CAPOGRASSI, Giuseppe
Nacque a Sulmona il 21 marzo 1889 da Vincenzo e da Concetta Faraglia. La famiglia, insignita del titolo marchionale, era di antico lignaggio: nel XV secolo un Paolo Capograssi aveva tenuto la cattedra di decretali nell'università di Bologna. Il C. frequentò il ginnasio-liceo di Macerata e poi la facoltà di giurisprudenza dell'università di Roma, in cui si laureò nel 1911 discutendo con V.E. Orlando una tesi di diritto costituzionale sul problema dello Stato, divenuta poi il Saggio sullo Stato. Esercitò attivamente l'avvocatura, e nel 1915 fu assunto come segretario del Consorzio generale dei consorzi idraulici dell'Agro romano. Nel febbraio del 1924 sposò Giulia Ravaglia. Nel 1933, vincitore del concorso a cattedra di filosofia del diritto, fu chiamato all'università di Sassari; passò poi a Macerata, a Padova, a Napoli ed infine a Roma, presso la facoltà di scienze politiche.
L'opera del C., che, poco nota in vita per la scarsa diffusione dei suoi libri, è venuta acquistando dopo la sua morte una rilevanza sempre più definita nel panorama della filosofia giuridica italiana contemporanea, investe il problema stesso dell'esperienza umana e le sue implicazioni di ordine metafisico; lo stesso diritto altro non è, per il C., che un modo di conoscenza e di partecipazione integrale alla vita dell'azione, cioè dell'uomo. In questo, come in altri motivi della sua riflessione, emerge chiaramente il vichismo del C., giacché egli fu studioso attento del Vico, della cui opera diede una interpretazione, che si può ricollegare a quella elaborata dai pensatori cattolici napoletani dell'Ottocento. Accanto al Vico, l'altro autore che può considerarsi fondamentale per una comprensione storica della filosofia del C. è il Rosmini. Queste indicazioni primarie non escludono, beninteso, altre direzioni di ricerca nell'analisi dell'itinerario mentale percorso dal C; vanno ricordati ancora almeno i nomi di M. Blondel, per l'importanza conferita dal C. al concetto di azione, e di G. Schuppe per il concetto di esperienza.
L'attività del C. copre un arco di quarant'anni, e può essere distinta in tre periodi. Il primo periodo si apre con l'apparizione dell'articolo su Il ritornodi Silvio Spaventa (Rass.contemporanea, 10 ott. 1914, pp. 38-49), e comprende il Saggio sullo Stato, pubbl. a Torino nel 1918 con dedica a V. E. Orlando, le Riflessioni sull'autorità e la sua crisi (Lanciano 1921) e La nuovademocrazia diretta (Roma 1922); i tre libri sono stati ristampati nel primo volume delle Opere complete, e rappresentano un'ideale trilogia, in cui il C. sottopone a esame la crisi delle istituzioni e della coscienza politica negli anni del dopoguerra. Il terzo dei libri che abbiamo ricordato svolge una problematica relativa alle nuove forme di organizzazione sociale, che è contrassegnata da una eccezionale acutezza di visione, e che ha riacquistato unapregnante attualità negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
Con l'avvento del regime fascista, il C. lasciò da parte le indagini di natura politica, ed anzi impedì egli stesso la circolazione dei suoi libri, giacché in essi alcuni temi ed accenti potevano prestarsi ad equivoci di consonanza con le formulazioni ideologiche del nuovo regime; nei confronti del quale il C. mantenne sempre un freddo distacco, ponendo ogni cura nel riserbo e nella dignità di espressione dei suoi scritti, che vennero pubblicati tra il 1925 (un saggio sulla dottrina giuridica del Vico) e il 1942. In questo secondo periodo, che si apre col ricordato saggio vichiano, vengono alla luce tre libri, in cui prevale l'interesse filosofico-giuridico, e che compongono il secondo volume delle Opere. Essi sono l'Analisidell'esperienza comune (Roma 1930), gli Studi sull'esperienza giuridica (Roma 1939) e Il problema della scienza del diritto (Roma 1937); quest'ultimo assicurò l'autorità del nome del C. nell'ambiente degli studi giuridici, ed è considerato come l'opera più rappresentativa del suo pensiero. Allo stesso periodo appartengono i saggi sulla dottrina processuale di G. Chiovenda (1938) e sulla teoria generale del diritto di F. Carnelutti (1940 e 1941), divenuti meritatamente famosi fra i giuristi, ora accolti nel quarto volume delle Opere.
Il passaggio dal secondo al terzo periodo può essere segnato dalla conferenza pronunziata all'università di Roma nell'anno 1941 su Il significato dello Stato contemporaneo, argomento che preannuncia il ridestato interesse del C. per i problemi politici, ai quali dedicò diversi scritti di occasione nel 1945; fra questi, va ricordato l'articolo su Liberali e cattolici, in cui egli riaffermava la sua fede in un ideale religioso (nel senso di cristiano e di cattolico) della libertà.
Nell'ultimo decennio, compreso fra il 1945 e il 1955, apparvero altri importanti saggi del C. (poi raccolti nel quinto volume delle Opere), ma fece spicco fra essi la Introduzione alla vita etica, pubblicata prima a puntate sulla rivista Filosofia e poi in volume nelle edizioni della stessa rivista (1953), ristampata nel terzo volume delle Opere insieme agli Scritti postumi e inediti. Nel sesto volume delle Opere sono infine compresi gli scritti minori, fra i quali sono però anche i già citati articoli Il ritorno di S. Spaventa e Liberali e cattolici. Una scelta di Pensieri dalle sue lettere, pubblicate postume in volumetto per la memore pietà degli amici, può dare una impressione, sia pure mediata dalla pagina scritta, della straordinaria vivacità intellettuale, del vigore morale e della fascinosa umanità, che caratterizzarono da vivo la fisionomia ideale del Capograssi.
Nel 1948 venne eletto membro della I sezione del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, carica in cui venne successivamente confermato fino al 3 dic. 1955, quando per designazione del presidente della Repubblica, venne nominato giudice della Corte costituzionale.
Il C. moriva a Roma il 23 apr. 1956, lo stesso giorno in cui la Corte costituzionale dava inizio ai suoi lavori.
Le Opere sono state raccolte in 6 voll., a cura di M. d'Addio ed E. Vidal, Milano 1959. Sono rimasti esclusi alcuni piccoli scritti, di cui cfr. le notizie date in V. Frosini in G.C. (1961), ai quali va aggiunta la Nota a sentenza della Corte di cassazione di Roma del 9 genn. 1915, in Foro it., XL, (1915), 1, pp. 257-262. Inoltre: Pensieri dalle lettere, a cura di E. Opocher, Roma 1958. Sono stati ristampati a parte: Il problema della scienza del diritto, a cura di P. Piovani, Milano 1962; Incertezze sull'individuo, saggi a cura di S. Cotta, Milano 1969.
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