Becce, Giuseppe
Compositore e direttore d'orchestra, naturalizzato tedesco, nato a Lonigo (Vicenza) il 3 febbraio 1877 e morto a Berlino Ovest il 5 ottobre 1973. Pioniere della musica per film, molto attivo in ambito cinematografico fin dall'epoca del muto, nella sua lunga carriera, spesa interamente in Germania, ha attraversato le principali fasi evolutive di questo genere di composizione. Come direttore d'orchestra ha curato l'accompagnamento musicale di numerosi film muti, presso le principali sale di Berlino, attività che ha rielaborato e sistematizzato nella sua Kinothek, catalogo di musiche d'atmosfera tra i più famosi dell'epoca. Come autore di partiture originali ha contribuito al formarsi di quella che è stata definita una "drammaturgia media della musica per film" (Simeon 1987, p. 104). Nel 1971 gli è stato assegnato il Filmband in Gold für langjähriges und hervorragendes Wirken im deutscher Film.
Dopo gli studi di filologia all'università di Padova, si trasferì a Berlino, dove si dedicò alla musica. Studiò direzione d'orchestra con L. Schmidt e composizione con A. Nikisch; nel 1910 presentò il suo primo lavoro, l'operetta Das Bett der Pompadour, seguita nel 1912 dall'opera Tullia. Tramite il suo librettista, K. Matull, nel 1913 entrò in contatto con il produttore Oskar Messter che gli affidò il suo primo accompagnamento musicale. L'occasione fu il film biografico Richard Wagner (1913) di Carl Froelich, in cui B. era stato chiamato a recitare nel ruolo principale (data la somiglianza con il protagonista); per aggirare le richieste eccessive sui diritti per l'uso delle musiche di R. Wagner, il produttore affidò il commento musicale a B., il quale assemblò musiche del repertorio classico, liberamente arrangiate, e brani originali da lui stesso composti, mettendo a punto il metodo che avrebbe adottato anche in Schuldig (1913) di Hans Oberländer e Komtesse Ursel (1913) di Curt A. Stark. Giunse così all'idea della Kinothek (abbreviazione di Kino-Bibliothek), ovvero di una raccolta in cui far confluire i brani d'atmosfera che andava componendo, indicizzandoli in base alle diverse situazioni filmiche in cui potevano essere impiegati. Pubblicata in fascicoli a partire dal 1919, la raccolta raggiunse nel 1929 la dimensione di dodici volumi, riscuotendo notevole successo.
Contemporaneamente, B. svolse come direttore della rivista "Kinomusikblatt" un intenso lavoro teorico, che confluì nello Allgemeines Handbuch der Film-Musik (1927), manuale in due volumi scritto in collaborazione con H. Erdmann e L. Brav. B. curò la seconda parte del repertorio, in cui si offre un'ulteriore raccolta di oltre 3000 brani, classificati in base a tre categorie principali e una nutrita serie di sottocategorie, relative a varie "situazioni emozionali, drammatiche o ritmico-motoriche schematizzate in una tabella, una specie di mappa in grado di aiutare a trovare la musica più adatta per qualsiasi scena cinematografica" (Simeon 1995, p. 41). Come direttore d'orchestra, arrangiò e diresse le musiche in occasione di importanti prime visioni berlinesi degli anni Venti, tra cui quelle di Geheimnisse einer Seele (1925; I misteri di un'anima) di Georg Wilhelm Pabst e Die Abenteuer eines Zehnmarkscheines (1926) di Berthold Viertel. Ma i risultati più rilevanti li ottenne con le due partiture originali che realizzò per i film di Friedrich Wilhelm Murnau Der letzte Mann (1924; L'ultima risata) e Tartüff (1926; Tartufo). Quest'ultimo segnò per B. il passaggio da un accompagnamento di carattere prevalentemente compilativo, basato sui principi della Kinothek, alla composizione di musiche interamente originali, in cui l'uso del leitmotiv è legato alla specifica dimensione temporale e narrativa del film, e assume un'autonoma funzione drammaturgica che precorre diverse soluzioni tipiche di questo genere di scrittura.
Dopo l'avvento del sonoro, B. continuò a comporre musica per film di generi diversi, prediligendo tuttavia i film tratti da opere letterarie (Der Spieler, 1938, Il giocatore, di Gerhard Lamprecht, regista con il quale stabilì un proficuo sodalizio), le trasposizioni cinematografiche di operette e opere liriche, tra cui Fra diavolo (1931) di Mario Bonnard e La canzone del sole (1933) di Max Neufeld. Un altro genere che si rivelò particolarmente congeniale al suo stile è quello dei Bergfilme (film di montagna); tra questi, vanno ricordati Berge in Flammen (1931; Montagne in fiamme) e Der Rebell (1932; Il grande agguato) di Luis Trenker ‒ che secondo S. Kracauer segnano il punto d'incontro dei film di montagna con i film nazionalistici ‒, Das blaue Licht (1932; La bella maledetta) di Leni Riefenstahl e Der ewige Traum (1934) di Arnold Fanck. Contrariamente a quanto fecero molti suoi colleghi, B. restò in Germania dopo l'ascesa del nazismo, collaborando anche ai film politici di Franz Wenzler, che rispecchiavano l'ideologia del regime (Hans Westmar, 1933, e Hundert Tage, 1935). All'inizio degli anni Quaranta tornò per qualche tempo in Italia, dove lavorò con Alessandro Blasetti (La cena delle beffe, 1942), Giuseppe Amato e Erich Engel (Non mi sposo più, 1942), Gennaro Righelli (Orizzonte di sangue, 1942), Giulio Antamoro e Federico Sinibaldi (L'angelo bianco, 1943). Nel secondo dopoguerra riprese a lavorare intensamente, sia con Trenker sia impegnandosi anche in un altro genere, quello degli Heimatfilme (film di ambientazione rurale, tesi a valorizzare le bellezze dei luoghi). La sua produzione iniziò a rallentare dalla seconda metà degli anni Cinquanta, limitandosi sempre più al documentario.
K. London, Film music, London 1936, pp. 239-43; E. Simeon, La nascita di una drammaturgia della musica per film: il ruolo di Giuseppe Becce, in "Musica/realtà", 1987, 24, pp. 103-19; E. Simeon, Manuale di storia della musica nel cinema, Milano 1995, passim.