BORSALINO, Giuseppe
Nacque a Pecetto di Valenza, sulle colline del Monferrato, il 15 sett. 1834 da Renzo, inserviente comunale, e da Rosa Veglio. Irrequieto, indocile, di scarsa applicazione agli studi, il B. abbandonò la famiglia a tredici anni per recarsi dapprima nella vicina Alessandria, ove lavorò per circa quattro anni come apprendista cappellaio, quindi per breve tempo a Sestri Ponente. Incline all'avventura, ambizioso, sicuro delle proprie capacità, si prefisse di impadronirsi a fondo dell'arte della lavorazione dei cappelli; si recò perciò in Francia, allora all'avanguardia: a Marsiglia, poi a Aix-en-Provence, a Bordeaux, e di là a Parigi, ove lavorò presso la casa Berteil che produceva cappelli fini di castoro.
Tutte le fasi di lavorazione del cappello di feltro di pelo erano allora manuali. Le pelli, generalmente di coniglio, erano spuntate con le forbici e tagliate con un trinciante; l'operaio tagliatore poteva arrivare appena al kg di produzione giornaliera. L'attrezzatura di lavorazione era costituita dalla caldaia; dall'archetto, che con le vibrazioni di corde animali sfioccava e mescolava il pelo, formando le due falde del velo che, unite insieme, componevano l'imbastitura; dal tavolo, per la follatura.
Nel 1857 il B. tornò ad Alessandria, dove sposò Angela Prati, cognata del fratello Lazzaro, mediatore, in società col quale installò una modesta follatura, in via Schiavina, che impiegava dieci operai e produceva circa dieci cappelli al giorno. In seguito rilevò una piccola fabbrica e aprì, sempre ad Alessandria, un negozietto di vendita. Nel 1861 l'impresa "Borsalino Giuseppe e Fratello" occupava 60 operai e produceva 120 cappelli al giorno; nel 1876 il numero degli operai era salito a 180 e la produzione giornaliera a 410 pezzi. Nel 1874 aprì a Genova un'altra fabbrica per la produzione di cappelli a cilindro, che gestì fino al 1883; un'altra sua fabbrica, a Verona, tra il 1880 e il 1888 produsse cappelli di tipo più comune per l'esportazione. Le cure del B. però furono soprattutto rivolte ad ampliare la fabbrica di Alessandria, in via dell'Orto, e a specializzarsi nella produzione di cappelli di feltro di pelo, puntando, quasi subito e con successo, non tanto sul livello dei prezzi e su prodotti concorrenti con quelli di altre imprese, ma sulla differenziazione del manufatto per raffinatezza e qualità.
Il B. appartiene a quel gruppo d'imprenditori che, partendo da una esperienza di mestiere, riuscirono a creare una moderna e vasta organizzazione di fabbrica per la produzione di manufatti su scala industriale, in un'epoca in cui proprio la dimensione artigianale di gran parte delle imprese esistenti - nel cappellificio come in altri settori - costituiva un ostacolo quasi insormontabile all'introduzione delle macchine utensili. Nella produzione del cappello di feltro di pelo occorreva combinare le innovazioni, che si potevano conseguire con le macchine, alle esigenze qualitative dei prodotti, che richiedevano l'intervento di manodopera esperta. A partire dagli anni 1880, mentre la Francia perdeva il primato del settore, soppiantata dall'Inghilterra dove le tecniche di produzione erano in rapida trasformazione con l'uso generalizzato di macchine di varia specie, il B. fece prontamente ricorso alla meccanizzazione (arsone meccanico, macchine da cucire, ecc.), adattandole alle esigenze di una produzione di qualità e ponendo una particolare attenzione nella scelta dei capitecnici e nella formazione delle maestranze.
Le ragioni dello sviluppo della ditta dopo il 1880, vanno ricercate nella costante attenzione del B. alle scelte tecnico-organizzative all'interno dell'impresa; nella capacità che egli mostrò, in occasione di continui viaggi all'estero, sia nel reperimento delle materie prime che nello studio dei mercati e nella acquisizione della clientela; infine nella continua informazione su ogni possibile perfezionamento tecnico. Le esportazioni costituirono una parte sempre più importante del fatturato complessivo e il marchio "Borsalino" si assicurò un crescente prestigio a livello mondiale segnalandosi nelle principali esposizioni (Universale di Parigi, 1867; Barcellona, 1888; del Centro-America, Guatemala, 1897). Alla fine del secolo la ditta non era soltanto presente sui mercati europei, nord-americani e sud-americani, ma si era rapidamente introdotta nel mercato australiano, dal quale si riforniva anche di materia prima. Verso il 1896 impiegava 1.000 operai e produceva 1.360 cappelli al giorno; nel 1900 la produzione totale ammontava a circa 750.000 pezzi, di cui ben 450.000 furono esportati.
La condizione essenziale che permise lo sviluppo e l'efficienza dell'impresa fu rappresentata da un continuo reinvestimento dei profitti; il B. non fece ricorso in misura apprezzabile all'indebitamento per finanziare l'ammodernamento e l'ampliamento degli impianti, e poté quindi evitare di vedere ridotti i margini di profitto dagli oneri finanziari.
Le vedute del B. furono particolarmente innovative anche nel campo delle provvidenze che, nell'ambito stesso dell'impresa, si cominciavano ad adottare a favore delle maestranze. Forse influenzato dagli esempi osservati durante i suoi viaggi all'estero o dal grado di sviluppo cittadino del movimento mutualistico e operaio, mosso sicuramente dalla stessa ambizione che lo spingeva a realizzare una moderna organizzazione di fabbrica e da ragioni umanitarie, cui non era estranea la dura esperienza giovanile di lavoro, anticipando la stessa legislazione il B. istituì una Cassa pensione, una Cassa infortuni, una Cassa di previdenza per gli ammalati e costruì un educatorio per i figli degli operai.
Il B. morì ad Alessandria il 1º apr. 1900.
Bibl.: L. Ramenzoni, Il cappello e sua fabbricazione, Milano 1924, passim; La storia di un cappello, in Le vie dell'Italia e dell'America Latina, gennaio 1924, pp. 129-39; G. B.,1834-1934, Milano 1934; R. S., G. B., in Alexandria, II (1934), 9, pp. 274-76;G. Ragni, Per il centenario della nascita di G. B., in Riv. di storia,arte e archeol. … Alessandria, XLIII (1934), pp. 671-77; Omaggio al cappello, 1857-1957, Milano 1957, passim;per il movim. operaio loc., v. N. Basile, Socialismo in Alessandria, Alessandria 1964.