BENELLI, Giuseppe
Nacque a Pesaro il 7 genn. 1889. Compiuti gli studi presso l'Istituto tecnico industriale di Fermo, rimasto orfano del padre, nel 1911 impiantava a Pesaro una piccola officina meccanica di precisione, alla cui attività ben presto parteciparono, contribuendo efficacemente al suo sviluppo, i fratelli minori Giovanni, Francesco, Filippo, Domenico e Antonio. All'inizio si trattò di una modesta impresa artigiana e casalinga per la riparazione di fucili da caccia, automobili e motocicli; successivamente venne attrezzata per la fabbricazione di ricambi per automobili.
La prima guerra mondiale - alla quale presero parte, oltre al B., anche i fratelli Giovanni, Francesco e Filippo - non provocò una stasi dell'azienda, che ebbe invece commesse di lavori per motori aeronautici da parte delle società "Colombo" e "Isotta Fraschini", e altre dalla "OM e dall'"Alfa Romeo".
Le strette della crisi post-bellica furono risentite, nel settore metalmeccanico., con aumenti degli oneri fiscali e dei costi generali, con l'irrigidimento degli sbarramenti doganali esteri e contrazioni del fatturato. La specializzazione motoristica d'alta precisione facilitò, però, la riconversione della ditta, che si dedicò al settore motociclistico, indirizzandosi subito verso un miglioramento dei modelli e la ricerca di affermazioni dimostrative nel campo delle competizioni agonistiche.
Tra il 1919 e il 1920 fu progettato e costruito un motore monocilindrico a due tempi da 75 cc. di cilindrata, presto abbandonato perché l'applicazione alla forcella anteriore delle biciclette, nonostante soluzioni d'avanguardia (trasmissione a catena e parastrappi), dava scadenti risultati. Tra il '20 e il '21 fu progettato e realizzato il primo motociclo completo della ditta, il Benelli tipo A, monocilindrico verticale a due tempi, alesaggio e corsa 50 per 50, 100 cc. di cilindrata, 1 CV di potenza, lubrificazione a miscela, cambio a due rapporti, trasmissione a catena e parastrappi, magnete Bosch, carburatore Amal, forcella anteriore elastica, telaio in tubi d'acciaio. Seguì ben presto il Benelli tipo B, di potenza accresciuta: 125 cc. di cilindrata, alesaggio a corsa 55 per 52, 1 1/4 CV di potenza.
Al 1923 risale la costruzione del modello con motore monocilindrico da 147 cc. di cilindrata, che segnò l'ingresso della Benelli nel settore agonistico, e rimase in gara fino al 1926.Nel 1927fu prodotto il modello da 175 cc. di cilindrata, monocilindrico verticale con valvole in testa, quattro tempi, alesaggio e corsa 62 per 57, lubrificazione a circolazione continua sistema Benelli, cambio a tre rapporti, nuova distribuzione "a cascata", frizione a dischi multipli, monoalbero, poi modificato anche in bialbero. Il modello ebbe un notevole successo di mercato, e fu prodotto nei tipi turismo, sport e gran-sport; presentato in gara fino a tutto il 1934, vinse più di settanta competizioni, conquistando il campionato d'Italia nel 1927, 1928, 1930 e 1931, e terminando con la vittoria nel Gran Premio di Francia a Monthléry.
La politica generale di protezione e sostegno verso l'industria italiana, il conflitto italo-etiopico, e la scomparsa - in seguito alle "sanzioni" decretate dalla Società delle Nazioni - della concorrenza estera dal mercato interno, crearono per la ditta Benelli una solida base di incremento. Il B. poté così progressivamente ampliare il complesso industriale - che arrivò a comprendere, negli anni della seconda guerra mondiale, 25.000 metri quadrati, di cui 8.000 coperti, e circa 500 dipendenti -, perfezionare l'attrezzatura automatica e semiautomatica d'alta precisione, organizzare catene di montaggio, ampliare la rete commerciale, intraprendere altre produzioni, come motocarri.
