BOTTANI, Giuseppe
Figlio di Vincenzo e Clara Gherardi, nacque a Cremona nel 1717. Dopo essere stato a Firenze allievo di A. Puglieschi e di V. Meucci, nel 1735 si trasferì a Roma dove, alla scuola di A. Masucci, poté cogliere gli estremi frutti dell'insegnamento marattesco. A Roma operò fino al 1769 ottenendo riconoscimenti (commissioni dei Rospigliosi e, nel 1758, l'elezione ad accademico di S. Luca). Nel 1769, alla morte di G. Bazzani, gli fu conferita da Maria Teresa la nomina a direttore della sezione di disegno e pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Mantova. A Mantova il B. svolse la sua ultima attività e lì morì nel 1784 (Perina, p. 58 n. 14).
Non numerose le opere del periodo romano: del '45 la Partenza di s. Paola Romana per la Terra Santa, presso la Pinacoteca di Brera, e la Merca a Maccarese, del Museo di Roma; del '58 l'ovale con S. Gioacchino,s. Anna e Maria della chiesa romana di S. Andrea delle Fratte (bozzetto presso la Galleria dell'Accademia di S. Luca; di questo quadro esiste anche l'incisione del B. stesso: De Vesme, p. 478).A Pontremoli si conservano alcune opere degli anni romani: in S. Francesco la Madonna con santi (1756) e l'Assunta; in S. Niccolòl'Estasi di s. Francesco Saverio, firmata e datata 1757; in S. Giacomo l'Ascensione del 1764; nella cattedrale l'Assunta. Due Autoritratti - conservati rispettivamente a Pitti e a Brera - sembrano spettare al 1760-1765 circa. A Mantova nel 1775 dava disegni per sei altorilievi - realizzati plasticamente da Stanislao Somazzi - destinati a una sala dell'Accademia. Firmati e datati 1775 sono due Episodi dell'Odissea del Museo Civico di Pavia: due tele con lo stesso soggetto già nelle coll. reali inglesi risultano perdute (cfr. Levey). Firmate e datate 1776 sono le, due tele con Miracolo di s. Mauro, nella parrocchiale di San Benedetto Po, e S. Vincenzo Levita nella chiesa mantovana di S. Egidio (già in S. Vincenzo). All'ultimo periodo spettano il S. Vincenzo Ferreri, del Museo del palazzo ducale, e la Madonna e santi, datata 1779, della chiesa di S. Apollonia. Ricordiamo, presso una coll. privata, la Morte di Didone, la Nascita di Venere, menzionata dalle fonti antiche, Prometeo e varie cartelle di disegni (Perina); e Circe e Ulisse (Mantova, coll. privata), ricordata dal Lancetti come opera del periodo romano. Nel Museo di Cremona si conserva una Madonna;nel castello di Bogstad (Oslo) una Circe, citata dagli antichi autori, sembra spettare persuasivamente al B.; la Veduta di Livorno dal Santuario di Montenero, della Albright Art Gallery di Buffalo (N.Y.), già attribuita al Panini, è a lui restituita (Arisi). Il B. serbò anche nella sua attività più tarda un carattere spiccatamente romano e, con la sua opera e il suo insegnamento, contribuì all'affermazione del neoclassicismo in terra mantovana.
Nella Bibl. dell'Istituto di archeol. e storia dell'arte di Roma è conservato (ms. 4) un piccolo libretto di una trentina di fogli, evidentemente frammenti di album, con disegni quasi tutti anatomici a penna e a matita, oltre a scritte in caratteri greci ("Io Giuseppe Bottani ho fatto questo libro per mio servizio e... studio... la accademia del Nudo... En questo libro se racchiude tutta la notomia... cavata dalla notomia di Gioan Bologna e con la mesura del uomo cavata dall'Arretino...") ed ebraici. Una nota indica che è stato venduto ad Algeri nel 1897 alla vendita della vedova Laperlier.
Accanto al B. operò come pittore e incisore anche Giovanni (Cremona 1725-Parma 1804), che era successo nel 1784 al fratello come direttore dell'Accademia mantovana di Belle Arti (cfr.: Perina, pp. 58 nota 16, 59 nota 42); è ricordato non tanto per le sue mediocri tele quanto per il restauro dei dipinti del palazzo del Tè. Una Descrizione storica delle pitture del... Palazzo del Té..., edita a Mantova nel 1783, è in realtà opera di L. C. Volta, anche se porta il nome di Giovanni Bottani, che disegnò il ritratto di Giulio Romano nell'antiporta e dedicò il volumetto a Ferdinando Carlo d'Asburgo e Maria Beatrice d'Este che aveva commissionato l'opera.
Bibl.: Oltre alla bibl. in C. Perina, Considerazioni su G. B., in Arte lombarda, VI (1961), 1, pp. 51-59, si veda: G. B. Zaist, Not. istor. de' pittori... cremonesi, Cremona 1774, II, pp. 173 s.; V. Lancetti, Biografia cremonese, Milano 1820, II, pp. 526-529; C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova, Mantova 1857, I, p. 84; II, passim;P. Bologna, Artisti e cose d'arte e di storia pontremolesi, Firenze 1898, pp. 92-94; A. Boselli, Gli artisti pontremolesi, in Arch. stor. delle prov. parm., IV (1903), p. 147; A. De Vesme, Le peintre graveur italien, Milan 1906, pp. 478-480 (anche per Giovanni); M. Giuliani, Tre quadri di G. B., in Giorn. stor. della Lunigiana, VII (1915), pp. 149 s.; Catal. della vendita d.coll. d. principe... Rospigliosi, Roma 1931, pp. 21 s., tavv. 1 s.; Catal. della raccolta di quadri... di... don Girolamo Rospigliosi..., Roma 1932, pp. 25 s., 42, tav. 43; Invent. degli oggetti d'arte d'Italia, VI, G. Matthiae, Prov. di Mantova, Roma 1935, ad Indicem;L. Ozzola, La galleria del palazzo ducale di Mantova, Mantova 1946, ill. 64; E. Sestieri, Quadri "Rospigliosi" al Museo di Roma, in Capitolium, XXVII (1952), pp. 236-238; I. Faldi, in Il Settecento a Roma (catal.), Roma 1959, p. 65; S. Sinding-Larsen, Recently discovered paintings by Guardi..., in The Connoisseur, 1961, 6, p. 25; F. Arisi, Gian Paolo Panini, Milano 1961, p. 293; M. Levey, The later ital. pictures in the Coll. of H. M. the Queen, London 1963, p. 53; A. Peroni, Arte a Pavia. Salvataggi e restauri, Pavia 1966, pp. 97 s.; L. Bertocchi-G. C. Dosi Delfini, Lettere di pittori e scultori dei secc. XVII-XVIII, Pontremoli 1970, pp. 15 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., IV, pp. 411 s.