CASSIOLI, Giuseppe
Figlio di Amos e di Lucrezia Chiari, nacque il 22 ott. 1865 a Firenze. Fu allievo del padre e dello scultore senese Tito Sarrocchi, a sua volta scolaro di L. Bartolini. Espose per la prima volta sue tele alla Promotrice di Firenze del 1884, e partecipò anche alle successive esposizioni dei 1885 e 1886 (studi di figure ed esercitazioni di carattere storico-letterario, come il Gilliat che uccide la piovra ispirato ai Lavoratori del mare di Victor Hugo). In quegli stessi anni aiutò il padre nella decórazione della sala monumentale del palazzo pubblico di Siena. Dedicatosi quindi soprattutto alla scultura, in essa diede le sue prove più significative. Nel 1887 vinse il secondo premio del concorso per il monumento a Donatello a Firenze; l'anno successivo gli fu assegnata la porta in bronzo di destra della facciata del duomo fiorentino, la cui esecuzione travagliata lo occuperà per dieci anni (messa in loco definitiva nel 1899: vedi Arte e storia, VII [1888], p. 270; XVIII [1899], p. 87).
Nel 1889 un bozzetto del C. fu tra i quattro prescelti dalla commissione per il monumento a Ugo Foscolo in S. Croce, e nello stesso anno gli fu assegnata la statua di Francesco Talenti per la loggia del Mercato Nuovo: opera che non ebbe però esecuzione. per mancanza di fondi; nel 1894-95 partecipò al concorso per le porte del duomo di Milano (vinto da G. Pogliaghi). Nel 1900 ebbe l'incarico di erigere il Monumento a Gioacchino Rossini in S. Croce, scoperto il 23 giugno 1902, ricco di voluti richiami a esemplari quattrocenteschi (L'Arte, V [1902], p. 346). Sempre a Firenze, suoi interventi di un certo rilievo sono alcune sculture sulla facciata del duomo, e le opere all'interno della chiesa neogotica dei SS. Sette Fondatori, costruita da Luigi Caldini (1901-1910). Fuori Firenze e per tutta la Toscana, il suo nome fu soprattutto legato ai monumenti funerari, di cui si hanno notevoli esempi a Livorno, Siena, Arezzo. In quest'ultima città, eseguì anche parte delle sculture sulla nuova facciata del duomo (bassorilievi sui portali laterali, e quattro delle cinque,statue che ornano il portale centrale: vedi Emporium, XXI[1910], pp. 473 ss.). Tra i suoi saltuari ritorni alla pittura, si ricordano (Thieme-Becker) le decorazioni per la sala grande della Borsa di Odessa.
Principali esposizioni: oltre alle già citate esposizioni della Promotrice di Firenze, partecipò al Salon di Parigi, 1885-1886; all'Esposizione Concorso V. Alinari, Firenze, 1900; all'esposizione della Associazione degli artisti italiani, Firenze, 1907-1908, 1908-1909, 1909-1910, 1910-1911. Tardo seguace della tradizione accademica toscana, il C. ebbe, accanto alla produzione di indirizzo monumentale in cui prevale la rielaborazione di motivi tardogotici o del primo Rinascimento, una copiosa attività di medaglista.
Morì a Firenze il 5 ott. 1942.
Fonti e Bibl.: Oltre ai catal. delle esposizioni citate si veda: A. R. Willard, History of Modern Italian Art, London-New York 1898, p. 431; A. Del Vita, Il duomo di Arezzo, Milano s.d., p. 76; A. De Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, p. 107; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 130.