ADAMI, Giuseppe
Nato a Verona il 4 febbr. 1878, seguì a Padova studi di lettere, laureandosi però in giurisprudenza e iniziando presto pratica di giornalismo. Da Renato Simoni, passato al Tempo di Milano, ereditò l'incarico di critico teatrale del quotidiano L'Arena di Verona; poi il successo ottenuto dalla sua prima commedia in versi e in dialetto veneto, I fioi de Goldoni (1905), lo indusse a trasferirsi a Milano. Qui, senza abbandonare l'attività di commediografo dialettale (che proseguì sulla scia della più torpida, seppure sempre aggraziata eredità goldoniana), tentò il teatro in lingua, dapprima con esito poco felice (La sorella lontana, 1907), poi conquistando con due commedie di colorito fortemente sentimentale, La capanna e il tuo cuore (1913) e I capelli bianchi (1915), un successo di pubblico che non mancò neppure alle altre commedie borghesi che seguirono (La piccola felicità, 1923; Provincia, 1936; Paola Travaso, 1938); il successo non gli venne quasi mai meno, anche quando affrontò il genere storico-passionale (Manon, 1922) o sconfinò nel "grottesco" (Tacito, 1919) e nelle allegre forme del vaudeville (Un letto di rose, 1924).
Nettamente prevalente fu comunque nella sua vasta produzione di commediografo il repertorio comico - sentimentale, cui appartiene Felicita Colombo (1935) col suo segito Nonna Felicita (1936) e le equivalenti riduzioni cinematografiche, la commedia maggiormente fortunata dell'A., benché oggi appaia teatralmente più consistente un copione come Le monachine (1931), in cui è ripresa con spirito ironico-crepuscolare l'esile e maliziosa vicenda narrata da J. B. L. Gresset nel poemetto Vert-Vert (1733) e poi da L. B. Picard nella commedia Les visitandines. Più assidua s'era fatta intanto la partecipazione dell'A. alla vita teatrale anche per la sua attività di autore di libretti per opere (La rondine, 1917; Il tabarro, 1918; Turandot, con R. Simoni, 1926), operette e balli, di copioni per riviste, di commedie col filo per il Teatro dei ragazzi di V. Podrecca, di riduzioni e soggetti cinematografici. Testimonianza del suo vivace attaccamento a fatti e figure della scena sono alcuni profili di attori, In memoria di Alberto Giovannini (in collaborazione con altri, Milano 1915), Maria Melato (Milano 1915), Dina Galli racconta... (Milano 1936, 4 ediz. 1943). Un suo mediocre romanzo, Fanny ballerina della Scala, che insieme con una serie di novelle costituisce il suo modesto bilancio di narratore, è anche ambientato nel mondo del teatro. Strettamente legato all'ambiente del teatro lirico, l'A. diede periodici ragguagli dell'attività della Scala nella rivista Comoedia (1931-34), dove pure s'interessò delle iniziative per la diffusione popolare degli spettacoli operistici (cfr. anche il suo volume Carri di Tespi, Milano 1934). A celebri editori musicali, musicisti contemporanei, cantanti e ballerine dell'Ottocento sono dedicati altri suoi scritti e profili biografici: Giulio Ricordi e i suoi musicisti (Milano 1933, ristampato col titolo Giulio Ricordi, l'amico dei musicisti italiani, Milano 1945), Poeti alle prese coi musicisti (Milano 1942), Tre romanzi dell'800 (Milano 1943). Rapporti di sincera amicizia, oltre che di operosa collaborazione, ebbe con G. Puccini, del quale però l'A. contribuì, come biografo, a deformare l'immagine nel senso di una facile sentimentalità, non solo con il suo fortunato volume Il Romanzo della vita di Giacomo Puccini (Milano-Roma 1932; ristampato col titolo Giacomo Puccini, Milano 1935, poi di nuovo col titolo primitivo Milano 1942) e con scritti commemorativi (Ricordi pucciniani in Nuova Antologia, luglio 1932), ma soprattutto pubblicando un Epistolario pucciniano (Milano 1928) privato di tutti quei documenti che gli sembravano contraddire "la figura idealizzata dell'amico". Morì a Milano il 12 ott. 1946.
Bibl.: Scarsissime e quasi sempre generiche le notizie biografiche contenute nei vari scritti sull'Adami. Un breve profilo è quello apparso nel vol. Il Teatro italiano nel 1913, Milano 1914, al quale collaborò lo stesso Adami. Per l'elenco delle opere cfr. Catalogo generale della libreria italiana, Milano 1901-40, Annuario del teatro italiano, Roma 1950-51, e Encicl. dello Spettacolo, sub voce (entrambi, però, incompleti). Per la produzione librettistica: C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, Milano 1937-38, e A. Della Corte G. Gatti, Diz. di Musica, Torino 1956. Un giudizio sulla sua attività di librettista, biografo e editore di Puccini è nella monografia di C. Sartori, Puccini, Milano 1958, p. 15 e passim. Cfr. inoltre: S. D'Amico, Il teatro ital., Milano 1932, pp. 187-188; C. Antona-Traversi, La verità sul teatro ital. dell'Ottocento, Udine 1940, p. 331; B. Curato, Sessant'anni di teatro in Italia, Milano 1947, p. 285; G. Raia, Il romanzo, Milano 1950, p. 436; D. Falconi e A. Frattini, Guida alla rivista, Milano 1953, pp. 69, 71, 73; I. Sanesi, La commedia, II, Milano 1954, pp. 667 e 753. Per la fortuna scenica delle opere dell'A, utile è lo spoglio dell'Almanacco del teatro ital., 4 voll., Roma 1905-08, degli Annali del teatro ital., I, 1901-20; II, 1921, Milano 1921-23, e delle cronache contenute nelle riviste di teatro Comoedia, Scenario, Il Dramma. Giudizi su singoli lavori dell'A. sono raccolti nei voll. di M. Praga, Cronache teatrali, voll. 10, Milano 1920-29, cfr. Indice; F. M. Martini, Cronache drammatiche (1922) Roma 1923, pp. 202-204; M. Ferrigni, Cronache teatrali (1930,) Milano 1931, pp. 223-29; E. F. Palmieri, Bene gli altri, Bologna 1933, pp. 71-75; A. Gramsci, Letteratura e vita nazionale, Torino 1950, pp. 269-270, e soprattutto nei 3 voll. di R. Simoni, Trent'anni di cronaca drammatica, Torino 1955, cfr. Indice. Dello stesso Simoni cfr. il necrologio dell'A, pubblicato in Il Dramma, XXII (1946), n. 23-24.