ARENAPRIMO, Giuseppe
Nacque a Messina il 16 sett. 1862 da Francesco e Carolina Spadaro. Continuando un'antica tradizione dell'aristocrazia intellettuale isolana, dedicò tutte le sue migliori capacità ad illustrare i momenti più significativi della storia della Sicilia e, in particolare, della sua città natale.
Convinto anch'egli, come lo erano del resto i maggiori esponenti della cultura siciliana del periodo post-unitario, che principalmente dalla rievocazione storica potesse venire alla Sicilia quel lustro che ne avrebbe accresciuto la considerazione nei confronti delle altre regioni d'Italia, si volse fin da giovane con straordinaria attività alla ricerca storìca, scrivendo numerosissimi articoli e saggi sugli argomenti più disparati, tutti intesi però a rivendicare la parte non secondaria avuta dalla Sicilia nello svolgimento della civiltà e nel movimento per l'indipendenza e l'unità nazionale. A volte anzi tali intenti furono così prevalenti, come nel saggìo, dato per la prima volta alle stampe a Pisa nel 1886, su La Sicilia nella battaglia di Lepanto, da suscitare un severo giudizio critico di Salvatore Salomone Marino che, pure apprezzando tali nobili fini, richiamò il giovane storico ad una maggiore obiettività. Da tale autorevole ammonimento l'A. seppe trarre profitto nelle sue ricerche e studi successìvi, che furono perciò sempre molto apprezzati e sono ancor oggi fondamentali per le numerose notizie che recano sulla storia della Sicilia.
Egli soprattutto rivolse i suoi studi ad illustrare il periodo della dominazione spagnola, che considerò quanto mai nocivo all'isola, per la conseguente decadenza economica e per la politica del divide et impera, a cui principalmente faceva risalire la responsabilità degli antagonismi municipali ancora non del tutto spenti nell'Ottocento e, in particolare, tra Palermo e Messina, le due maggiori città dell'isola, sempre in gara tra loro. E considerava pertanto un momento veramente eccezionale quello degli anni 1639-40, in cui Palermo e Messina vissero in grande concordia, e i senati delle due città si scambiarono " cortesie ", ch'egli volle illustrare in un apposito saggio come " una bella pagina " della storia di Sicilia.
Quale assessore, nel 1890, alla Pubblica Istruzione al comune di Messina, rivolse molte cure all'ordinamento del Museo comunale, sul quale scrisse una relazione al sindaco, che diede anche alle stampe (Messina 1890). Fu socio di varie accademie, vice presidente della Società me3sinese di storia patria, direttore della classe di scienze storiche della Reale Accademia Peloritana.
Morì nel terremoto dei 28 dic. 1908.
Opere: Scrisse oltre una cinquantina di articoli e saggi, fra cui si ricordano: La Sicilia nella battaglia dì Lepanto, 2 ediz., Messina 1892; Il Governo spagnolo in Sicilia nei secoli XVI e XVII. Prolegomeni alla storia della rivoluzione di Messina del 1672-78, ibid. 1892; La cappella di S. Vittorìo ed una scultura di Luca Villamacì nel duomo di Messina, ibid. 1894; Ricordi inediti di Francesco Maurolico, ibid. 1896; Il dottorato nello antico studio messinese, in R. Accademia Peloritana, CCCL anniversario dell'Università di Messína, ibid. 1900, pp. 1-14; La stampa periodica ìn Messina dal 1675 al 1860, ibid. 1893; Gli ambasciatori messinesi al Parlamento di Catania del 1566. in Arch. stor. per la Sicilia Orientale, III (1906), pp. 457-475; Reciproche cortesie fra il senato di Palermo e quello di Messina nel 1639-40, in Arch. stor. messinese, VII (1906), pp. 323-409.
Fonti e Bibl.: Palermo, Bibl. Naz., Fondo Amari, pacco 1, n. 240 (lettera dell'A. a M. Amari); G. Galluppí, Cenno storico sulla famiglia D'Arena, detta oggi Arena-Primo, Milano 1873; G. Arenaprimo, La famiglia Arenaprimo di Messina, estr. dall'Annuario della nobiltà italiana, Pisa 1886; S. Salomone Marino, Alcune note intorno al libro " La Sicilia nella battaglia di Lepanto ", Palermo 1893; S. Salomone, La Sicilia intellettuale contemporanea - Dizionario bio-bibliografico, Catania 1913, p. 32.