BONITO, Giuseppe
Pittore. Nacque a Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1707, morì a Napoli nel 1789. Nominato nel 1751 pittore della corte borbonica fu poi direttore della R. Scuola del disegno (1755), soprintendente della R. tappezzeria napoletana diretta dal Duranti (1757), e consulente regio per ogni lavoro che avesse attinenze con la decorazione e con la pittura. Le sue principali opere son da cercare nelle chiese di Castellammare e di Vico Equense (Napoli), nella reggia di Caserta, nel museo di Bari, e soprattutto nelle chiese napoletane. Discepolo di Francesco Solimena rimase ligio agli schemi e ai modi chiaroscurali del maestro, pur animandoli di potente foga coloristica. Il soffitto della sagrestia del Monte di Pietà in Napoli (1742) e il bozzetto (museo di Napoli) per uno dei quadri del soffitto della chiesa di S. Chiara (1752) sono esemplari tipici del più felice periodo della sua pittura. Incontratosi con Sebastiano Conca nella decorazione del soffitto di S. Chiara, egli cominciò per influsso del compagno a volgersi ai modi accademici romani; e tale orientamento sarà sensibile, nell'opera di lui, durante l'ultimo trentennio della sua carriera. Intermezzi felici alle forniture di decorazioni monumentali furono i suoi ritratti (di tipo solimenesco) e le pitture di scene informate ad attualità di vita - come lo Svenimento e la Distribuzione delle ciliegie del museo di Bari - nelle quali fu seguito e superato da Gaspare Traversi, cui oggi debbono attribuirsi varie di quelle scene di genere che specialmente in raccolte private, e anche nella Mostra della pittura italiana del '600 e '700 a Palazzo Pitti (1922), andavano e vanno sotto il nome del Bonito.
Bibl.: G. Ceci, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910 (con la bibl. precedente); P. Napoli-Signorelli, Gli artisti napoletani della seconda metà del sec. XVIII, in Napoli nobilissima, n. s., II (1921), p. 10 segg.; R. Longhi, Di G. Traversi, in Vita artistica, 1927, p. 145 segg.