giuridicizzato
p. pass. e agg. Qualificato con rango di legge, di norma giuridica che regola la convivenza civile e le relazioni sociali.
• Da noi, dove si confonde il «corpo delle leggi» col «corpo dei magistrati» e la magistratura, tanto autoreferenziale da diventare spesso il governo del Paese, accade l’opposto: certi magistrati si arrogano un potere che non hanno, ma che è loro riconosciuto, se non attribuito, di fatto, dalla Politica. Che è «giuridicizzata», esattamente come la Giustizia è «politicizzata», a seconda delle circostanze e i punti di vista. (Piero Ostellino, Corriere della sera, 26 marzo 2013, p. 36, Idee & opinioni) • Cosa sarebbe accaduto se già Innocenzo [III] e i suoi avessero di nuovo preso sul serio il Vangelo? Le sue esortazioni in esso contenute, anche se intese non alla lettera, ma nel loro contenuto spirituale, significavano e significano una profonda messa in questione del sistema romano, di quella struttura di potere centralistica, giuridicizzata, politicizzata e clericalizzata, che a partire dall’XI secolo si è impossessata a Roma della causa di Cristo. (Hans Küng, trad. di Carlo Sandrelli, Repubblica, 11 maggio 2013, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dall’agg. giuridico con l’aggiunta del suffisso -izzato.
- Già attestato nella Stampa del 26 gennaio 1973, p. 15, Cronache dei Libri (Mario Gozzini).