BETTINELLI, Giuseppe
Tipografo, editore e libraio a Venezia durante il sec. XVIII, pose il suo negozio in Merceria sotto l'insegna "Al secol delle lettere"; tra le sue prime edizioni, ebbe grande successo di vendita quella delle Opere drammatiche del Metastasio (1733).
I sette tomi, tipograficamente non privi di eleganza, furono adornati da un buon ritratto del poeta (inciso dal Bartoli) e da graziose testatine, dovute probabilmente a F. Zucchi. Tuttavia il Metastasio non ne fu molto soddisfatto: avrebbe voluto qualche cosa di più elegante, meglio adatto al gusto raffinato dei tanti suoi estimatori italiani e stranieri. Tuttavia l'interesse per l'opera era tanto che essa ebbe numerose edizioni (il B. ne pubblicò l'ottava in sette tomi nel 1747).
La pubblicazione della prima raccolta delle commedie di Carlo Goldoni avvenne tra polemiche vicende.
Le narra diffusamente Goldoni stesso nella lettera ad un amico, e più succintamente nei Mémoires: legato per "contratto" con l'impresario Medebac, da cui riceveva uno stipendio con l'obbligo di cedergli un numero stabilito di commedie, egli aveva pensato di trarre profitto dalla stampa di quelle già rappresentate. L'impresario ne rivendicò la proprietà letteraria, e Goldoni dovette concedere che il privilegio di stampa e vendita della edizione fosse rilasciato a nome del B., riservandosi i proventi delle "dediche". Con amarezza avrebbe constatato che le otto prime commedie gli avrebbero fruttato 450 scudi contro i 500 che ne otteneva il Medebac.
Il 12 sett. 1750 uscì il primo tomo delle Commedie di Carlo Goldoni avvocato veneto, tra gli Arcadi Polisseno Fregejo. Dopo il secondo, il B., facendosi forte del privilegio a suo nome e contando di trattare direttamente con il Medebac, rifiutò di avere altri rapporti con il Goldoni.
Questi, indignato, partì per Firenze e si accordò con il Paperini per la stampa di una edizione in 1700 copie di una raccolta in dieci tomi di sue commedie, da lui personalmente curata. Un abilissimo, manifesto per la sottoscrizione screditò la stampa "abusiva" veneziana, che continuava con i testi tratti dai copioni del Medebac (venne ultimata in sette tomi nel 1755). Vi comparivano anche vecchie commedie che l'autore non avrebbe voluto veder stampate, almeno in quella sede, e risultò, in complesso, una cattiva edizione, se non proprio "empia" come la definiva il Goldoni. Si vendette, però, largamente essendo l'edizione fiorentina proibita in Venezia in virtù del privilegio dei Bettinelli.
Anche l'abate Chiari si giovò del B. per la stampa di alcune sue opere: L'uomo, lettere filosofiche in versi…(1755, ristampate nel 1758) e le Commedie in versi (due volumi 1756). Ma intanto in Venezia si andava rinnovando la crisi editoriale dovuta anche alla concorrenza del Baglioni e del Remondini. Esaminate le lamentele dal Senato, Gaspare Gozzi fu incaricato di tre successive relazioni sui possibili rimedi da adottare: ma ben poco ne risultò. Da una di queste relazioni si ricava che il B. fu assai danneggiato dalle manovre dei due più forti competitori, ma seppe. assai bene provvedere ai propri interessi unendosi in "società occulta" (come la definisce il Gozzi) con il Pezzana - che era il maggiore editore di Venezia, dopo il Baglioni e il Remondini - e Simone Occhi.
Sembra proprio che il B. non fosse un "homme flegmatique" come volle far intendere Goldoni, ma un abile commerciante che seppe valersi di protettori autorevoli. Nella sua bottega si riunivano i "patiti" del teatro, capeggiati dall'abate Chiari e dal nobile Antonio Condulmer (tutti avversari del Goldoni); secondo un rapporto dell'agente segreto del Consiglio dei Dieci, Giovan Battista Manuzzi, i frequentatori della libreria Bettinelli erano numerosi e intolleranti. Anche di un altro gruppo di intellettuali seppe il B. acquistarsi le simpatie e la fiducia: quello dei giansenisti. Fu tra i tipografi preferiti per la stampa dei loro opuscoli numerosissimi (in un pamphlet del 1761, stampato dal B. con la data di Ferrara, ne sono elencati quarantasette diffusi nel solo 1761).
