Bertolucci, Giuseppe
Regista cinematografico e teatrale, nato a Parma il 24 febbraio 1947. Figlio del poeta Attilio e fratello del regista Bernardo, ha tratto dall'ambiente familiare molteplici stimoli che lo hanno portato a esprimersi mediante la poesia e la pittura e a nutrire un cinema che si sviluppa sul crinale che separa intelligenza analitica e suggestione visiva di ascendenza onirica, sempre più rivolto verso una teatralità intesa come ricerca di nuovi modi della rappresentazione.
La sua città è sempre stata Roma, dove la famiglia si trasferì nel 1952, sebbene Parma abbia rappresentato un punto di riferimento importante del suo universo poetico. I suoi studi letterari si interruppero alla fine degli anni Sessanta per una serie di collaborazioni importanti: fu aiuto regista per La strategia del ragno (1970) del fratello Bernardo e per L'inchiesta (1969) di Gianni Amico. Durante le riprese di Novecento (girato nel 1974-75 e uscito nel 1976) di B. Bertolucci, realizzò ABCinema, un documentario (montato solo nel 1975 dall'amico Kim Arcalli) che, proponendosi di percorrere i passaggi che conducono dalla scrittura al montaggio del film, esplora i complessi rapporti tra un grande set internazionale e l'ambiente sociale contadino rievocato. Infatti, il contadino di Novecento, film alla cui sceneggiatura B. aveva collaborato, è uno di quei personaggi marginali, distanti dal potere e dalla cultura, spesso al centro delle sue opere documentaristiche, da Andare e venire (1971), ispirato alle poesie di E. Furlotti, a Se non è ancora la felicità (1976), fino a Panni sporchi (1985), una ricerca sull'ambiente sociale della stazione centrale di Milano, e a Il perché e il percome (1987), colloqui con gli ospiti della comunità di recupero per tossicodipendenti di Villa Maraini a Roma. In Effetti personali (1983) affiora l'interesse per le interazioni estetiche e sociologiche createsi sul set di vari film girati sulle rive del Po. Sempre sul fronte del documentario, è il materiale d'archivio a costituire l'ossatura di acute ricognizioni quali In cerca di Eugenio Montale (1996), In cerca del '68 (1997) e In cerca della poesia: tracce e indizi (1998), tutti prodotti dalla RAI, e ancora di Ragioni politiche. Incontro con Vittorio Foa (2000). Anche per il film di finzione l'esordio di B. fu anomalo: l'incontro nel 1975 con Roberto Benigni, avvenuto nell'ambiente dello spettacolo off-off romano, combinò l'interesse antropologico con la comicità cruda, insieme surreale e terrigna dell'attore toscano. Il regista esaltò le caratteristiche di Cioni Mario, il personaggio summa della sagacia rurale, inventato per un monologo teatrale, protagonista di due regie televisive, Onda libera (1976) e Vita da Cioni (1976-77), e del lungometraggio di esordio Berlinguer ti voglio bene (1977) e poi di Tuttobenigni, film sulla tournée teatrale dell'attore, girato nel 1983 e distribuito tre anni dopo. Inaugurando poi uno stile narrativo mirato all'approfondimento dei sentimenti, con suggestioni di matrice psicoanalitica, rilievi impalpabili di storie passate o rimosse, B. ha proseguito nella realizzazione di lungometraggi con Oggetti smarriti (1980), un confronto tra due compagni d'infanzia che si ritrovano casualmente alla stazione di Milano, con Segreti segreti (1985), un intreccio di storie di donne di età diverse, e con Strana la vita (1988). La predilezione per l'universo femminile diventa virtuosismo da camera in Amori in corso (1989), quindi affiora in La domenica specialmente (1991), uno degli episodi dell'omonimo film diretto da B., Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana e Francesco Barilli, e tocca il lirismo in Il dolce rumore della vita (1999). In L'amore probabilmente (2001), la femminilità assurge a simbolo di interiorità e si confronta con la supposta superficialità della finzione teatrale. Il teatro, nella sua accezione popolare (per i cui aspetti linguistici B. non ha mai nascosto un attento interesse) è anche elemento strutturale di Troppo sole (1994), con Sabina Guzzanti, pirotecnica interprete di parodie tutte femminili, e di I cammelli (1988), road movie su uno sgangherato gruppo di moderni guitti. Il teatro colto si ritrova invece in opere da camera come Il congedo del viaggiatore cerimonioso (1991) da G. Caproni, Il pratone del Casilino (1994) da P.P. Pasolini, Il mago, il re e la regina (1997) dal Macbeth verdiano, e nelle invenzioni sulle messe in scena teatrali di Luca Ronconi per Quer pasticciaccio de via Merulana (1997) da C.E. Gadda e di Annibale Ruccello per Ferdinando (1998). Nel 2001 ha curato la regia della Traviata di G. Verdi al Teatro regio di Parma.
M. Giraldi, Giuseppe Bertolucci, Milano 2000.