Capograssi, Giuseppe
Filosofo italiano (Sulmona 1889 - Roma 1956). Fu prof. (dal 1933) di filosofia del diritto a Sassari, Macerata, Padova, Napoli, Roma; dal dic. 1955 fu giudice della Corte Costituzionale. Si occupò, oltre che dei problemi dell’esperienza giuridica e dello Stato (Analisi dell’esperienza giuridica, 1934; Il problema della scienza del diritto, 1937), di problemi di etica e di gnoseologia ispirandosi a Blondel e a Rosmini (Analisi dell’esperienza comune, 1930; Introduzione alla vita etica, 1953). Sensibile ai problemi posti dalla filosofia europea del primo Novecento, specie francese, attratto dalla problematica della filosofia dell’azione, si formò attraverso la riflessione su Agostino e Vico, traendo dal secondo le intuizioni fondamentali della sua autonoma costruzione speculativa. Il suo storicismo, infatti, si sostanzia nel convincimento che il mondo dell’azione, oltre le intenzioni degli intelletti ‘solitari’, diriga le volizioni singolari degli individui attraverso l’immanente ubbidienza alle idee umane. Fra le opere maggiori Il problema della scienza del diritto (1937) indica i temi dominanti della sua riflessione. Postumi sono stati pubblicati Pensieri dalle lettere (1958), come anche la sua produzione raccolta in sei volumi di Opere (1959).