CARBONE, Giunio
Nacque a Genova nel 1805 da Serafino e Maria Orengo. Divulgatore di storia, letterato verseggiatore, si occupò all'inizio della sua attività della storia della sua regione, dando alle stampe nel 1836-1837 un Compendio della storia ligure dall'origine fino al 1814 in due volumi, d'impostazione divulgativa e didattica e di goffa e retorica esposizione, così come goffa è un'ode da lui dedicata nel 1836 alla celebrazione di due opere scultoree del grande Lorenzo Bartolini (La carità e la fiducia in Dio statue di Lorenzo Bartolini. Ode di G. C..., Firenze 1836). Trasferitosi dalla città natale a Firenze, ove entrò come bibliotecario alla Magliabechiana e ove ebbe l'aiuto di G. P. Vieusseux, il C. continuò con una certa intensità ad occuparsi di critica di arte e di estetica, pubblicando nel 1842 un trattatello Intorno la imitazione artistica della natura (Firenze 1842) e tenendo nel 1849, dinanzi all'Accademia fiorentina delle Belle Arti, un discorso sulla Importanza della mentale educazione per gli artisti (Firenze 1849), ove come criteri estetici campeggiano la squisitezza del sentire e la potenza dell'immaginazione.
Nella maturità, il C. si dedicò più particolarmente all'erudizione storica e all'esegesi dantesca, soprattutto dopo essere venuto in contatto con G. J. Warren di Vernon, pari d'Inghilterra, accademico della Crusca e appassionato dantofilo, per conto e al soldo del quale svolse numerosi lavori di ricerca.
Frutto di tale collaborazione, che coinvolgeva anche V. Nannucci, fu principalmente la traduzione in italiano del Vocabolario dantesco o dizionario critico e ragionato della Divina Commedia di L. Blanc, effettuata dal C. e pubblicata a Firenze, con dedica al Warren, nel 1859. Nel 1865, in occasione del centenario dantesco, celebrato con particolare calore a Firenze, il C. dedicò un saggio alla topografia della città nel tempo di Dante (Della costituzione topografica di Firenze nel secolo di Dante, in Dante e il suo secolo, II, Firenze 1860, pp. 475-501), ove la sua approssimativa erudizione non seppe partorire altro che una disordinata sequela di citazioni di seconda e di terza mano.
Con la storia fiorentina il C. si era già cimentato all'inizio della sua permanenza a Firenze, pubblicando nel 1840 una cospicua Introduzione a una progettata Storia fiorentina dei tempi etruschi fino all'epoca presente (Firenze 1840) rimasta incompleta. Concepita come pendant al già composto Compendio di storia ligure, l'Introduzione alla storia di Firenze ne ricalca anche i difetti e ne ripropone i temi, confusamente mescolando velleità glottologiche con le nostalgie pelasgiche e preromane di G. Micali, e con una pesante intenzione didattico-predicatoria.
Nel 1863 G. Canestrini, nuovo direttore della Biblioteca nazionale di Firenze, affidò al C. il compito di riordinare e catalogare, in modo più razionale di quanto non fosse stato fatto sino ad allora, i fondi manoscritti confluiti nella nuova istituzione; ma nel 1870, benché al C. venisse riconosciuta "incontestata capacità" (Rotondi, p. 451, il lavoro non aveva fatto alcun progresso. Nel 1865 il C. collaborò all'organizzazione della mostra dantesca tenuta al Bargello, e nel 1869 alla mostra di autografi e di edizioni del Machiavelli.
Nel 1881 pubblicò a Firenze una traduzione in italiano della Alessandra di Licofrone Calcidese.
Morì a Firenze il 20 ott. 1881.
Mediocre figura di letterato e di poligrafo d'occasione, il C. godette qualche fama di conoscenze bibliografiche e di capacità erudite in ambienti che scambiavano le sue qualità di abile calligrafo con quelle di un valente paleografo.
Bibl.: W. Warren Vernon, Recollections ofseventytwo years, London 1917, pp. 18, 171, 255; C. Rotondi, La Biblioteca naz. di Firenze dal1861 al 1870, Firenze 1867, pp. 34, 45 s.; C. Frati, Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari..., Firenze 1933, p. 143.