CASTELLI, Giuseppe
Nacque a Livorno Vercellese (oggi Livorno Ferraris) in data imprecisata ma, con probabilità, ai primi del sec. XVIII e si stabilì a San Damiano d’Asti, ove trascorse gran parte della vita. Non è nota la formazione ma si sa che fu approvato ingegnere e architetto civile dall’università di Torino il 14 apr. 1730. A accertata, prima di tale anno, una ridotta attività locale consistente nell’ispezione ai lavori per la fontana della Caccia a Salasco e nell’erezione d’una casa di proprietà dell’abbazia di Lucedio nel 1724. Tre anni dopo (1727) progettò a diresse il rimodernamento della chiesa parrocchiale (a tre navate) di S. Giovanni Battista a Barge che crollò però nel corso dei lavori e fu rifatta da F. Gallo nel 1728 a nave unica. Nei documenti relativi il C. è già chiamato “ingegnere”. Occorre giungere al 1758 per avere altri dati sulla sua operosità d’architetto: del 10 giugno di quest’anno è un progetto per l’ampliamento del convento di S. Bernardino di Alessandria; mentre del 17 giugno 1762 sono i disegni preparatori del palazzo del comune di San Damiano, ultimato nel 1764. Nel frattempo il C. si occupò di opere d’arginamento dei corsi d’acqua locali, sia per ovviare ai danni delle piene sia per renderli utilizzabili al funzionamento di mulini e simili.
Così nel 1749 fomì al conte Tornielli di Novara disegni per imbrigliare il fiume Sesia nei comuni di Carpignano, Rosignano e Ghemme, e nel 1752 studiò, d’ordine regio, la correzione del corso dell’Arve tra Sallanche e Ginevra per renderlo navigabile. Contemporaneamente progettò e diresse, la costruzione delle saline di Conflans in Savoia, vale a dire un complesso imponente di canali, ponti, dighe, bacini, serbatoi, magazzini, forni, distillatoi ultimati nel ’56 e distrutti o trasformati al tempo dell’occupazione francese. Nel 1753, sempre per ordine del re, tracciò i piani d’una “Mandria” a Volpiano e Druento e l’anno seguente gettò sulla Stura, a Cuneo, un ponte a unica campata poi demolito. Nel frattempo continuò a tracciare, per comunità e privati, canali d’irrigazione e argini esplicando anche un’intensa attività di perito in controversie giudiziarie relative all’uso di risorse idriche (nel ’68 tra il comune di Cavallermaggiore e il principe Luigi di Carignano e poi per i comuni di Piscina, Pinerolo, Chivasso, Tigliole, Neive).
Al 1765 risalgono altri studi contro gli straripamenti del Tanaro a Santa Vittoria d’Alba.
L’ultima notizia documentata (11 maggio 1774) sul C. riguarda una copia della pianta del convento degli agostiniani ai S. Maria di Cussanio (Fossano). La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo a Livorno Ferraris, da lui iniziata, fu ultimata (nel 1778) dal figlio Filippo.
Il C. si spense a Torino nel giugno dell’anno 1776.
Un fratello del C., Francesco Andrea, ufficiale del reggimento di Mondovì, fu approvato architetto civile dall’università di Torino sulla base di un progetto di chiesetta campestre (Brayda-Coli-Sesia, p. 28).
Bibl.: F. Daneo, Il Comune di San Damiano d’Asti, Torino 1888, pp. 261-264; Id., Vite di Sandamianesi segnalati nelle scienze, lettere ed arti, Torino 1889, pp. 64-71; N. Carboneri, L’arch. F. Gallo, Torino 1954, pp. 164-168; L. Mallé, Le arti figurative in Piemonte, Torino 1962, p. 324; C. Brayda-L. Coli-D. Sesia, Ingegneri e archit. del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, p. 28.