RESTI, Giunio Antonio
Poeta, nato a Ragusa (Dalmazia) nel 1755, di nobile casato, che aveva dato alla repubblica parecchi uomini chiari nella politica e nelle lettere, tra i quali lo storico Giunio della prima metà del Settecento. Il R. fu educato dai gesuiti; a 18 anni entrò nel Maggior Consiglio; esercitò a lungo l'avvocatura; fu eletto anche senatore e rettore della repubblica. Morì a Ragusa nel 1814.
Ottimo e talvolta originale latinista, dall'espressione facile e immaginosa, scrisse elegie, odi, epistole, epigrammi e satire, con le quali diede una vivace pittura di quel triste periodo della repubblica ragusea, che per opera di Napoleone prima, per quella degli Austriaci poi, perdeva la sua secolare libertà, e, con animo d'inflessibile e fervente patriota, sferzò costumi e tendenze ritenute dannose alla sua città. Gran parte delle sue opere fu pubblicata nel 1816 dall'Appendini a Padova col titolo J. A. comitis de Restii patricii ragusini Carmina.
Bibl.: N. Tommaseo, Galleria di Ragusei illustri, Ragusa 1841; G. Franceschi, in Dalmazia, 1845, nn. 26 e 27; U. Inchiostri, Veglie letterarie, Zara 1888; M. Šrepel, O latinskoj poeziji Junija Restija (Della poesia latina di G. R.), in Rad. jug. akad., CXIV (1893); A. Filippi, Voci ed echi nelle satire latine di G.R., in La Rivista dalmatica, gennaio 1927.