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BECHERINI, Giuseppe

di Leila Galleni Luisi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BECHERINI, Giuseppe

Leila Galleni Luisi

Nato a Prato il 29 ag. 1758 da Antonio e da Anna Paoli, apprese la musica dal padre, che era organista della primaziale, e da Giovanni Francesco Becattelli (figlio di Giovanni Francesco), e nelle scuole dei gesuiti studiò con profitto lettere e scienze; ebbe anche buona conoscenza del francese e del tedesco. Il 3 ott. del 1795 il Comune di Prato, per non farlo allontanare dalla città in cerca di un posto sicuro, dette un positivo riconoscimento alle scuole di violino e di tromba, istituite da più di quarant'anni, nominando il B. maestro di violino, con pagamento annuo di 24 scudi. Ciò valse a rendere la scuola veramente efficiente e rinomata. Nel contempo il B. svolgeva attività di organista nel monastero di S. Vincenzo e di accompagnatore all'organo della primaziale, dove fin dal 1769 era maestro di cappella G. Bottari. Nel 1805, per incarico del vescovo Francesco Toli, fu provveditore alla Misericordia, riuscendo a risollevarla dalla grave decadenza in cui versava. Fece parte dei Filarmonici di Bologna, del Collegio musicale di Firenze (21 luglio 1813) e dell'Accademia fiorentina delle belle arti (18 sett. 1821; v. Raccolta Guasti). Da quest'ultima Accademia venne accolto ed elogiato un suo piccolissimo trattato, L'Ottava Musicale, andato perduto, che doveva consistere in un foglio esplicativo della "tastiera del cimbalo". Egli lavorò anche al progetto di fondazione della Accademia degli Infecondi Filarmonici di Prato (1823), di cui pure fece parte. Ritornato in patria con la Restaurazione il maestro G. Bottari, il B. dovette restituirgli il posto di maestro di cappella della primaziale, da lui tenuto in sua assenza, e dividere con lui gl'insegnamenti di canto e di suono nella scuola di musica della città. Dopo varie diatribe, questa divisione, ratificata il 13 genn. 1819, comportò uguale stipendio di lire 3.57 annue a ciascuno dei due maestri.

Morto il Bottari il 3 febbr. 1821, il B. fu nominato maestrodi cappella della primaziale, incarico che tenne per diciassette anni, fino al 30 nov. 1838; per la grave cecità incombente non si semi, invece, più in grado di tenere l'insegnamento nella scuola e chiese la pensione.

Morì a Prato il 3 sett. 1840.

Dal suo testamento, steso il 13 ag. 1829, si rileva che per sua volontà vennero messi in vendita non solo i suoi due "cimbali grande e piccolo", ma tutta la musica "che mi troverò a possedere al, tempo della mia morte, e tanto composta da me, quanto da altri autori...". Gli esecutori, i canonici Giuseppe e Giorgio Campostrini, vendettero quindi la musica, che trovarono nell'archivio musicale del duomo, a un suo scolaro di cui si- ignora il nome. I trattati d'armonia, che il B. possedeva, furono donati alla Bibl. Roncioniana di Prato, la musica da lui composta restò alla chiesa, ma la famosa Messa funebre, che in suo onore fu suonata il giorno del suo ufficio funebre in duomo (9 ott. 1840), fu data al Collegio musicale di S. Gaetano in Firenze, dove venne male eseguita, dimenticata e dispersa.

Alla morte del figlio Antonio, le eredi donarono la musica che era presso di loro al Capitolo del duomo, dove una parte è rimasta e viene talvolta eseguita ancora. La produzione del B. fu molto numerosa, si parla di trecentododici composizioni senza contare i Salmi e gli Inni dei Vespri per tutto l'anno a due voci e a versi spezzati. col solo basso, che Pietro Bogani, nel darne notizia (Racc. Guasti, n. 212), dice perduti. Nel lungo elenco di composizioni, che si trovavano nel Capitolo, erano musiche per ogni ufficio divino: più di sessanta sono gl'Introiti e gli Alleluia (a 2 e a 3 voci con piccola orchestra), 16 le Messe complete di tutte le parti, a cui vanno uniti più di venti pezzi fra Credo, Kyrie, Gloria e Domine, dixit, trentuno Inni, cinque Memento, una ventina di Lamentazioni ealtre composizioni come Magnificat, Crucifixus, ecc. Segue a questo un altro lungo elenco di composizioni sacre, che erano in casa Becherini, dove doveva trovarsi anche la sua sola composizione che si ricorda di genere non sacro, una cantata a 2 voci, intitolata La Melodia e l'Armonia da lui scritta per le riunioni musicali che si tenevano ordinariamente in casa sua e a cui convenivano come se fosse stata una società, musicale tutti i musicisti e gli appassionati di Prato e dei luoghi vicini (Bogani). L'ultima composizione, una Regina Coeli, è del 1836.

