposito d’iniziative umanitarie come l’Istituto per le malattie professionali o l’Associazione genovese contro la tubercolosi, fondata da C. Poli nel 1905 e alla quale il M. fu vicino sin dalla nascita, entrando infine a far parte del direttivo nel 1911; o, infine, come l’Ambulanza policlinica genovese, destinata a cure gratuite per i più poveri e che aveva avuto nel 1888 il M. tra i suoi fondatori.
È tuttavia importante sottolineare che, nell’ambito della vera e propria medicina sociale, l’impegno del M. e degli altri medici socialisti genovesi, è stato giudicato «modesto e spesso occasionale»: essi infatti restarono da un lato degli accademici, dall’altro «dei militanti di partito, che [svolgevano] funzioni e ruoli di tipo politico», comunque lontani da «quel movimento “dell’andata al popolo” che, alla fine dell’Ottocento aveva coinvolto vasti settori della medicina accademica» italiana (Molinari, 1996, pp. 345 s.).
Nel 1912, in occasione della guerra balcanica, il M. accorse in Grecia per soccorrere i feriti nella lotta contro i Turchi. Scoppiata la prima guerra mondiale, in linea con la sua impostazione riformista, finì con l’assumere posizioni vicine a quelle interventiste. Nel dopoguerra, in ogni caso, il M. fu un fermo antifascista: sconfitto nelle elezioni politiche del 1919 e non ripresentato dal PSI in quelle del 1921, nel 1920 fu eletto nel Consiglio provinciale di Firenze, del quale fu presidente per un breve periodo fra il 1920 e il 1921. Dopo l’assassinio del nipote Catullo Masini, ucciso a Certaldo da un gruppo di squadristi nel febbraio del 1921, il M. si ritirò progressivamente dalla vita politica, che abbandonò del tutto dopo l’avvento del fascismo.
Ritornato stabilmente a Genova, si dedicò unicamente all’attività professionale e nel 1934 fu radiato dallo schedario dei sovversivi.
Il M. morì a Genova il 20 apr. 1937.
Le opere a stampa del M. (alcune decine di brevi studi, perlopiù relazioni a convegni e articoli apparsi in riviste, di cui si omette l’indicazione dettagliata) riguardarono unicamente la sua attività medico-scientifica. Il M., che fra il 1893 e il 1934 fu primario di laringoterapia nell’ospedale di Pammatone a Genova, collaborò a numerose riviste specializzate. Nel 1901, inoltre, fondò gli Annali di laringologia, otologia, rinologia, faringologia, mentre fra il 1900 e il 1902 e fra il 1923 e il 1924 presiedette la Società italiana di laringologia, otologia e rinologia, che aveva contribuito a fondare nel 1892.
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