MONTEVERDE, Giulio
Scultore, nato a Bistagno (Alessandria) l'8 ottobre 1837, morto in Roma il 3 ottobre 1917. Entrò come garzone in una bottega di falegname per addestrarsi nell'intaglio in legno, poi in Genova fece l'ebanista per campare la vita, ma intanto frequentava la scuola del nudo nell'Accademia ligustica, dove fece tali progressi, che ottenne una pensione per recarsi a studiare a Roma. Qui uno dei suoi gruppi piacque al re del Württemberg, che lo acquistò, pagandolo, fortuna insperata, ottomila lire. La fama del giovanissimo artista era assicurata, ma essa giganteggiò poco dopo con l a Giovinezza di Cristoforo Colombo e col Genio di Franklin. Il Dall'Ongaro, con un'immagine tratta dal primo soggetto, vedeva nel M. "lo scopritore di un'oasi sconosciuta nel deserto dell'arte accademica". Come per tutti gli scultori dell'epoca, la sua arte è divisa tra il monumento funerario e il commemorativo, ma eseguì anche busti di viva significazione. Tra i più importanti monumenti pubblici del M. sono da ricordare il Mazzini in Buenos Aires, il Bellini di Catania, la statua colossale del pianista Thalberg nella villa reale di Napoli, il Vittorio Emanuele II di Bologna. Ma il suo capolavoro è il Jenner, ispiratogli nel 1869 da un passo dello Smiles, compiuto nel 1873 e premiato con la medaglia d'onore all'esposizione di Vienna in quell'anno (l'originale di marmo, nel Palazzo Bianco di Genova; la replica di bronzo, nella Galleria nazionale d'arte moderna in Roma). Insignito di alte e numerose onorificenze, membro delle più importanti accademie, il M. fu nominato senatore nel 1889.
Bibl.: E. Bergerat, G. M., in Chefs-d'oeuvre d'art à l'exposition universelle de Paris, Parigi 1878; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXV, Lipsia 1931 (con bibl.). Inoltre: A. Colasanti, La Galleria nazionale di arte moderna in Roma, Milano e Roma s. a., pp. 154-155; C. Ricci, Eroi, santi e artisti, Milano 1930, p. 381 segg.