BADIALI, Giuseppe
Nacque a Bologna verso il 1797; poco si conosce della sua vita. La sua attività di pittore e scenografo si svolse principalmente a Bologna, ma la sua opera è documentata in numerose città italiane, i cui teatri si avvalsero della sua opera di scenografo. I suoi scenari benché sovraccarichi di elementi architettonici che riecheggiano edifici classicheggianti (secondo gli insegnamenti del Piranesi), rivelano nello stesso tempo la tendenza a introdurre sia lo stile gotico sia gli interni di case rustiche o di capanne, illuminate da fioche luci che si prestano facilmente al dirompere delle tinte (una sua scena, incisa dal Ruggi, deriva addirittura dalle litografie inglesi). Il B., non dotato di una eccessiva personalità di artista, si limita a riecheggiare, in maniera eclettica, le varie tendenze della scenografia dell'epoca, da lui conosciute attraverso L. Cini e M. Berti, della scuola bolognese.
Meno nota è l'attività del B. pittore, anche perché il soffitto del Teatro Comunale di Bologna, forse una delle sue migliori realizzazioni, è andato distrutto. La descrizione che ne fa G. Giordani rivela come il B. volgesse la sua attenzione al passato, memore della pittura prospettica italiana, soprattutto bolognese, studiata nei frescanti e nei quadraturisti.
Bozzetti delle opere del B. si trovano nella raccolta Certani all'Accademia di Belle Arti a Bologna, nella raccolta Bertarelli a Milano e riprodotti nelle incisioni di L. Ruggi.
Tra le scenografie del B., si ricordano quelle per il Teatro Comunale di Bologna (Semiramide di Rossini, primavera 1827 e carnevale 1829-1830; I Capuleti e i Montecchi, autunno 1832, La sonnambula e I Puritani, primavera 1836, di Bellini; Nabucodonosor, Ernani, autunno 1847, Macbeth e Luisa Miller, autunno 1850, di Verdi); sempre a Bologna, per il teatrino Loup, Elisa delle Alpi di C. Baldini (1836); a Reggio Emilia, per il Teatro Comunale, la Dirce di A. Peri, Dianora de' Bardi di E. Priora (1843); a Torino per il Teatro Carignano, La Gemma di Vergy di Donizetti (1839), e per il Teatro Regio, Guglielino Tell di Rossini, Oberto Conte di S. Bonifacio di Verdi, Il Templario di O. Nicolai (1840); a Firenze per il Teatro Alfieri, Il Crociato in Egitto di Mayerbeer (1832); a Roma, per il Teatro Apollo, Roberto Devereux (1838) e Marin Faliero di Donizetti, Medea in Corinto di Selli (1839).
Vari furono i collaboratori del B.: tra i più noti S. Fantoni, L. Martinelli, e molti altri.
Bibl.: Firenze, Bibl. Marucelliana, Collez. di libretti; L. Ruggi, Racc. inedita di 50 scene teatrali, Bologna 1842; G. Giordani, Intorno al gran teatro del Comune ed altri minori in Bologna, Bologna 1855, pp. 39-41; L. Bignami e F. Romani, Cronologia di tutti gli spettacoli rappresentati nel grande teatro Comunale di Bologna (1763-1880), Bologna 1880, pp. 68, 69, 85, 134, 145; G. Ferrari, La scenografia italiana, Milano 1902, pp. 202, 204, 283; V. Mariani, La scenografia italiana, Firenze 1930, p. 86; C. Ricci, La scenografia italiana, Milano 1930, pp. 19-27; Encicl. d. Spettacolo, I, col.1239.