Bandi, Giuseppe
Scrittore e patriota (Gavorrano, Grosseto, 1834 - Livorno 1894). Mazziniano, fu arrestato nel 1857 per aver cercato di far scoppiare una rivolta in Toscana in coincidenza con la spedizione di Pisacane. Liberato e nuovamente arrestato nel 1858, fu condannato a un anno di reclusione nella fortezza di Portoferraio. Nel 1859 entrò nell’esercito piemontese che abbandonò l’anno successivo per partecipare alla spedizione dei Mille. Rientrato come ufficiale nell’esercito regio si distinse nella battaglia di Custoza (1866). Abbandonata la carriera militare, si dedicò al giornalismo, chiamato a dirigere nel 1872 la «Gazzetta livornese», della quale divenne proprietario nel 1876. Nel 1877 fondò, sempre a Livorno, un nuovo quotidiano «Il Telegrafo». Schierato a sinistra, ma avversario tenace dell’estremismo, assecondò i gusti del pubblico proponendo uno stile vivace e spigliato con una forte vena polemica. Fu autore in gioventù di alcuni versi e si dedicò poi anche alla stesura di romanzi storici. Nella memorialistica garibaldina spicca la sua opera I Mille, pubblicata a puntate sul «Messaggero» e sul «Telegrafo» dal 1886 e raccolta poi in volume nel 1902. Insieme con le Noterelle di Cesare Abba, ma differenziandosi da queste per un tono più diaristico e meno letterario, I Mille rappresentano la più vivace rievocazione della spedizione garibaldina. Morì assassinato dall’anarchico Oreste Lucchesi.