ARTARIA (Artari), Giuseppe
Figlio di Giovanni Battista, nacque nel 1697 ad Arogno (Lugano). -Dopo aver lavorato insieme con il padre in Germania, nei Paesi Bassi e in Inghilterra (dove collaborò spesso come stuccatore con j. Bagutti), fu chiamato a Colonia alla corte del principe elettore Clemente Augusto, per eseguire più che altro lavori in stucco. Dal 1729 al '32 lavorò nel castello di Falkenlust a Brúhl. A cominciare dal 1744 eseguì insieme con Carlo Pietro Morsegno e con i fratelli Castelli, le decorazioni a stucco del castello di Poppelsdorf a Bonn.
Il soffitto della sala da biliardo già mostra la leggerezza e la grazia di esecuzione che gli sono proprie. Gli vengono inoltre attribuite le quattro figure di stucco del piano superiore dell'altare nella cappella dello stesso castello e il fregio, di squisita fattura, della guglia della casetta di guardia davanti al castello. Secondo uno scritto indirizzato dall'A. all'ufficio edilizio dell'elettorato (Archivio di Stato di Düsseldorf, Ufficio di Bonn, Castelli. Giardini Nr. 11), nel 1748 era ultimata la tromba delle scale del castello di Briihl. Da questo scritto risulta che l'A. eseguì con il Biarelli, il quale forniva i disegni, i lavori in stucco incuiegli appare al culminedella sua arte.
Non sono conservati i lavori che l'A. eseguì nella residenza del principe elettore in Bonn (oggi università). Per motivi di stile gli vengono attribuite le decorazioni in stucco della chiesa di S. Clemente 1750-52) e dell'Erbdrostenhof (1754-57) a Münster. Anche in Paderbom si suppone un'attività dell'Artaria (casa al n. 2 nel Kettenplatz). Morì a Colonia nel 1769 (o 1771). Le principali opere dell'A., rimaste a Poppelsdorf e a Brühl, sono eseguite con sicurezza da virtuoso e hanno lo straripante e spumeggiante splendore del rococò nel pieno della sua fioritura.
Bibl.: E. Renard, Die Bauten der Kurfürsten Yoseph Clemens und Clemens August, in Bonner Jahrbücher, XCVII(1896), p. 54; Die Kunstdenkmäler der Rheinprovinz, IV, 1, P.Clemen e E. Polaczek, Landkreis Köln, Düsseldorf 1897, pp. 81, 108; V, 3, P. Clemen, Die Kunstdenkmäler der Stadt und des Kreises Bonn,ibid. 1905, p. 105; H. Hartmann, J. C. Schlaun,Münster 1910, pp. 145 s.; E. Renard e F. Graf Wolff Mettemich, Schloss Brühl,Berlin 1934, pp. 41, 46, 48-50, 54, 78, 79, 82, 83, 104; L'opera del genio ital. all'estero, F. Hermanin, Gli artisti in Germania, II, Gli scultori. gli stuccatori, i ceramisti,Roma 1935, pp. 35, 44, 64; J. Sommerson, Architecture in Britain, 1530 to 1830, London 1953, pp. 213 s.;Wend Graf Kalnein, Das Kurfürsti. Schloss Clemensruhe in Poppelsdorf, in Bonner Beiträge zur Kunstwissenschaft, IV(1956), pp. 145, 146, 151; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,II, p. 159.