Nel 1936, frutto di particolari studi e brevetti, veniva prodotto il modello da 250 cc. di cilindrata. Era un monocilindro inclinato di 120 a valvole in testa, alesaggio a corsa 67 per 70, 10 CV di potenza, cambio a quattro rapporti, che, oltre un normale telaio semirigido, offriva a scelta un rivoluzionario telaio elastico. Presentato nei tre tipi, normale, sport e super-sport, passava dai 10 ai 19 CV di potenza, e dai 90 ai 130 km/h di velocità. Il modello ebbe brillanti affermazioni, oltre che di mercato, sportive, interrotte queste dallo scoppio della seconda guerra mondiale. Una versione bialbero, con la guida del corridore R. Alberti, sul rettifilo di Altopascio (Lucca) dell'autostrada Firenze-Mare conquistò nell'estate 1935il record del miglio e del chilometro lanciato, con km/h 182,500.
Altro modello prodotto dalla casa fu quello da 500 cc. di cilindrata, anch'esso monocilindrico inclinato di 120, con valvole in testa e testa completamente emisferica, alesaggio e corsa 85 per 87, circa 24CV di potenza, lubrificazione con pompa a ricupero di nuovo tipo, distribuzione "a cascata" rielaborata, applicazione a scelta del telaio elastico, 140 km/h di velocità.
Tra i prototipi di questi anni, va ricordato un modello da 250cc. di cilindrata, a quattro cilindri, quattro tempi, con compressore e raffreddamento ad acqua, appositamente studiato per record, che non poté intraprendere tentativi per la sospensione delle gare causata dalla seconda guerra mondiale, e fu presentato alla stampa specializzata nel 1960, in una versione priva del raffreddamento ad acqua.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale, con l'espansione delle commesse militari, aveva ulteriormente favorito l'ampliamento della ditta. I "reparti mobili" del Corpo dei bersaglieri furono infatti dotati di moto Benelli 250, e nel settore libico furono specialmente impiegati i motofurgoni. Le vicende finali del conflitto - i bombardamenti, le requisizioni del macchinario e le persecuzioni tedesche al momento della ritirata - portarono alla quasi totale distruzione dello stabilimento. La ricostruzione del dopoguerra vide il B. allontanarsi dalla direzione della ditta, per dissensi coi fratelli e specialmente per una malattia che doveva portarlo alla tomba. Riuscì però ancora ad impiantare, sempre a Pesaro, una nuova azienda, la "Motobi".
Il B. morì a Pesaro il 9 nov. 1957
I diversi modelli, nelle successive versioni, utilizzarono varie rielaborazioni tecniche e dispositivi brevettati. Tra questi, considerando soltanto quelli intestati al B., i principali sono: brevetto n. 255634 del 29 ott. 1927 "Disposizione per formare e fissare la scatola della trasmissione per il comando dell'albero di distribuzione in testa nei motori a scoppio" (la trasmissione del movimento per la distribuzione delle varie fasi alle valvole avviene tramite una serie di ingranaggi posti verticalmente in un apposito carter; il moto viene derivato da un ingranaggio calettato sull'albero motore, mentre diversi ingranaggi intermedi assolvono la funzione di trasmettere il movimento ad ingranaggi calettati sugli alberi o sull'albero a camme in testa. Si tratta del sistema detto "a cascata" per la sua particolare disposizione); brevetto n. 311927 del 19 ott. 1933 "Disposizione per il raffreddamento dell'olio di lubrificazione nei motori a combustione interna, particolarmente per mbtocicli" (l'olio, contenuto in un carter alettato, prima di ritomarvi, passa attraverso un radiatore posto sopra il serbatoio); brevetto n. 337299 del 29 febbr. 