VIVANTI, Giulio
– Nacque a Mantova il 24 maggio 1859, da Guglielmo e da Regina Colorni.
Di famiglia ebraica, compì gli studi superiori presso il liceo-ginnasio Virgilio di Mantova e nel 1876 si iscrisse al Politecnico di Torino. Si laureò in ingegneria nel 1881 e decise di proseguire gli studi matematici presso l’Università di Bologna, dove ebbe come insegnanti Cesare Arzelà e Salvatore Pincherle. Si laureò in matematica il 30 giugno 1883. Il 25 gennaio 1887 sposò Enrichetta Bianchini, da cui ebbe cinque figli.
Dopo aver insegnato corsi di teoria algebrica dei numeri a Bologna, il 13 maggio 1892 conseguì la libera docenza in calcolo infinitesimale, che trasferì all’Università di Pavia l’anno successivo. Insegnò per tre anni presso la Scuola normale di Pavia. Nel dicembre del 1895 fu nominato professore straordinario sulla cattedra di calcolo infinitesimale dell’Università di Messina. Nel 1897 vinse il concorso per la cattedra di calcolo infinitesimale presso l’Università di Modena, ma decise di rimanere a Messina, dove divenne professore ordinario nel 1901. Si trasferì all’Università di Pavia il 1° dicembre 1907. Fu preside della facoltà di scienze dal 1914 al 1917 e dal 1920 al 1924, quando si trasferì all’appena costituita Università di Milano, di cui fu preside della facoltà di scienze dal 1930 al 1932 e membro del consiglio di amministrazione dal 1926 al 1934. All’età di settantacinque anni, nel 1934, lasciò l’insegnamento per raggiunti limiti d’età e fu nominato professore emerito presso l’Università di Milano.
Eletto membro dell’Accademia Virgiliana di scienze, lettere e arti di Mantova nel 1893, ne fu espulso in seguito alle leggi razziali fasciste del 1938. Appartenne anche al Circolo matematico di Palermo, all’Accademia Peloritana e all’Istituto lombardo di scienze e lettere. Grazie alla sua profonda conoscenza delle lingue, ebbe numerosi rapporti con matematici stranieri e con istituzioni internazionali. In particolare, scrisse ben 1740 recensioni per lo Jahrbuch über die Fortschriften der Mathematik, la prima pubblicazione internazionale a raccogliere brevi riassunti degli articoli matematici pubblicati sulla quasi totalità delle riviste scientifiche di tutto il mondo.
La sua conoscenza della matematica era molto vasta. Le sue doti didattiche sono testimoniate dal gran numero di testi che raccolgono le sue lezioni universitarie e da alcune pregevoli monografie scientifiche, tradotte anche all’estero: Teoria delle funzioni analitiche (Milano 1901); Leçons élémentaires sur la théorie des groupes de transformations (Paris 1904); Elementi della teoria delle funzioni poliedriche e modulari (Milano 1906); Elementi della teoria delle equazioni integrali lineari (Milano 1916).
Vivanti coltivò vasti interessi nella storia della matematica, scrivendo numerosi articoli relativi al concetto di infinitesimo e allo sviluppo del calcolo differenziale. Contribuì alla monumentale opera di Moritz Cantor, Vorlesungen über Geschichte der Mathematik (I-IV, Leipzig 1880-1908) con il capitolo Infinitesimalrechnung (IV, cap. XXVI, pp. 639-870).
Fu membro della sezione pavese della Società italiana di scienze matematiche e fisiche Mathesis e presidente di quella milanese. Fu, insieme a Luigi Berzolari e Duilio Gigli, coordinatore della grande iniziativa editoriale dell’Enciclopedia delle matematiche elementari (I-III, Milano 1930-1951), voluta dalla Mathesis. Contribuì con due articoli al primo volume, diminuendo progressivamente il suo apporto ai volumi successivi, fino a che venne estromesso dalla redazione in conseguenza delle leggi razziali fasciste.
Il nome di Vivanti è legato a un importante risultato relativo che localizza un punto singolare sulla frontiera del cerchio di convergenza di una serie di potenze nel campo complesso, il teorema di Vivanti-Pringsheim. Vivanti dimostrò il risultato nel 1892 e lo pubblicò nell’articolo Sulle serie di potenze (in Rivista di matematica, III (1893), pp. 111-114). Il matematico tedesco Alfred Pringsheim (1850-1941) lo dimostrò indipendentemente l’anno successivo.
Vivanti nutrì sentimenti patriottici profondi, come testimoniano numerosi pronunciamenti pubblici e la sua attività come presidente della sezione pavese dell’Unione generale degli insegnanti italiani per la guerra nazionale (Janovitz - Mercanti, 2008).
Morì a Milano il 19 novembre 1949.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale dell’Istruzione universitaria, Fascicoli personali dei professori universitari, II versamento, II serie, b. 167, f. Giulio Vivanti; Direzione generale dell’Istruzione superiore, Biblioteche e affari generali (1891-1895), Libere docenze, b. 299, f. Giulio Vivanti.
S. Cinquini, G. V. Commemorazione letta dal s. c. prof. Silvio Cinquini, in Rendiconti dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, LXXXIII (1950), pp. 185-205; A. Janovitz - F. Mercanti, Sull’apporto evolutivo dei matematici ebrei mantovani nella nascente nazione italiana, Milano 2008.