Interessante è, per la conoscenza dei prezzi relativi alla produzione del libro, una lettera del B. a Pietro Paolo Carrara (il quale intendeva ristampare il suo Cesare, già edito dal Della Volpe in Bologna nel 1738). Il B. proponeva, per una edizione di 200 copie di ventisei fogli in 8°, "tanto bella e tanto adornata quanto mai sapesse più desiderare", il prezzo di 390 lire, pari a 17 zecchini e 16 lire venete, non volendo per sé "altro guadagno che il suo aggradimento". Ma, pur con quell'assicurazione, il Carrara non accettò il preventivo giudicandolo troppo elevato.
Altra tipica attività del B. fu la pubblicazione di almanacchi, strenne, annuari. Nel 1733 iniziò il Giornale istorico veneto che durò sino al 1746: sono tometti in 32° aventi carattere di annuario, di strenna, di notiziario storico per l'anno trascorso. Nel 1751 iniziò l'annuale Giornale veneto, che proseguì sino al 1756 e fu ripreso dal 1758 al 1775 da B. Milocco. Nel 1751 iniziò il Protogiornale, che interruppe dopo il primo numero per riprenderlo nel 1759: dal 1770 al 1798 fu continuato dal figlio Tommaso. Nel 1774 iniziò la pubblicazione del Nuovo giornale astro-metereologico, che uscì per due anni a nome dei B. e fu ripreso dallo Storti (1776-1781), poi venne proseguito a Padova dal Conzatti ed altri editori sino al 1839. Nel 1777 pubblicò un annuario della magistratura veneta, con i cataloghi dei notari e degli avvocati di Venezia e suo territorio ed un "prospetto" dei sovrani d'Europa: ebbe il titolo di Almanacco ad uso del palazzo veneto e riprese una vecchia pubblicazione del Rumieri (1739), ma non fu proseguita.
Il B. morì nel 1777. La sua attività venne continuata dal figlio.
Tommaso, quando il padre era in vita ed in piena attività, produsse a suo nome alcune edizioni anche di rilievo, come le Opere mediche di J. Jacques Serry, allora insegnante nello studio di Padova (cinque volumi, editi nel 1742). A suo nome uscì anche la traduzione delle Epistolæ di Cicerone del padre A. Bandiera. Dal 1742 al 1744 appare come "vendibile presso Tommaso Bettinelli" la Miscellanea di varie operette (iniziata da G. M. Lazzarini nel 1740), che continuava la celebre raccolta del Calogerà. Dal 1770 al 1798 proseguì il Protogiornale che il padre aveva fondato nel 1751. Le migliori edizioni di Tommaso sono quelle che costituiscono la raccolta - in quattordici volumi - di opere commentate di scrittori latini: Catullo, Properzio e Tibullo, Virgilio, Tacito, Plauto. Orazio, Ovidio. Ogni volume è ornato da una antiporta e da un frontespizio incisi con gusto classicheggiante dallo Scattaglia e dall'Alessandri. Tipograficamente corrette, rappresentano un esempio del buon gusto e della perizia che ancora caratterizzavano gli stampatori veneziani. è anche da ricordare - per la signorile eleganza - l'edizione dell'Eneide, tradotta da C. Bondi (1790).
Si ignora l'anno della sua morte.
Fonti e Bibl.: Venezia, Civico Museo Correr, ms. Donà Dalle Rose 342: Riformatori allo Studio, filza 10, inserti 1-3 (per Tommaso, cc. 363 s., 366); Ibid., cod. Cicogna 2972, c. 66; Bologna, Bibl. dell'Archiginnasio, cod. 162, cc. 92 s.; Fano, Bibl. Federiciana, ms. 126, c. 3; C. Goldoni, Mémoires, in Opere….XXXVII,Venezia 1948, pp. 293, 342 s., 346 s., 356, 360, 362, 371, 404; Id., Lettera ad un amico, ibid.,XXXIX, ibid. 1952, pp. 420-447; G. Gozzi, Relaz. ai Riformatori allo Studio. Stato dell'arte della stampa e librai, in Opere,II, Firenze 1894, pp. 215 ss.; Novelle della repubblica letteraria, XIV(1742), p. 524 e XVI (1754), p. 267; Giornale de' letterati (Firenze), I (1742), n. 3, p. 198 e V (1748), n. 4, p. 205; E. Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, nn. 2125, 2132, 2217 (per Tommaso, si veda n. 4432); A. Parenzo, Almanacchi veneti, Venezia 1897, pp. 10, 60; F. A. Perini, Giornalismo ed opinione pubblica nella rivol. venez., Padova 1938, pp. 18, 21, 203; R. Saccardo, La stampa periodica venez. fino alla caduta della Repubblica, Padova 1942, pp. 37, 126, 130, 136; E. Natali, Il Settecento, Milano 1942, pp. 34, 36, 315, 875, 901; G. Comisso, Agenti segreti venez. nel '700, Milano 1943, pp. 148, 221.