La Raccolta Guasti contiene anche (n. 214): Il Sentenzioso del Metastasio per uso di me, in cui le sentenze, estratte dai melodrammi del Metastasio, sono raggruppate per materia e i gruppi sono ordinati alfabeticamente.

Di lui, inoltre; abbiamo tra editi ed inediti, sempre nella Raccolta Guasti: Cognizioni pratiche di musica corredate d'esempi tratti da' migliori autori, e dirette principalmente a porre in vista ai giovani dilettanti di suono la più esatta maniera d'accompagnare, Prato 1813; l'opera, divisa in 16 capitoli, con una prefazione e un'appendice, è veramente notevole; con essa infatti il B. "stabilì il principio e la derivazione delle Dissonanze dall'unione delle sette corde della scala in più terze successive" (Gaspari); Divo Iosepho, Deiparae Sponso, Se suasque metaphisicas Theses de Dei exixtentia, de necessitate rivelatae religionis ac de animae humanae libertate quas in Regio Collegio Pratensi publice propugnandas assumit DDD Ioseph Becherini Pratensis in eodem Collegio philosophiae atque Matheseos auditor data cuilibet post tertiuni augendi facultate, Florentiae 1775; L'Ottava Musicale sommariamente analizzata sulla tastiera del cimbalo a vantaggio della gioventù dilettante". (dedicata al priore Leonardo Martellini); Trattato di regole le più necessarie per il portamento della mano per i suonatori d'organo e di cembalo; Sonetto per le sorelle Baldanzi in occasione di prender l'abito religioso... il dì 28 IV 1817; Pensieri devoti tratti li più dai Salmi con successive analoghe orazioni..., Prato 1832; Quartina alla Musica; Discipulus sibimetipsi; Falibotria in Villa Becherini a Galciana, sono due versi, posti sotto una pittura murale che raffigurava l'eroe biblico Samgar; Invocazione ai Santi del Cielo..., Prato 1810 e 1813. Queste ultime sei stampe sono davvero cosa di minimo conto, servono soltanto per attestare che il B. fu uomo di cultura, e sarebbero andate certamente perdute, se il Guasti non le avesse inserite nel n. 213 della sua raccolta.

Fonti e Bibl.: Prato, Biblioteca Roncioniana fondo Guasti, S.Nicastro, Raccolta Guasti (nn.212, 213, 214) [le lettere sono nel n. 213]; P. Bogani, Notizia sopra le opere musicali del B. compilata dal maestro G. B., in S. Nicastro, Raccolta Guasti n.212; F. Baldanzi, Necrologia di G. B., in Gazzetta di Firenze, 17 ott. 1840, n. 125; C. Guasti, Biografia pratese, Prato 1844, p. 21, n. 27; Id., Giuseppe Silvestri, l'amico della studiosa gioventù. Memorie, II, Prato 1875, pp. 350, 356, 365; G. Giani, Maestri di musica in Prato, in Arch. stor. pratese, III, 4 (1920), pp. 156-158; A. Badiani, Due lettere al sacerdote G. Orlandi, ibid., X(1932), pp. 1, 59 ss.; G. Gaspari, Cat. d. Bibl. musicale G. B. Martini di Bologna, I, Bologna 1961, pp. 274 s.

Vedi anche
Francesco Cortéccia Cortéccia, Francesco. - Musicista (Firenze 1502 - ivi 1571). Organista di S. Lorenzo a Firenze e maestro di cappella dei Medici, compose molta musica, specialmente madrigalistica, ancora oggi interessante esteticamente e storicamente. Giovanni Francesco Anèrio Anèrio, Giovanni Francesco. - Musicista (Roma 1567 - Graz 1630), fratello di Felice; fu allievo del Palestrina. Sacerdote dal 1616. Maestro di cappella in varie chiese di Roma (1600-09, 1613-21) e nel duomo di Verona (1609-10), quindi (dal 1624) alla corte di Sigismondo III di Polonia. Fecondo in ogni ... Antonio Lòtti Lòtti, Antonio. - Musicista (forse Venezia 1667 circa - ivi 1740). Figlio di Matteo Lotti, Antonio, maestro alla corte di Hannover, fu allievo di G. Legrenzi. Dal 1687 in poi fu attivo quasi sempre a Venezia in S. Marco, dapprima quale cantore, poi (dal 1692) organista e infine (dal 1736) maestro di ... Giovanni Animùccia Animùccia, Giovanni. - Musicista (n. forse Firenze, dopo il 1500 - m. Roma 1571); forse allievo del fratello Paolo, fu dal 1550 a Roma, dove nel 1555 successe al Palestrina quale maestro della cappella Giulia in S. Pietro. Più che per le poche pagine profane (madrigali) l'Animuccia, Giovanni è ammirato ...
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