• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ARATA, Giulio Ulisse

di Lucia Bisi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)
  • Condividi

ARATA, Giulio Ulisse

Lucia Bisi

Nacque a Piacenza il 21 ag. 1881 da Giovanni, sacrestano della chiesa di S. Antonio, e da Angiolina Costa. Ebbe nella stessa città la sua prima formazione presso l'istituto "G. Gazzola", dove, dal 1895 al 1898, ebbe come insegnante Camillo Guidotti. Compì quindi gli studi superiori a Milano, dove seguì dal 1898 al 1901 i corsi di architettura presso l'Accademia di belle arti di Brera (e dove risentì sensibilmente dell'influenza di Camillo Boito e di Luca Beltrami, dei quali si considerò erede spirituale), e successivamente a Roma. Pur interpretato talvolta dai contemporanei come periodo favorevole alla realizzazione di nuovi destini per l'architettura italiana, il momento storico nel quale l'A. iniziò la sua attività di architetto era in realtà un momento di disorientamento e di decadenza, in cui guadagnò spazio un particolare stile che, riallacciandosi confusamente, a partire dai primi anni del Novecento, sia al Liberty sia ai suoi precedenti eclettici, si affermò pienamente negli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale e andò esaurendosi intorno agli anni Venti.

L'A., uno dei principali esponenti, nell'ambito lombardo, di tale esperienza "neoeclettica" o di "eclettismo di ritorno" (R. Bossaglia, Dopo il Liberty: considerazioni sull'eclettismo di ritorno, in Studi in onore di G. C. Argan, Roma 1984, pp. 209-215), è da mettere in relazione, da un lato, con G. Sommaruga, ai cui portati Liberty si ispira e liberamente ricorre, dall'altro, con A. Andreani che, a sua volta, dopo il 1920, svilupperà alcuni aspetti dell'opera dell'A., portandone tuttavia a manifestazioni estreme certa sperimentazione di creatività appariscente e paradossale.

I più noti edifici dell'attività giovanile dell'A., tra il 1909 e il 1911, sono una serie di case a Napoli (tra cui la più rilevante, tuttora esistente, è il palazzo Mannajuolo in via Filangieri, 36) e le terme di Agnano, di impronta prettamente Liberty. Contemporaneamente, a Milano, l'A. realizzò alcuni edifici destinati a residenza di ceti abbienti, nei quali cercò di giungere a un linguaggio nuovo e singolare, accoppiando in realtà lo stile floreale a una sorta di neoromanico decorativo. La sua ricerca fu tuttavia salutata come coraggiosa da gran parte della critica coeva, rivoluzionaria addirittura in quanto costituiva comunque una reazione alle esperienze "francesi e viennesi", art nouveau e secessioniste.

Le più famose creazioni milanesi sono palazzo Felisari in via Boscovich, progettato nel 1910, e nella zona di Monforte i palazzi Berri-Meregalli, di cui il più celebre è quello d'angolo tra via dei Cappuccini e via Vivaio (1911-14), costruzione tutta in mattoni, realizzata col contributo di artisti quali A. Prendoni e A. Calegari per le sculture, P. A. Rimoldi per gli affreschi, A. D'Andrea per i mosaici, e A. Mazzucotelli per i ferri. Fondamentale per la duplice formazione dell'A. - di progettista e di restauratore - fu l'accentuato interesse per uno storicismo allineato col problema, di estrema attualità, dello stile nazionale, caricato pertanto di forti valenze simboliche e teso a risalire alla fase sostanziale dell'elaborazione di un'originale cultura architettonica italiana.

L'A. credette di ravvisarla nel Medio Evo e coltivò pertanto quell'ispirazione neomedievale "fatta di sincerissime e concluse masse animate, di sporgenze aggettanti" (Nicodemi, pref. a G.U. Arata, Ricostruzioni, 1942, p. XIII), rivelata nei suoi edifici, e in particolare nel palazzo Berri-Meregalli, dalla vigorosa articolazione plastica in sporti, paraste, bay windows, mista tuttavia, e confusa, con l'enfatica decorazione ad affresco, mosaico, scultura, frutto dell'involuzione dell'eclettismo.

