BIANCARDI, Giuseppe
Nato a Milano l'8 ag. 1839, partecipò, studente d'ingegneria, come volontario alla guerra d'indipendenza del 1859. Laureatosi in ingegneria civile nel 1868, intraprese poi la carriera militare, arruolandosi nel 2º reggimento d'artiglieria, per esser poi nominato, nell'ottobre dello stesso anno, sottotenente nello Stato Maggiore dell'arma. Dopo aver partecipato alla campagna del 1866 il B. prestò servizio, continuativamente fino al 1881, presso il Comitato d'artiglieria, il centro di studi dell'arma. Dopo un periodo di servizio presso vari reggimenti, poi presso la Direzione d'artiglieria di Ancona, dal 1888 al 1895 comandò, come colonnello, il 13º reggimento d'artiglieria da campagna. Generale nel 1895, fu comandante d'artiglieria da fortezza a Napoli, poi d'artiglieria da campagna a Bologna. Nel 1899 fu collocato in disponibilità, e dal 1902 in posizione ausiliaria; amareggiato per il provvedimento, chiese subito il collocamento a riposo, e nei ruoli della riserva fu promosso nel 1904 tenente generale. Morì a Roma il 27 sett. 1906.
Gli studi d'artiglieria del B. toccarono varie questioni di impiego, di balistica, di costruzione; la maggior parte dei suoi scritti uscì sul Giornale d'Artiglieria (dal 1874, diviso in due parti,Giorn. d'Artiglieria e Genio,poi dall'84 Riv. d'Artiglieria e Genio). Nel 1868 elaborava un modello di affusto idropneumatico, il cui progetto completo fu presentato nel gennaio 1870 (contemporaneo a quello più noto, a scomparsa, del maggiore inglese A. Moncrieff, presentato nel maggio). Ancora nel '68 si interessava della possibile adozione di proietti discoidali, per accrescere la radenza del tiro. Nel 1872 era inviato in Inghilterra per studi sull'artiglieria; la relazione è in Giorn. d'Artiglieria e Genio, parte 2a, 1874, pp. 103 ss., 509 ss.; 1875, pp. 129 ss. Fu tra i membri più attivi della Commissione per. l'allestimento della nuova artiglieria da costa. Di particolare interesse il saggio su La Fortezza e l'assedio, in Riv. d'Artiglieria e Genio (novembre 1887, pp. 165 ss.; maggio 1890, pp. 179 ss.; settembre 1890, pp. 213 ss.).
Gli studi più importanti del B. riguardarono il problema degli affusti scudati a deformazione, dei quali deve essere considerato l'ideatore. Alla loro base erano dei criteri estremamente lucidi e moderni: conseguimento di una maggiore celerità e precisione di tiro, di una maggiore rapidità di spostamento del pezzo, di una efficace protezione dei serventi; migliore adattamento alle condizioni d'impiego dell'arma, sia per azioni di accompagnamento e spianamento, sia di arresto e interdizione. Le proposte non furono però mai accolte, e le discussioni e il dibattito si trascinarono dal 1880 al 1905. Il primo progetto completo di un materiale da campagna, del 1874, fu presentato alle esperienze nel 1877, ed è conservato nel Museo d'artiglieria di Torino. Nel 1883 (dispensa 6 della Rivista militare italiana)il B. sosteneva la necessità di accrescere l'efficacia e il volume dei tiro a "shrapnel", e nel contempo di ovviare con protezioni alle perdite di serventi; l'anno seguente (Rivista d'Artiglieria e Genio, ottobre 1884, pp. 411 ss.) con l'articolo L'artiglieria da campagna corazzata dimostrava che l'affusto scudato avrebbe portato al miglioramento del tiro, della mobilità, del servizio e dell'impiego del pezzo. Nel concorso per la nuova artiglieria da campagna, bandito nel 1896, il programma escluse però la corazza e il freno idraulico; e un progetto di materiale a tiro rapido del B., presentato nel '97, che prevedeva tra l'altro il cannone scorrevole sull'affusto con freno di rinculo a molla spirale, venne scartato. Tra gli articoli successivi, di studio, chiarimento, e specialmente di polemica, sono da ricordare La moderna artiglieria da campagna, contro il gen. U. Allason (in La Nuova Antologia, 1º marzo 1902, pp. 101 ss.), e L'esercito senza artiglieria (ibid., 1ºnov. 1905, pp. 113 ss.).
Bibl.: Oltre a Encicl. militare ital., ad vocem, si vedano i voll. XV, p. 748, e XXXI, p. 241, dell'Encicl. Ital., e E. Salaris Il gen. G. B., in Riv. militare ital., novembre 1906, pp. 2198 s.; C. Petra di Caccuri,Il gen. G. B., in Riv. d'Artiglieria e Genio, settembre-ottobre 1926, pp. 1531-1542.