1936 "Disposizione per la sospensione elastica della ruota posteriore di motocicli e simili" (si tratta di un dispositivo costituito da un forcelione oscillante, dotato di due astucci oscillanti contenenti molle antagoniste, destinate ad assorbire le vibrazioni trasmesse dal terreno: esso permette la necessaria oscillazione elastica della ruota sul piano verticale mediano, assorbe le reazioni oblique e trasversali del suolo e l'azione laterale della catena che trasmette il moto alla ruota eliminando qualsiasi inflessione laterale della forcella posteriore, che risulta scorrere in guide fisse all'ossatura, assicura un'ottima stabilità del veicolo e facilita l'attacco del sidecar); brevetto n. 355145 dei 21 dic. 1937"Disposizione per rendere silenzioso lo scappamento di motori a combustione intema e particolarmente di motocicli e veicoli analoghi,; brevetto n. 363868 del 15 ott. 1938 "Comando a manopola con l'indicazione della posizione assunta, per motocicli e simili"; brevetto n. 368022 del 7 febbr. 1939" Motore a scoppio con compressore montato su un fianco di esso"; brevetto n. 370817 del 2 maggio 1939 "Telaioper motocarro" (si riferisce ai telai, provvisti di assale a due ruote, che possono essere attaccati ad un motociclo per costituire un veicolo da trasporto azionato dalle predette due ruote del telaio, cui si trasmette il movimento del motore del motociclo); brevetto n. 385564 del 13 marzo 1941 "Motore a combustione intema a due tempi" (si riferisce ai motori in cui la distribuzione è eseguita dallo stantuffo; ha lo scopo di limitare le perdite di gas freschi attraverso lo scarico. Lo stantuffo ha la testa limitata alla periferia da una zona rientrante con profilo arcuato. Nella posizione di punto morto intemo la parte frontale curva si trova affacciata alle luci di ammissione e di scarico del cilindro: i gas freschi sono così convogliati verso il fondo dello stantuffo, e i gas combusti non incontrano ostacolo al deflusso. Il nuovo sistema non è squilibrato rispetto all'articolazione con la biella, il costo di lavorazione è minore, sono migliorate le condizioni di combustione); brevetto n. 387673 del 25 luglio 1941 "Disposizione per il raffreddamento dei motori a combustione intema per motocicli, motocarri e veicoli analoghi"; brevetto n. 388304 del 12 sett. 1941 "Bicicletta a motore col motore montato dietro la ruota posteriore"; brevetto n. 409523 del 20 febbr. 1945 "Blocco motore a combustione interna per la propulsione di veicoli"; brevetto n. 410401 del 7 apr. 1945 "Carburatore per piccoli motori a due tempi"; brevetto n. 421689 del 30 maggio 1947 "Sospensione elastica per motociclette o veicoli analoghi" (la sospensione elastica per la ruota posteriore è portata da una forcella imperniata nella parte inferiore del telaio rigido. È costituita da almeno una molla, compresa in un piccolo spazio dietro la base del telaio fra un appoggio fisso al telaio stesso e una testa collegata, in un solo senso, ad una traversa per mezzo di un tirante scorrevole in un foro della traversa stessa e con contrasto formato da un dado avvitato. La traversa è portata dai rami della forcella posteriore).
Fonti e Bibl.: L'archivio dell'azienda Benelli è andato distrutto per eventi bellici. Per i brevetti, si veda quindi: Ministero dell'Industria e del Commercio, Ufficio centrale dei brevetti, al nome del B.; per le caratteristiche dei modelli prodotti, si vedano le fotografie, gli articoli e gli avvisi pubblicitari apparsi nelle annate di Motociclismo, La Moto, Annuario Motociclistico Italiano. Per un elenco delle principali affermazioni sportive, vedi 1911-1961. Benelli nel cinquantenario.- Bologna s. d., pp. 2 S. Si veda ancora L'industria meccanica ital. alla fine del 1951, Roma 1952, pp. 140 s.; Storia ill. del motociclismo in Italia, II, Milano 1960, pp. 130 s.; Artefici del lavoro ital., III, Roma 1962, pp. 60 s.