Colto ricercatore delle tradizioni locali, l'A. viaggiò a lungo in Italia, raccogliendo una vasta documentazione relativa sia all'artigianato sia all'edilizia rurale (la ricca biblioteca di storia dell'arte dell'A. è stata ereditata dal collegio "Alberoni" di Piacenza).

Testimoniano dei suoi soggiorni in Sicilia e Sardegna libri e articoli quali: La casa popolare sarda e la sua suppellettile (in La Casa, III [1920], p. 167); L'architettura arabo-normanna in Sicilia (Milano 1925, con prefaz. di C. Ricci); Arte sarda (ibid. 1935: collaboraz. grafica di G. Biasi); e del suo interesse in genere per le regioni italiane volumetti vari, tra cui: Umbria medievale (Novara 1941) e Toscana medievale (ibid. 1941).

L'A. svolgeva, a lato della sua attività di progettista, un'attività di critico aperto e attento a sostenere le tendenze, in campo artistico, più avanzate del moment0; a partire dal 1910 egli collaborò ad importanti riviste come Pagine d'arte, Vita d'arte, Emporium. Oltre a G. Mancini, che egli considerava "uno dei più geniali e forse il più completo degli architetti italiani" (Laprima mostra di architettura promossa dall'Associazione degli architetti lombardi, in Vita d'arte, VII [1914], n. 75, pp. 66-72), l'A. salvava da un giudizio di generale mediocrità R. D'Aronco, G. Sommaruga e, soprattutto, A. Sant'Elia.

L'A. fu forse il primo critico ad occuparsi di Sant'Elia: gli fu legato da profonda ammirazione e da un rapporto di amicizia consolidatosi nell'ambito del gruppo di "Nuove tendenze", di cui fu, nel '14, tra i fondatori. Gli artisti di "Nuove tendenze", tra cui M. Chiattone, L. Dudreville, A. Funi, U. Nebbia, G. Macchi e D. Buffoni, lo ebbero estimatore appassionato. La sua partecipazione alla vita artistica era scandita da frequenti articoli in riviste e le sue relazioni si estendevano in amicizie con critici d'arte, da Ugo Ojetti a Pompeo Molmenti, con editori quali Treves, Alfieri, Tumminelli e Bestetti.

Nel 1914vinse il concorso per la chiesa di S. Vitale a Salsomaggiore, pubblicò i progetti - mai realizzati - di una quarantina di Ville (con prefazione di A. Melani), per i tipi della casa editrice Bestetti-Tumminelli, e intraprese una serie di restauri. La guerra lo distolse dai suoi lavori. Quando tornò ad essi il suo concetto di architettura, già in sé debole e connesso ad un eclettismo ormai in via di esaurimento, emerse dalla frattura della guerra irrimediabilmente superato. È del 1923il progetto per palazzo Körner, uno dei primi tentativi di grattacielo (quindici piani) a Milano. Sia pure bene accolto da buona parte della critica (ed elogiato da Mussolini: Reggiori, 1947, p. 331), tale edificio veniva giudicato "inammissibile" dalla Società degli architetti, per la collocazione, soprattutto, in cui era previsto (via Leopardi, angolo via Saffi), in margine al parco del quale avrebbe limitato l'ampio orizzonte. Risale allo stesso periodo uno studio - anch'esso non realizzato - di trasfonnazione in albergo di lusso del richiniano Collegio Elvetico.

