CAPPELLO, Giuseppe
Il C. appartenne ad un particolare periodo della cultura scientifica piemontese e, precisamente, a quello della dominazione francese sul Piemonte, lasciando traccia di sé nelle opere e in alcune ingegnose invenzioni, ma non nelle biografie ufficiali e private, per cui non risultano dati anagrafici sicuri. Con il ritorno dei Savoia il C. scomparve dalla scena e visse in miseria, come si rileva dall'unica traccia esistente e costituita dalla lettera di accompagnamento, datata 4 dic. 1824, con la quale tale G. Gaspare trasmetteva al presidente della R. Accademia delle scienze l'istanza del C. tendente a conseguire un sussidio in premio delle trascorse fatiche.
Probabilmente piemontese, e laureato in ingegneria, il C., cultore e appassionato di scienze fisiche, appartenne, in qualità di meccanico, alla R. Accademia delle scienze di Torino dal 1802 al 1818, collaborando attivamente all'attività scientifica dell'Accademia e presentando diverse soluzioni scientifiche di particolare interesse. Il 20 sett. 1803 presentò all'Accademia delle scienze un igrometro, da lui ideato ed eseguito con particolari accorgimenti che costituivano un perfezionamento di quello del De Saussure.
L'igrometro del C., come quello del De Saussure, era dei tipo "a capello", utilizzava cioè la proprietà, comune a molte sostanze organiche, di variare le dimensioni in relazione all'umidità relativa dell'aria. Per diminuire le possibili anomalie, che si potrebbero avere utilizzando un unico capello come il De Saussure, il C. usò tre capelli corti tesi, da un lato, da un pesetto e, dall'altro, avvolti sulla gola di una carrucola collegata con l'indice mobile di una scala graduata, cui erano trasmesse le variazioni di lunghezza.
Il 12 genn. 1803 l'Accademia delle scienze deliberò l'acquisto dell'igrometro ideato dal C. e corrispose, a tale fine, la somma di lire 120 all'ideatore.
Il C. ideò inoltre un particolare tipo di tacheometro, adoperando per primo i circoli dentati. Intagliando infatti intorno al lembo di un teodolite denti, o tacche, ad intervalli di un grado intero ed imprimendo, tramite uno speciale meccanismo divisore, al cannocchiale un movimento lento, il C. ottenne la indicazione sia dei minuti che dei secondi.
Il sistema venne denominato tmesitomico e sostituì quello precedentemente usato e chiamato tmesigrafico. La soluzione prospettata dal C. fu scientificamente approvata e l'Istituto tecnomatico di Parigi ordinò all'inventore due tacheometri per l'Ecole des ponts et chaussées e per l'Ecole des mines.
Il C., per uno dei due tacheometri, ideò anche un sistema di autoriduzione all'orizzonte, con il quale, qualunque fosse l'inclinazione del cannocchiale, era possibile leggere sempre sulla mira la distanza ridotta all'orizzonte, conseguendo tale risultato mediante l'installazione di una lente mobile nell'interno del cannocchiale, che faceva variare l'angolo diastimometrico in una determinata proporzione.
Il C. fu anche un pioniere della direzione a reazione degli aerostati avendo scoperto e sperimentato che, per dirigere orizzontalmente un pallone aerostatico, occorreva applicare all'apparecchio aerostatico una forza agente orizzontalmente e passante per il centro di gravità del sistema. Dopo aver studiato teoricamente il problema (cfr. il volumetto La direzione orizzontale dei palloni aerostatici,scoperta dall'ing. arch. C. G., Bergamo 1851), dimostrò la validità di quanto asserito realizzando un esperimento con due palloni, posti verticalmente l'uno sopra l'altro e congiunti tra loro.
Il pallone superiore era di taffetà pieno di gas idrogeno, mentre quelloinferiore, posto tra il pallone superiore e la navicella, era metallico di forma sferica e riempito di un altro gas, ma a pressione maggiore dell'aria atmosferica esterna. Il centro del secondo pallone coincideva con il centro di gravità di tutto il sistema aerostatico e, sulla superficie sferica, venivano praticati fori circolari muniti di valvole da poter aprire a volontà dell'aeronauta e distribuiti sul circolo massimo orizzontale della sfera. Mediante l'apertura di una delle predette valvole e la conseguente fuoriuscita del gas chiuso nel pallone metallico, il C. otteneva una pressione non equilibrata, generante una forza agente in direzione contraria a quella dell'efflusso, che faceva muovere il pallone e, con esso, l'intero sistema aerostatico. Il C. aveva, pertanto, ottenuto una forza applicata al centro di gravità del sistema aerostatico, che agiva orizzontalmente ed era perfettamente manovrabile dall'aeronauta.
Il C. poté realizzare sperimentalmente le sue invenzioni con l'aiuto dell'Accademia, il cui Consiglio di amministrazione, con decisione 9 giugno 1810, aveva approvato la costruzione di una grande baracca da dargli in uso e gli aveva concesso un alloggio. Negli anni successivi continuò così a studiare e a lavorare nell'ambito dell'Accademia, ma nel 1818 venne costretto a traslocare e ad allontanarsi per sempre dall'Accademia e dal mondo scientifico ufficiale.
Il C. fu particolarmente apprezzato e aiutato nell'opera di studio e di ricerca dal fisico A. M. Vassalli-Eandi, con il quale perfezionò anche un tipo di microscopio solare, che ingrandiva gli oggetti oltre novecento volte, e un particolare barometro, che era caratterizzato dalla riduzione della colonna barometrica e risultava quindi adatto ad applicazioni areonautiche.
Fonti e Bibl.: Mémoires de l'Acad. d. sciences de Turin, XIV (1905), p. 97; XVI (1809), p. 136; XXII (1816), p. 39; H. Carena, Description d'un nouveau baromètre pour les aeronautes, Turin 1812; A. M. Vassalli-Eandi, Historie météorol. des années 1807 et 1808, Turin 1510, p. 112.