BELLUOMINI, Giuseppe
Nato a Viareggio nel 1776, da Francesco e da Margherita Poggi, fece i primi studi a Lucca presso uno zio canonico; laureatosi a Pisa in medicina, si recò poi a Vienna a perfezionarsi.
Anch'egli, come il padre, compare sulla scena politica di Lucca nel 1799, alla caduta della Repubblica aristocratica; irrequieto, brillante, ingegno multiforme, il B. si segnalò come rappresentante diplomatico di Lucca a Parigi sotto il consolato e l'impero. Vaghe le notizie sull'inizio della sua carriera politica. Secondo il Bongi, da cui deriva quasi tutta la letteratura sul B., le prime missioni diplomatiche furono, nel 1801, quelle presso i generali Miollis, Belleville, Murat, e presso il re d'Etruria. Non sembra fondata la notizia del Marmottan (p. 16) di un B. ambasciatore a Parigi nel 1798, prima di Cesare Lucchesini. Col padre e lo zio Giovan Domenico fece parte nel 1801 della commissione incaricata dal Saliceti di redigere la nuova costituzione della Repubblica lucchese. Nel 1802 fu inviato a Milano come incaricato d'affari presso il Melzi D'Eril, e nel 1803 a Parigi come deputato straordinario presso il primo console. Con Nicolao Giorgini rappresentò Lucca all'incoronazione di Napoleone nel dicembre 1804; l'anno seguente seguì Napoleone prima a Milano per la sua incoronazione a re d'Italia, poi a Bologna, dove la deputazione lucchese, guidata dal padre del B., gonfaloniere, ricevette la nuova costituzione del principato. I Baciocchi lo nominarono nel settembre 1805 loro ministro residente a Parigi, dove rimase fino alla soppressione della legazione nel 1808. In quest'anno, col decreto del 29 aprile, successe nella carica di ministro delle Finanze al padre gravemente malato.
In questo periodo si registra però un mutamento di fortuna nella carriera politica del B., dovuto a ragioni rimaste in gran parte oscure. Nel 1809 gli furon tolte le Finanze, rimanendo ministro del Culto, della Forza Armata, della Polizia e della Posta. L'anno successivo fu esonerato anche da questi incarichi, nonostante le private attestazioni di stima da parte dei principi, e fu lasciato nel Consiglio di Stato col titolo onorifico di ministro senza portafoglio. Si ritiene che una delle cause della sua disgrazia politica sia stata la traduzione dell'opera del barone di Holbach, Le bon sens, che egli nel 1809 fece pubblicare a Lucca, rimaneggiata, in 2 volumi col titolo Riflessioni sulla Religione Cristiana e la falsa data di Roma 1806; tutte le copie del libro furono sequestrate, e si conservano nell'Archivio di Stato di Lucca.
Da questo momento è difficile seguirlo nelle vicende della vita. Nel 1811 fu scagionato, per l'intervento della stessa principessa, che lo considerava "francese di cuore, d'interessi, e d'opinioni", dall'accusa di aver avuto parte nella congiura Boccella contro il principato. Alla caduta di questo, nel marzo 1815, scoppiati a Viareggio dei tumulti popolari antifrancesi, uccise, pare per legittima difesa, il capo dei rivoltosi, tale Sebastiano Belli, detto "il Morino"; sottrattosi a stento alla furia popolare, fuggì a Firenze, fu processato in contumacia, e assolto il 14 ott. 1814, per decreto speciale del governatore austriaco, generale A. Starhemberg. Nel 1817 a Vienna si adoperava a riacquistare influenza negli affari lucchesi, avvalendosi dell'amicizia del Metternich. Per i suoi maneggi politici, fu esiliato ai primi del 1818 da Maria Luisa e poi graziato il 23 luglio 1822. Ormai al di fuori degli affari pubblici e ridotto in strettezze economiche, tornò alla professione medica facendosi divulgatore della dottrina omeopatica. Nel 1832 era a Londra, dove si acquistò fama e clientela per aver curato e guarito Maria Malibran. Tornato a Lucca verso il 1840, fu medico di corte del duca Carlo Lodovico, dal quale aveva ottenuto una pensione.
Trascorse gli ultimi anni presso il fratello Giacomo a Firenze, dove morì il 25 febbr. 1854.
Del B. sono conservati, nella Biblioteca dell'Archivio di Stato di Lucca, gli Appunti storici di cose lucchesi, dal 15 maggio 1796 al 4 genn. 1802 (ms. n. 98) e un Compendio degli Annali del Muratori dall'anno 573 al 1360 (ms. n. 84). Pubblicò Archivio della medicina omiopatica pubblicato da una società di medici tedeschi e tradotto in italiano dal D.re G.B., I-II, Lucca 1827-30; Istruzioni al popolo sul modo di preservarsi dal colera asiatico e di curarlo, Firenze 1849.
Fonti e Bibl.: Oltre alle fonti citate alla voce Francesco (e specie S. Bongi, Invent. del R. Arch. di Stato di Lucca, III, Lucca 1880, pp. 177-180), si veda: A. Mazzarosa, Storia di Lucca, in Opere, IV, Lucca 1842, pp. 210, 211, 212, 217, 224, 225, 227, 228, 229; Regesto del carteggio privato dei principi Elisa e Felice Baciocchi, Roma 1963, pp. 7 s., 57 s., 164-167, 202 s., 219, 234, 256; P. Marmottan, Bonaparte et la Rép. de Lucques, Paris 1896, pp. 16, 25, 35, 68, 82, 88 s.; G. Sforza, Ricordi e biogr. lucchesi, Lucca 1916, pp. 257 s.; G. Simonetti, C. Saliceti e la Rep. di Lucca, in Arch. stor. di Corsica, XIII (1937), p. 342; F. Lemmi, Storia Politica d'Italia. L'età napoleonica, Milano 1938, pp. 99, 101, 195, 196; R. Bocconi, La società civile del Settecento veduta da I. Chelini e dai suoi contemporanei, in Bollett. stor. lucchese, XI (1939), pp. 161-63; A. Brancoli, L'opera polit. di Francesco e G. B. nei loro rapporti con Napoleone ed Elisa Bonaparte, ibid., XIII (1941), pp. 145-167; M. D. Orzali, I processi contro i giacobini lucchesi, Lucca 1947, pp. 25 s.; I carteggi di F. Melzi, a c. di C. Zaghi, I, Milano 1958, pp. 271, 310, 327, 422; IV, ibid. 1960, p. 426.