In tale progetto si esprime chiaramente la nozione di restauro che l'A. avrebbe sperimentato su vasta scala. Come era convinto di operare in pieno rispetto del manufatto di Richini per il solo fatto che il corpo frontale e i cortili sarebbero sopravvissuti integralmente, pur compromessi dalle grevi masse dei nuovi corpi che avrebbero dovuto essere eretti sui primi, così, in linea con i criteri allora dominanti dell'"eliminazione" delle parti più recenti e dell'"integrazione" delle più antiche, l'A. intervenne ampiamente, e in contraddizione con la critica sensibile e attenta da lui stesso fatta a restauratori "imprudenti" quali A. Rubbiani e A. D'Andrade, su una serie di edifici storici medievali.

Restaurò la basilica di S. Antonino e la chiesa di S. Francesco a Piacenza (1925), le chiese di Vigolo Marchese e di Vigoleno (Piacenza), quella di Careno (Parma), e il chiostro della collegiata di Castell'Arquato. Tra il '25 e il '27rimaneggiò alcune case a Piacenza riportandole a un presunto stile trecentesco, ed eseguì il ripristino del quartiere medievale di Bologna compreso tra le vie Marchesana e Piave, inserendovi una galleria terminata nel '28. Nel 1926 eresse a Ravenna il palazzo della Provincia e fu consulente per la costruzione (1925-31) del Museo Ricci Oddi, di cui divenne presidente nell'immediato dopoguerra.

L'A. morì nella sua villa di Piacenza il 15 sett. 1962.

Tra gli scritti dell'A., oltre a quelli citati nel testo e in Samek Ludovici, si ricordano: La piazza delle Erbe di Verona e la sua sistemazione, in Emporium, XLI (1913), p. 198; Il tempio della pace, in Rass. d'arte, XIV (1914), pp. 145-154; Il duomo di Arezzo, ibid., pp. 265-277; L'architettura futurista, in Pagine d'arte, II (1914), pp. 193-195; I padiglioni dell'Italiaall'esposizione di S. Francisco, ibid., pp. 149 s.; L'esito del concorso per la sistemazione della piazza delle Erbe di Verona, ibid., III (1915), pp. 9 s.; A Sant'Elia, ibid., IV (1916), pp. 139 s.; G. Sommaruga, in Vita d'arte, X (1917), pp. 57-69; Le molteplici vicende di … S. Antonio di Piacenza, Milano 1919; Leonardo architetto e urbanista, ibid. 1935; Costruzioni e progetti con alcune note sull'architettura contemporanea, ibid. 1942; Ricostruzioni e restauri (e alcune note sull'urbanistica e la conservazione dei monumenti), ibid, 1942.

Fonti e Bibl.: Presso gli eredi Montaretto Marullo a Piacenza è conservato l'archivio dei progetti e dei disegni dell'A.; e presso la Biblioteca civica di Piacenza, i progetti relativi a un edificio di banca mai realizzato a Piacenza (Banco di Roma, Il palazzo della filiale di Piacenza, Roma 1977). Siveda inoltre D. Buffoni, Architettura pittorica, in La Perseveranza, 3 ag. 1913; A. Lancellotti, La casa moderna a Milano, in Emporium, XXXVIII (1913), pp. 477-479; A. Melani, Architettura "Ars regina", in Vita d'arte, VII (1914), n. 75, pp. 475 s.; P. Mezzanotte, Nuove tendenze nell'edilizia milanese, il palazzo Körner, in Architettura e arti decorative, II (1923), pp. 305-311; S. Lodovici [Samek Ludovici], Storici, teorici e critici delle arti figurative…, Milano 1942, pp. 31 s.; F. Reggiori, Milano 1800-1943, Milano 1947, pp. 331, 368, 454; B. Zevi, Storia dell'architettura moderna, Torino 1950, p. 640; R. De Fusco, Il Floreale a Napoli, Napoli 1959, pp. 95, 97, 110 s., 113; D. Torres, G. U. A., in Atti dell'Accad. naz. di S. Luca, n.s., VI (1962), commemorazione n. 4; A. Lancellotti, L'architetto G. U. A., in Brutium, XLI (1962), n. 4, pp. 3 s.; G. Nicodemi, Ricordo di G. U. A., in L'Arte, LXI (1962), pp. 224-228; R. Bossaglia, in Architettura Liberty a Milano (catal.), Milano 1972, pp. 22 s.; M. Grandi - P. Pracchi, Milano-Guida all'architettura moderna, Bologna 1980, pp. 95-110; Macmillan Encycl. Of Architects, I, London 1982, p. 94; E. Bairati - D. Riva, Il Liberty in Italia, Bari 1985, ad Indicem.

