AMORETTI, Giuseppe
Nacque a San Remo il 26 giugno 1902; il padre era professore e poeta dì idealità socialiste. Venuto a Torino per gli studi universitari, entrò in contatto col movimento operaio, lavorando fin dal 1919 alla edizione piemontese dell'Avanti! e al settimanale Ordine nuovo.
Da quel momento l'A. militò ininterrottamente nella sinistra socialista e, successivamente, nel partito comunista. Fu giornalista all'Unità di Milano negli anni di semi-illegalità del suo partito (1924-1926), e, a fianco di P. Togliatti e C. Ravera, nella direzione provvisoria del partito, nominata nel 1923. Verso la fine del 1926 ebbe incarico di tentare di sottrarre A. Gramsci alla minaccia di arresto, ma senza successo; fece quindi parte per un paio d'anni del cosiddetto "Centro interno" del partito comunista operante in Italia. Insieme con G. Li Causi, E. D'Onofrio e altri dirigenti del centro, fu arrestato l'11 maggio 1928 e condannato dal Tribunale speciale a tredici anni di reclusione. Nel 1932 si trovava nelle prigioni di Civitavecchia, e l'anno dopo nel tubercolosario dell'isola di Pianosa. In carcere si occupò di filosofia, lasciandone diverse annotazioni. Uscito dal carcere nel 1934, operò all'estero per l'Intemazionale comunista, prima in Francia, e, successivamente e, a Mosca.
Inviato in missione dall'Unione Sovietica in America durante la guerra, morì per via il .27 genn. 1941 a Kobe (Giappone).
Fonti e Bibl.: Note autobiografiche in G. A., Con Gramsci sotto la Mole, in Gramsci (di autori vari), Roma 1948, pp. 62-64, e nelle Lettere di G. A. ai familiari, pubblicate in Movimento operaio, VII (1955), pp. 768 ss. Altre notizie, oltre a quelle cortesemente forniteci da B. Santhià, si trovano in M. Montagnana, Ricordi di un operaio torinese, Roma 1949, I, pp. 203, 219 ss.; II, pp. 43, 47; G. Germanetto, Memorie di un barbiere, Roma 1950, p. 112; P. Robotti-G. Germanetto, 30 anni di lotte dei comunisti italiani, 1921-1951, Roma 1952, p. 73;G. Galli, Storia del P.C.I., Milano 1958, pp. 88, 135.