CAVALLERA, Giuseppe
Nacque a Villar San Costanzo (Cuneo) il 2 genn. 1873, da Bartolomeo e Maria Antonia Bianco. Frequentò il liceo a Cuneo e i primi anni della facoltà di medicina all'università di Torino. Iscrittosi il 1ºmaggio 1894 al partito socialista, nel novembre 1895 fu costretto a lasciare il Piemonte a causa delle persecuzioni poliziesche a cui fu sottoposto per la sua milizia politica. Si trasferì a Cagliari, dove - come aveva stabilito la direzione del P.S.I. - avrebbe potuto continuare i suoi studi e allo stesso tempo dedicarsi alla propaganda socialista: in Sardegna il suo partito era pressoché assente. Il C. assunse subito il controllo della disorganizzata sezione socialista cagliaritana, da lui rappresentata al congresso del P.S.I. di Firenze nel 1896. Inizialmente svolse un'incessante azione propagandistica visitando i principali centri dell'isola, dove il partito era in qualche modo presente, al fine d'organizzare la classe operaia; questa prima fase della sua attività terminò con la costituzione della Lega dei ferrovieri sardi. Ravvisata la necessità d'un coordinamento a livello regionale dei vari gruppi locali, promosse il primo congresso regionale socialista, che ebbe luogo a Oristano nel 1897.
I temi di maggiore rilevanza dibattuti furono appunto quelli della ristrutturazione delle organizzazioni socialiste sarde, di una più efficace azione di propaganda, della necessità per il partito di prendere parte alle competizioni elettorali.
Nel settembre del 1897 il C. fondò a Carloforte la Lega di resistenza fra battellieri e stivatori. Fu questo il primo esempio in Sardegna di un'organizzazione operaia di resistenza, che servì da modello al nascente movimento operaio nel bacino minerario d'Iglesias.
Sciolta d'autorità nel 1898, la Lega rinacque poco tempo dopo sotto forma di società di previdenza, e su questo modello il C. costituì anche le leghe degli scaricatori del porto e dei pescatori di Carloforte. Giunto rapidamente a maturazione politica per opera del C., il proletariato di Carloforte s'impegnò a fondo nella lotta sindacale e politica, ottenendo discreti miglioramenti economici e condizioni di lavoro più umane ed eleggendo nel 1899 alcuni suoi rappresentanti al comune.
I successi che il movimento operaio e socialista andava ottenendo a Carloforte provocarono la violenta reazione delle forze conservatrici locali, che sfociò nell'agosto 1900 nell'arresto del C. e di diciotto lavoratori aderenti alle leghe e l'incriminazione di altri ventotto operai per associazione a delinquere, eccitamento all'odio di classe, truffa, estorsione, danneggiamento, sommersione di navi, violenze e minacce. Il tribunale di Cagliari assolse tutti gli imputati, eccetto il C., condannato a sette mesi di reclusione per eccitamento all'odio di classe. Riacquistata la libertà, egli volle modificare le strutture organizzative del movimento operaio di Carloforte per adeguarle a quelle ormai consolidate nel resto del paese. Nel 1901 costituì le Società riunite dei lavoratori del mare, una sorta di Camera del lavoro alla quale facevano capo tutte le organizzazioni di categoria. Per suo volere, sull'esempio dei marittimi di Carloforte, i minatori dell'Iglesiente si unirono in leghe di resistenza.
Al secondo congresso nazionale della Federazione minatori il C., che rappresentava cinque leghe sarde per un totale di circa 4.000 iscritti, fu relatore del quinto punto all'o.d.g.: "Organizzazione regionale". In quella sede - su sua proposta - fu decisa la costituzione del Comitato regionale sardo della Federazione minatori. Nel 1903, al secondo congresso socialista sardo, egli fu relatore sulla organizzazione economica del partito. Fu questo il momento di coronamento della sua attività di propagandista e di organizzatore della classe operaia della zona mineraria d'Iglesias. Alla fine del 1903 le organizzazioni di classe d'ispirazione socialista contavano fra i minatori oltre 10 mila aderenti; nel 1904 fu costituita la Federazione regionale dei minatori con sede in Iglesias; il C. fu nominato segretario.
La lotta di classe di quegli anni culminò nell'eccidio di Buggerru (4 sett. 1904), in cui morirono quattro lavoratori: in seguito a uno sciopero proclamato dai minatori per ottenere una riduzione dell'orario di lavoro, le forze dell'ordine, mentre era in corso un colloquio volto a comporre la vertenza fra il C. e il direttore della miniera, aprirono il fuoco sugli scioperanti che attendevano sulla piazza l'esito delle trattative. I fatti di Buggerru si ripercossero a livello nazionale con la proclamazione d'uno sciopero generale di protesta contro i metodi repressivi del governo.
