BADIASCHI, Giuseppe
Nacque a Piacenza il 29 marzo 1795. Nel 1810 era già allievo da un paio d'anni di Giuseppe Girardi (o Gherardi) e forse anche di G. B. Ercole presso l'Istituto d'arte Felice Gazzola a Piacenza, ma come prospettico e scenografo dovette essere autodidatta (l'Ercole morì nel dicembre del 1811), come il suo coetaneo Giuseppe Giorgi (detto Pietrogiorgi). Del 1813 è un suo disegno ora conservato al Museo civico. Nei suoi dipinti di figura risente l'influsso dei pittori piacentini G. Landi e di C. M. Viganoni (specialmente di quest'ultimo).
I primi lavori d'impegno sono le decorazioni a tempera (1820 circa) di una sala del castello di Torano (Piacenza) con Storie di Ulisse,e del salotto di casa Rossi-Devoti a Piacenza (via S. Giovanni 22) con episodi dell'Orlando Furioso (Amoroso convegno, Dalinda in attesa di Polinesso, Ruggero e il mirto, Ruggero accolto da Alcina, Atlante pone l'anello in dito a Ruggero, Ruggero e le tre donne della corte di Alcina, L'apoteosi dei poeta). Sono evidenti nel B. i difetti dei pittori di figura dell'epoca, accresciuti dalla sua scarsa disposizione (giudizio confermato anche dal Ritratto di bambino conservato nel Museo civico di Piacenza); ma ebbe una discreta fama come ritrattista. Meglio riesce quando sulla figura prevale il paesaggio, come negli Episodi dei Promessi Sposi dipinti a tempera in casa Bariola (via Castello 40), a lui attribuiti o nelle scene di genere realizzate nella "rocca" dei conti Gazzola a San Giorgio (Piacenza).
Il B. fu buon decoratore (palazzi Scotti della Scala, Calciati, Sforza Fogliani, Scotti da Vigoleno) e scenografo. Nel 1844-45 dipinse le scene del melodramma Elena da Feltre (musicato dal Mercadante), rappresentato nel Teatro Municipale di Piacenza, dove aveva avuto l'incarico di figurista già nel 1832 e nel 1841-42. Nel 1847 partecipò al concorso per la decorazione del teatro di Fiorenzuola (Piacenza). Nel 1855 progettò con A. Guidotti una fontana monumentale per la "macchina" di Ferragosto.
Nel '56 e nel '60 con il Giorgi e con il Prati eseguì scene ancora al Teatro Municipale di Piacenza. Come scenografo lavorò anche fuori Piacenza, per il Regio ed il Carignano di Torino, per la Fenice e il S. Benedetto di Venezia.
Morì a Piacenza il 26 genn. 1883.
Fonti e Bibl.: Piacenza, Ist. d'arte F. Gazzola, Arch. Gazzola,cass. 42, n. 1312; L. Ambiveri, Gli artisti piacentini, Piacenza 1879, p. 227; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino,Piacenza 1899, p. 49; E. Ottolenghi, Fiorenzuola e dintorni, Fiorenzuola 1903, p. 278; L. Cerri, Piacenza nei suoi monumenti,Piacenza 1908, p. 140; E. Papi, Il Teatro Municipale di Piacenza,Piacenza 1912, p. 167; E. Nasalli Rocca, Pitture decorative dell'ottocento piacentino,in Strenna Piacentina, X(1930), pp. 40-43; F. Picco, Pitture decorative ariostesche a Piacenza,in Bollett. stor. piacentino,XXV (1930), pp. 145-159; Piacenza, Bibl. com., Schedario Rapetti [sec. XX]; A. Rapetti, Le iscrizioni nella cupola di S. Maria di Campagna...,in Bollett. stor. piacentino,XXXIV(1939), p. 112; XXXVI (1941), p. 77; F. Arisi, in Il Museo Civico di Piacenza,Piacenza 1960, pp. 353 s.; U. Thieme F. Becker, Künstler-Lex.,II,p. 334.