AVERANI, Giuseppe
Nato a Firenze nel 1662 e avviatosi agli studî sotto la guida dei fratelli Benedetto e Niccolò, letterati eminenti, fu nominato, giovanissimo, nel 1684, dal granduca Cosimo III, per suggerimento del Redi e del Magalotti, a una delle cattedre di legge nello Studio di Pisa. Fu maestro del granduca Gian Gastone nella giurisprudenza greca e romana. E intanto veniva esponendo in dotte dissertazioni all'Accademia della Crusca, di cui fu socio e censore, le conclusioni di studî profondi di teologia, di filosofia e di fisica (Lezioni toscane, Firenze 1744-61, in 3 voll.). Nella quale ultima scienza si mostrò così addentro, che fu invitato a prender parte agli esperimenti, eseguiti negli anni 1694 e 95 con lo specchio ustorio del granduca, sulle gemme. Non trascurò la lingua e la letteratura: fu arcade col nome di Camalo Fialeo, e compose rime pubblicate sfarzosamente in diverse raccolte. Ma di fondamentale importanza sono i due libri Interpretationum iuris (Leida 1716, 1736), saliti a cinque nell'edizione curatane dal discepolo Antonio Niccolini (Leida 1742-46 e più volte ristampata), i quali gli procurarono larga ed alta fama in Europa. Morì a Firenze nel 1738.
Bibl.: G. Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, I, Brescia 1753, pp. 1238-40; I. Carini, L'Arcadia, I, Roma 1891, p. 413 seg.