ANGELERI, Giuseppe Antonio
Nacque a Milano fra il 1710 e il 1717, da famiglia borghese appartenente alla "curia forense", ed ebbe un'ottima educazione. Compiuto l'intero corso degli studi, fu preso dalla passione per il teatro, e cominciò a recitare come dilettante a Milano, passando quindi in una compagnia di comici col ruolo di Innamorato,cambiato poi con quello di Brighella, forse più consono al suo temperamento. Continuò tuttaviaa sostenere parti "serie" nelle commedie premeditate, facendosi ammirare soprattutto in qualità di presentatore. Sappiamo anche di una traduzione dal francese, Il padre di famiglia,di cui mancano però più precise notizie. Tale commedia recitò egli stesso a Bologna con grande successo.
Sempre a Bologna l'A. fu protagonista, nel 1744 o nel 1745, di una strana vicenda: il 19 febbraio la compagnia di Filippo Collucci, alla quale l'A. apparteneva, presentò al teatro Malvezzi una commedia del Goldoni, Giustino (ilRasi e altri autori la confondono con l'omonimo libretto per musica di Niccolò Beregani da Vicenza). Subito dopo la rappresentazione prese fuoco il palcoscenico e andò distrutto l'intero teatro. L'A. fu sospettato (si ignora con quale fondamento) di avere appiccato l'incendio "ad arte", e fu tradotto in carcere sotto tale accusa. Ne usci però assai presto, riuscendo a provare la sua innocenza.
Nel 1753 sostituì a Venezia il Campione nella compagnia che operava nel teatro di S. Luca, dove ebbe la fortuna di conoscere il Goldoni, del quale divenne buon amico. Il Goldoni, che in quel periodo soffriva di "vapori", trovò, tra l'altro, nell'A. un compagno di sventura.
Nell'autunno del 1753 fu rappresentata a Venezia nel teatro S. Luca, per la prima volta, la tragicommedia del Goldoni La sposa persiana,in versi martelliani, che ebbe un tale successo da essere replicata per ben trentaquattro sere: l'A. vi sostenne felicemente la parte di Osmano. Dopo le fortunate recite al S. Luca, la compagnia si trasferì nella primavera del 1754 a Genova e nell'estate a Milano. L'A. seguì, dopo molte esitazioni, la compagnia anche in questa seconda città, dove Goldoni lo incontrò di nuovo, trovandolo "pire que jamais; il étoit combattu par l'envie de faire connoître la superiorité de son talent, et par la honte de paroître sur le théatre de son pays". Di ciò l'A. mostrava di soffrire moltissimo, e il Goldoni, cui l'A. confidava le sue pene, ne risentiva fortemente gli effetti con conseguenti "vapeurs". Alla fine, vinto dalla sua prepotente passione per il teatro, l'A. si presentò sulle scene nella parte di Brighella: "il joue, il est applaudi, il rentre dans la coulisse et tombe mort dans l'instant", non senza sospetto, come scrisse il Bartoli, "d'essere stato col veleno in quel momento tradito".
Il Goldoni restò molto impressionato dall'improvvisa morte del suo "camarade de vapeurs", che ricordò poi con viva commozione nei Mémoires.
Fonti e Bibl.: F. Bartoli, Notizie istoriche de' comici italiani,I,Padova 1782, pp. 42 s.; Mémoires de M. Goldoni...,in Opere complete di Carlo Goldoni edite dal municipio di Venezia nel II centenario della nascita, XXXVI,Venezia 1936, pp. 356 s.; Commedie, ibid., XXIV,Venezia 1927, pp. 110, 208; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secc. XVII e XVIII, Bologna 1888, p. 159; L. Rasi, I comici italiani,I,Firenze 1897, pp. 158-160; H. C. Chatfield-Taylor, Goldoni, Bari 1927, p. 247; A. Gentile, Carlo Goldoni e gli attori,Trieste 1951, p. 68; Encicl. d. Spettacolo,I, coll.611 s.