BIGNAMI, Giuseppe
Nacque a Bologna il 14 sett. 1838, da Camillo e Anna Lolli; frequentò il liceo, ma interruppe gli studi regolari alla morte dei genitori nel 1855. Appena ventenne, visitò Torino, dove fu introdotto nei circoli della gioventù liberale piemontese e presentato allo stesso Cavour. Nel febbraio 1859, ai primi sintomi della seconda guerra d'indipendenza, ritornò in Piemonte: frequentò la Scuola di cavalleria di Pinerolo, donde passò al reggimento lancieri d'Aosta, prendendo parte alla battaglie di Montebello e San Martino.
Scoppiata nuovamente la guerra nel 1866, il B. si arruolò a Brescia tra i volontari garibaldini e fu, poco dopo, assegnato alla compagnia di sussidio del servizio sanitario organizzato da A. Bertani, verso il quale conservò, anche in seguito, legami di cordiale amicizia. In tale campagna, compiendo anche servizio di guida a cavallo, combatté in prima linea a Condino, Bezzecca, Tiarno, Storo e ancora a Condino. Nel 1867, quale membro del Comitato di soccorso ai feriti garibaldini nell'agro romano, essendo potuto penetrare in Roma con passaporti e commendatizie inglesi e francesi, prestò la sua opera negli ospedali, e riuscì quindi ad accompagnare alcuni volontari fino al confine.
Tornato a Bologna, il B. ricoprì la carica di vicepresidente (1867-68) e, in seguito, di presidente (1869-70) della Società operaia di Bologna, subentrando al Filopanti.
Diede alla Società un indirizzo prevalentemente moderato, mirando a tenerla estranea a questioni politiche e più attiva nell'assistenza mutualistica ai soci e nella divulgazione dell'istruzione popolare, alla quale il B. diede particolare impulso con studi e proposte per scuole serali, biblioteche popolari e per una istituenda Lega per l'istruzione del popolo. Contemporaneamente svolse un'intensa attività - dapprima come consigliere (1868-69), poi vicepresidente (1870-86) e infine presidente (1887-1908) - in favore della Società anonima cooperativa degli operai di Bologna: era un sodalizio fondato nel 1868, che per ben quarant'anni provvide alla fabbricazione e vendita negli spacci pubblici del pane e della pasta a prezzi di concorrenza, esercitando una benefica funzione moderatrice dei prezzi di mercato per i generi di prima necessità; la società si occupava non solo del benessere materiale, ma anche dell'elevazione morale delle classi operaie (istituzione di premi per gli operai frequentanti scuole serali, concessione di sussidi scolastici ai figli dei soci poveri, ecc.).
Il B. fu pure consigliere (1879-81), vicepresidente (1882-93) e presidente (1894-1918) della Società di mutuo soccorso fra i superstiti delle guerre per l'unità d'Italia in Bologna, sorta nel 1879 allo scopo di prestare appoggio morale e materiale ai veterani delle guerre d'indipendenza; in seno a questa egli svolse opera zelantissima, promuovendo manifestazioni e commemorazioni patriottiche e dimostrando esplicitamente in varie occasioni (come per l'uccisione del re Umberto I) fedeltà e devozione alla dinastia regnante.
Nel 1870 il B. fu nominato, con deliberazione consiliare, ispettore scolastico municipale, carica che occupò fino al 1878, quando passò a dirigere la ripartizione comunale della Pubblica Istruzione. In tale ufficio, che resse fino al 1902, esplicò un'opera benemerita in favore dell'istruzione primaria e secondaria (da ricordare l'impulso da lui dato al rinnovamento dell'istituto tecnico industriale "Aldini Valeriani") e degli istituti culturali, primo fra i quali la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio. Trasferito nel 1902 in seguito a mutamento d'amministrazione dall'Istruzione all'Economato, amareggiato, chiese nel 1903 il collocamento a riposo.
Non cessò per questo di occuparsi dell'istruzione scolastica e dell'assistenza morale e materiale ai fanciulli bisognosi: conservò, fino alla morte, la carica di amministratore delle Colonie scolastiche bolognesi, benemerita istituzione fondata dal sindaco Alberto Dallolio, e di soprintendente dell'istituto "Clemente Primodì", destinato ad accogliere ed avviare a un mestiere fanciulli orfani e poveri.
Il B. morì in Genova il 17 maggio 1918.
Bibl.: A. Ravà,Storia delle Assoc. di mutuo soccorso e cooperative nelle prov. dell'Emilia, Bologna 1873, pp. 50, 74; U. Pesci,I Bolognesi nelle guerre nazionali, Bologna, 1906, pp. 134, 243; La festa del cinquantenario della Società operaia maschile, in Il Resto del Carlino - La Patria, 4 dic. 1911; La Società Operaia Maschile nel suo cinauantesimo anno di vita, in Giornale del mattino, 4 dic. 1911; necrologio, in La vita cittadina, IV (1918), n. s, p. 132; La morte del cav. G. B., in Il Resto del Carlino, 19 maggio 1918; G. Federzoni, G. B., in La Strenna delle Colonie scolastiche bolognesi, XXII (1919), pp. VVIII, 3-24; A. Dallolio,Le Colonie scolastiche bolognesi nel 1918,ibid., pp. 27-31; In memoria del cav. uff. G. B., in L'Archiginnasio, XIV (1919), 1-3, pp. 84-85; L'inaugurazione di un busto a G. B., ibid., XXIV (1929), 1-3, pp. 147 s.; R. E. Righi,Un uomo che alle parole preferiva i fatti: G. B., in Strenna storica bolognese, VII (1957), pp. 375-381; T. Barbieri,G. Carducci e le elezioni amministrative bolognesi del 1886, in Boll. del Museo del Risorgim., III (1958), pp. 101, 103, 105; I. Zanni Rosiello,Aspetti del movimento democratico bolognese (1859-1870),ibid., VI (1961) pp. 153, 170 s., 173 s.; Le carte di A. Bertani, Milano 1962, p. 922; Dizionario del Risorg. nazionale, II, pp. 294 s.