Nel 1906, dopo circa un decennio di lotte, il partito socialista conquistò la maggioranza nel comune di Carloforte e il C. fu eletto sindaco. Candidato nel collegio d'Iglesias alle elezioni del 1909, non venne eletto (e i voti furono addirittura inferiori a quelli riportati nelle elezioni politiche del 1904). Le ragioni della sconfitta sono da ricercarsi, più che nel rilassamento dell'azione socialista, nei dissidi a livello personale insorti in seno alla federazione sarda. Nel 1910 il C. si trasferì quindi a Genova dove continuò la sua azione di militante socialista; fra l'altro promosse la costituzione di nuove organizzazioni operaie nella provincia di Cuneo e collaborò al giornale Il Lavoro. Nelle elezioni del 1913 i socialisti sardi lo vollero ancora come candidato nel collegio d'Iglesias e stavolta il successo personale e di partito fu notevole. Nel dicembre 1913, intervenendo alla Camera sul discorso della Corona, descrisse le misere condizioni dei lavoratori dell'isola e chiese l'intervento immediato e adeguato del governo.
In quegli anni il C. associò all'attività di parlamentare quella di sindacalista e di organizzatore delle lotte dei braccianti pugliesi. Volontario nella guerra 1915-18, vi partecipò col grado di capitano medico di marina. Nelle elezioni del 1919, a causa dell'opposizione di Angelo Corsi, che aveva assunto il controllo dell'ala riformista del partito nell'Iglesiente, il C. non ripresentò la sua candidatura in Sardegna, ma capeggiò la lista socialista nella roccaforte giolittiana, il collegio di Cuneo-Asti-Alessandria.
Il successo fu strepitoso: egli tenne testa a Giolitti con 10.000 preferenze e il P.S.I. con quattro deputati eguagliò il risultato dei liberali. Nei due anni seguenti il C. si dedicò più all'attività sindacale che a quella parlamentare. La scelta gli offrì l'occasione di riallacciare i legami col movimento operaio sardo, tantè che nel 1921 gli fu nuovamente offerta la candidatura nel collegio di Iglesias. Lotte di potere in seno al locale gruppo riformista ne impedirono l'elezione. Durante il fascismo il C. fu attentamente vigilato e dovette desistere dalla lotta politica. Esercitò fino al 1938 la professione di medico condotto nel comune di Anticoli Corrado. Poté reinserirsi nella vita attiva soltanto dopo la caduta del regime, quando, durante il primo ministero Bonomi, fu nominato commissario straordinario dell'Opera nazionale per la protezione della maternità ed infanzia. Di vasta portata fu la sua opera volta alla riorganizzazione e al potenziamento dell'Ente. Aderì al Partito socialista di unità proletaria e fu candidato all'Assemblea costituente. Nel 1948 fu eletto senatore per il Fronte democratico popolare nel collegio d'Iglesias con 29.728 voti.
Il C. morì a Roma il 22 giugno 1952 e fu sepolto a Carloforte.
Fonti e Bibl.:Arch. centrale dello Stato, Casellario polit. centrale, fasc. Cavallera Giuseppe; Arch. di Stato di Cagliari, Tribunale penale, verbali di dibattimento, vol.428; Imola, Bibl. comunale, Carte Andrea Costa (corrispond. fra A. Costa e G. C.); O. Morgari, Lettere dall'Italia sconosciuta, in Avanti!, 2, 5, 9, 13, 16, 21 apr. 1899; A. Boscolo, Lo sciopero di Buggerru del 1904, in Movimento operaio, VI(1954), n. 31 pp. 459-463; L. Nieddu, Appunti per una storia del socialismo in Sardegna, in Ichnusa (Sassari), 1956-1962 , nn. 13, 15, 17, 20, 27, 46-47; A. Corsi, L'azione socialista tra i minatori della Sardegna, Milano 1959, passim; Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, I, Milano 1968, sub voce; F.Manconi, Alle origini della lotta di classe in Sardegna. G. C. e i lavoratori del mare di Carloforte (1897-1901), in Movimento operaio e socialista, XVIII (1972), pp. 3-49, 195-241; G. Sotgiu, Lotte sociali e politiche nella Sardegna contemporanea (1848-1922), Cagliari 1974, ad Indicem;F. Manconi, Il PSIin Sardegna...,in F. Manconi-G. Merlo-G. Pisu, Storia dei partiti popolari in Sardegna (1890-1926), Roma 1977, ad Indicem;Id., G. C. e i lavoratori del mare di Carloforte (1897-1901), Cagliari 1977; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, I, Roma 1975, sub voce.