JAKŠIČ, Giura
Scrittore e pittore serbo, nato a Srpska Crnja nel Banato nel 1832 e morto a Belgrado nel 1878. Condusse vita piena di stenti e delusioni.
Scrisse poesie liriche, poemi, drammi, novelle e racconti. Nei racconti e nelle novelle, dimostrò abilità narrativa e descrittiva. Privo di forza creativa drammatica, seppe tuttavia, coi suoi drammi, appagare il gusto della generazione romantica. Nella poesia lirica invece s' affermò bene il suo temperamento artistico; i suoi versi robusti, animati da una viva fantasia, rispecchiano fedelmente l'irrequietezza e insoddisfazione del suo animo. Per essi soprattutto lo J. è il più caratteristico rappresentante del romanticismo serbo. Dei suoi drammi il più fortunato fu Seoba Srbalja ("Migrazione dei Serbi", 1864) che si mantenne a lungo sulle scene. Le novelle furono riunite nella raccolta Pripovetke ("Racconti", 1876). Le "Poesie" (Pesme, 1873) ebbero parecchie e dizioni.
Bibl.: J. Skerlič, Istorija novije srpske književnosti (Storia della moderna letteratura serba), Belgrado 1914.