BRIGNONE, Giuseppe
Nato a Cuneo da Giovanni nel 1854, intraprese la professione di attore, che proseguì con al moglie Adelaide Andreani. Solo nella piena maturità costituì una compagnia, con P. Marchi Maggi, poi fece parte delle compagnie Mariani-Zampieri-Paladini e Sichel, recitando, da allora, accanto alla figlia Mercedes e, successivamente, al genero U. Palmarini.
Nel dicembre 1905-gennaio 1906 si presentò al Teatro Affieri di Firenze come direttore e caratterista della compagnia Mercedes Brignone e soci: in repertorio, fra l'altro, Tra due guanciali di A. Testoni rappresentato il 27 dicembre, Il nido altrui di J. Benavente il 28 dicembre (l'esecuzione fu giudicata coscienziosa ed efficace), Piccola fonte di R. Bracco il 30 dicembre, Romanticismo di G. Rovetta il 6 gennaio, Ferréol di V. Sardou il 7 gennaio, Fiamme nell'ombra di E. A. Butti il 26 gennaio e Cause ed effetti di P. Ferrari il 29 gennaio. Nel 1906-1909 entrò nella compagnia Calabresi-Severi distinguendosi ne Il ridicolo di P. Ferrari (Arena del Sole di Bologna, 1º giugno 1906); nel 1909-1911, al seguito della Andò-Paoli-Gandusio, apparve nella prima rappresentazione di Steeple-chase di G. Pozzi-Bellini (Teatro Valle di Roma, 10 maggio 1909) e di Molière e sua moglie di G. Rovetta (ibid., 18 maggio 1909), in Fra uomini e macchine di O. Bendiener (Teatro Alfieri di Torino, 17 sett. 1909), accanto al figlio Guido, e ne Il signor principe di U. Falena (Teatro Olympia di Milano, 26 sett. 1911); prese parte, nella compagnia Palmarini-Grassi Farulli (1912-1913), a La sorte di Cherubino di F. Pastonchi (Teatro Carignano di Torino, 27 apr. 1912) e comparve, per l'anno 1913-14, nella Palmarini-Grassi.
Lasciato improvvisamente il teatro nel 1917, si dedicò al cinema come caratterista. I suoi film più importanti, tutti girati a Torino per la casa di produzione Fert-Pittaluga, furono La casa dei pulcini di M. Camerini (1924), accanto ad A. Novelli, La fuga di Socrate del figlio Guido (stesso anno), Il carnevale di Venezia di M. Almirante (1926), con M. Jacobini, Il vetturale del Moncenisio di B. Negroni (stesso anno), con B. Pagano, I martiri d'Italia di D. Gaido (stesso anno). Il B., la cui attività si spinse, peraltro, oltre l'avvento del sonoro, vi appariva in parti di vegliardo e vi affrontava situazioni comiche o tragiche con il disinvolto mestiere dell'uomo di palcoscenico.
Consapevole dei propri limiti, discreto, appartato, sempre attento a non contraddire i gusti correnti del pubblico, cui d'altronde offriva un impegno minuzioso, fu l'interprete ideale di quei personaggi del teatro borghese in cui al perbenismo si alleava una saggezza facile e cattivante. Di lui N. Leonelli affermò che, "pur non emergendo in speciali creazioni, fu sempre di prezioso appoggio nelle compagnie cui faceva parte per il garbo e la cura della recitazione".
Morì a Torino il 16 luglio 1937.
Fonti e Bibl.: Vedi gli annunci e le recensioni sui quotidiani, tra cui La Nazione del 27-28, 29-30dic. 1905; 6-7, 7-8 genn. 1906; La scena di prosa di Milano dell'11 gennaio, 10 febbraio, 7 giugno 15906; 15 Maggio, 21 maggio, 24 sett. 1909; 30 sett. 1911; 23 marzo, 4 maggio 1912; 17-18 genn. 1913; Il Corriere italiano (Firenze) del 26 e 28 genn. 1906;oltre all'elenco del personale artistico della compagnia drammatica italiana Calabresi-Severi (triennio comico 1906-1909), si veda l'annuncio necrologico nella Stampa del 17 luglio 1937;N. Leonelli, Attori tragici - Attori comici, I, Milano 1940, p. 178; Enc. Dello Spett., II, col. 1110.