Vedi anche
Mellucci, Gioacchino Luigi Ingegnere italiano (Curti, Caserta, 1874 - Napoli 1942). Dedicatosi all’attività edile sin dai primi anni del Novecento (subito dopo gli studi in Ingegneria), Mellucci, Gioacchino Luigi è stato un importante esponente del Liberty napoletano: grazie all’uso del cemento armato ha saputo risolvere i problemi ... Wildt, Adolfo Scultore (Milano 1868 - ivi 1931). Wildt, Adolfo fu prof. all'Accademia di Brera (dal 1923). La sua arte, caratterizzata da una sorprendente perizia tecnica nel maneggiare la materia, si propone effetti drammatici, complicati da oscuri significati letterari; essa partecipa solo sporadicamente del gusto ... Bucci, Anselmo Pittore e scrittore italiano (Fossombrone 1887 - Monza 1955), a Parigi (1906-15) fu a contatto con le correnti d'avanguardia e si dedicò in particolare all'incisione. Dopo la prima guerra mondiale fu tra gli iniziatori del movimento del "Novecento". Collaboratore del Corriere della sera e di altri giornali ... Boccióni, Umberto Boccióni, Umberto. - Pittore, scultore, scrittore d'arte (Reggio di Calabria 1882 - Verona 1916). Fu dal 1901 a Roma, dove da G. Severini e G. Balla fu avviato alla conoscenza della pittura francese contemporanea. Dopo un breve soggiorno a Parigi e in Russia, si stabilì a Milano (1907), dove la sua pittura ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Arti visive
Tag
  • PRIMA GUERRA MONDIALE
  • CASTELL'ARQUATO
  • CAMILLO BOITO
  • LUCA BELTRAMI
  • ART NOUVEAU
Altri risultati per ARATA, Giulio Ulisse
  • Arata, Giulio Ulisse
    Enciclopedia on line
    Architetto (Piacenza 1881 - ivi 1962). Lavorò, soprattutto a Napoli e a Milano, nell'ambito della corrente liberty; progettò il palazzo della Provincia  e  curò la sistemazione della zona dantesca di Ravenna con l'ingegnere G.L. Mellucci e restauri architettonici a Piacenza e a Bologna. Pubblicò, tra ...
  • ARATA, Giulio Ulisse
    Enciclopedia Italiana (1929)
    Architetto vivente, nato a Piacenza il 31 agosto 1883, studiò nelle Accademie di belle arti di Milano e di Roma. Eresse nel 1910, a Milano, la casa d'angolo tra via Vivaio e via Cappuccini, nel 1912 quella tra via Settembrini e via Boscovich, con intenti innovatori. Vinse nel 1914, il concorso per la ...
Vocabolario
giulìo
giulio giulìo agg. – Variante poet. ant. di giulivo: S’i’ non ti veggo ogn’or donna giulìa (Poliziano); Verde ride il tuo velo a la giulìa Primavera d’amore (Carducci).
giùlio¹
giulio1 giùlio1 agg. [dal lat. Iulius]. – Appartenente alla gente Giulia, gente patrizia romana che, già illustre nel sec. 5° a. C., si inserì in seguito, soprattutto per opera di Cesare e di Augusto, nella leggenda delle origini troiane...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali