CERBARA, Giuseppe
Nato a Roma da Giov. Battista incisore di gemme, e dalla sua prima moglie, Margherita Fabrica, fu battezzato in S. Pietro il 15 luglio 1770 (Roma, Arch. dell'Accad. di S. Luca, vol. 116, n. 107). Dal 1791 è detto "incisore di camei" (Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Maria in Grottapinta, Stato delle anime, 1791).
Tra la Pasqua del 1792 e quella del 1793, all'età di ventidue anni, sposò Vincenza Gherardi, romana, più anziana di lui di una decina di anni, e andò ad abitare nel rione S. Eustachio, insieme con il vecchio nonno Pietro Paolo e i genitori. Quello stesso anno morì la madre Margherita. Nel 1793-94 nei registri della sua parrocchia è detto "incisore di Rami" (Ibid., S. Maria ad Martyres, Stato delle anime, 1793-94). Nel 1794 gli nacque il figlio Luigi. Dopo che il padre ebbe sposato in seconde nozze Barbara Cappelli, lasciò con la moglie e il figlio la casa di S. Eustachio per andare ad abitare nella parrocchia di S. Maria in Monterone, come risulta dal certificato di battesimo della figlia Anna Ermenegilda, nata nel 1796 (Ibid., S. Lorenzo in Damaso, Libro dei batt.,1796). Nell'anno 1798 si era già trasferito in via del Corso; la figlia Rosalinda risulta infatti battezzata in quell'anno nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina (Ibid., S. Lorenzo in Lucina, Libro dei batt., VI,1793-1810, f. 6). Dallo Stato delle anime di S. Lorenzo in Lucina (Ibid.,1799-1805) si sa che l'anno successivo la famiglia di "Giuseppe Cerbara, romano, incisore di camei" abitava ancora nella "strada del Corso, verso Gesù e Maria, da strada della Croce", Nel 1806 si trasferì con la moglie e le figlie Maria, Rosalinda, Luisa e Adelaide al n. 9 di piazza di Spagna, verso S. Sebastianello (Ibid., St. delle anime, 1806 ss.), dove abitò almeno fino al 1840 (Bulgari).
Il 13 ag. 1812 fu nominato, con sedici voti su ventidue, accademico di merito di S. Luca; in quella stessa seduta altri due incisori in pietra dura, G. Girometti e N. Morelli, divennero membri dell'Accademia. Fra giugno e novembre del 1821, dopo la morte di T. Mercandetti, avvenuta l'11 maggio 1821, il C. avanzò domanda al tesoriere generale dello Stato pontificio per essere nominato al posto del Mercandetti incisore delle medaglie annuali e di quelle cosiddette della Lavanda. In tale domanda, tra l'altro, il C. prometteva, se scelto, di aiutare la vedova del Mercandetti (Scerni, p. 6). Il 20 marzo 1812 il tesoriere generale decise che il C. venisse scelto insieme con G. Girometti come incisore camerale per la coniazione delle medaglie "occorrenti alla R. Cam, ma con alternativa fra loro, di modo che ciascuno debba eseguire tanto l'incisione delle Medaglie solite ad incidersi annualmente nella Festività dei SS. Apostoli quanto le altre, che nel corso dell'anno potessero occorrere e commettersi dal Governo" (ibid., pp. 6 s.); il 31 marzo fu stilato il contratto e già per il 1822 il C. iniziò la serie delle medaglie annuali. Il C. fu nominato da Leone XII anche incisore particolare dei sommi pontefici, e infatti nei Registri del Sacro Palazzo, in data 17 febbr. e 14 dic. 1826, 1º giugno 1827 e 3 maggio 1829 (Bulgari), sono riportati pagamenti per incisioni di stemmi e sigilli. Oltre che accademico di S. Luca, il C. fu socio di numerose accademie, tra cui si ricordano l'Accademia imperiale austriaca di Belle Arti (dal 1815), l'Accademia reale di Belle Arti di Anversa (dal 1825), la Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (dal 1831), l'Accademia fiorentina di Belle Arti (dal 1834).
Nel 1850 sorse una controversia fra il C. ed il Girometti per l'esecuzione della medaglia annuale che, secondo il rigido principio dell'alternanza, toccava in quell'anno al primo. Ma il Girometti, che non aveva potuto coniare la medaglia del 1849 per i rivolgimenti politici di quell'anno, ottenne dal Commissariato generale della R. Camera apostolica di preparare lui i coni del 1850. Il C. eseguì invece la medaglia annuale ancora nel 1851 e, per l'ultima volta, nel 1853. Essendo nel frattempo morto il Girometti, al C., ormai unico interessato all'accordo del '22, per i lavori del 1853 veniva corrisposto un compenso dimezzato (Scerni, p. 9). Nel 1855, nell'udienza del 24 gennaio, il papa concedette all'incisore ormai ottantacinquenne un assegno vitalizio di scudi 20 mensili (ibid., p. 10). Subito dopo un dispaccio del ministro delle Finanze, comunicava allo stesso che "da Sua Santità gli veniva concesso il riposo... con l'annua pensione di scudi 240" (Roma, Arch. dell'Acc. di S. Luca, vol. 116, n. 107). Il C. morì in Roma il 6 apr. 1856. Il 27 giugno dello stesso anno veniva commemorato in una seduta dell'Accademia di S. Luca (Ibid., n. 8253). Nel 1906, in occasione del 50º anniversario della sua morte, Scipione Bonfily e fratelli, eredi del C., fecero dono all'Accademia di S. Luca di una ricca raccolta di coni, medaglie e strumenti di lavoro del loro avo (Il Popolo romano, 1º giugno 1906; Arch. dell'Acc. di S. Luca, vol. 191, nn. 1, 38). Nella biblioteca della stessa Accademia è conservato un ritratto del C. di mano di G. B. Biscarra.
Come incisore di coni per la zecca papale, durante il pontificato di Leone XII, il C. firmò le doppie d'oro dell'anno I, gli scudi d'argento dell'anno II, i doppi zecchini degli anni III e V, oltre ai mezzi baiocchi del 1826. Preparò coni anche per le monete battute dalla zecca di Bologna. Al tempo di Pio VIII fu affiancato in questa sua attività dal fratello Nicola e da C. F. Voigt. Dal pontificato di Pio VII a quello di Pio IX firmò la serie delle medaglie annuali coniate in alternanza col Girometti. Nel 1823 iniziò la serie delle medaglie della Lavanda. Ultima sua opera è detta una medaglia eseguita nel 1854 per Pio IX, recante al dritto la figura seduta del Papa ed al rovescio Porta Pia restaurata (Roma, Arch. dell'Accad. di S. Luca, vol. 116, n. 107). Oltre che per i pontefici, egli lavorò anche per alcuni municipi dello Stato e per i governi esteri. Delle sue opere di glittica esiste presso l'Archivio dell'Accademia di S. Luca in Roma (ibid.) un elenco inedito di quarantaquattro lavori, considerati, all'epoca della morte dell'artista, come i suoi più rappresentativi. Di questi, Milone Crotoniense, Minerva Medica, Testa coronata di Giove, Testa di Aretusa, Ebe, oltre ad una Danzatrice, dovevano essere stati incisi prima del 1808 perché sono illustrati e descritti da V. Colizzi Miselli nelle Memorie encicl. romane (III [1808], pp. 151-154). Nella stessa rivista (V [1810], pp. 31 s.) è illustrata e descritta un'onice a tre strati con Amore e Psiche che era stata acquistata per la "Dattiloteca del Signor Cavalier Mallia Consigliere di Stato, addetto all'ambasceria di Russia presso la Corte di Vienna". Nella collezione del Museo di Roma sono conservate novantadue impronte in pasta vitrea di lavori del Cerbara. Altri trentotto calchi di sue opere sono nella coll. Cades (Roma, Ist. archeol. germanico, Catal. T. Cades, II, ll. 69-70, nn. 629-666). Sei lavori originali sono conservati a Vienna (Kunsthistorisches Museum: cfr. F. Eichler-E. Kris, Die Kameen...,Wien 1927, pp. 610 s., nn. 612-616, tav. 77). Un cammeo in onice raffigurante Livia è nel Museo nazionale di Firenze.
Le opere del C. rivelano accuratezza di disegno e finezza di modellato, ma talora ricadono nel manierismo. Nelle medaglie predilesse le composizioni fortemente chiaroscurate, con rilievo notevolmente accentuato, come si può vedere da talune vedute architettoniche o paesaggistiche da lui riprodotte.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Maria in Grottapinta, Stato delle anime. aa. 1771-1792; Ibid., S. Maria ad Martyres, Stato delle anime, aa. 1793-95; Ibid., S. Lorenzo in Lucina, Stato delle anime, aa. 1799 ss.; Ibid., ibid., Libro dei battesimi, VI(1793-1810), f. 6; Ibid., S. Lorenzo in Damaso, Libro dei battesimi, a. 1796; Roma, Arch. dell'Accad. di S. Luca, vol. 59, p. 14v; vol. 116, n. 107; vol. 191, nn. 1, 38; Kunstblatt, XVIII (1837), 40, p. 160; 58, p. 238 (descrive monete e medaglie); E. Martinori, Annali della Zecca di Roma, nn. 23-24, Roma 1922, passim; M. Missirini, Memorie per servire alla storia della Romana Accad. di S. Luca…,Roma 1823, p. 465; A. Patrignani, Le medaglie di Pio VII…, Pescara-Chieti 1930, pp. 218 s., 221; Id., Le med. di Leone XII, Catania 1933, pp. 27-31, 42, 48, 50, 53, 55, 58, 64, 69, 75, 80, 85; Id., Le medaglie di Pio VIII, Catania 1933, pp. 19, 22, 31, 41; E. E. Clain Stefanelli, Italian Coin Engravers since 1800…, Washington 1965, ad Indicem; F.Bartolotti, La medaglia annuale dei romani pontefici da Paolo V…, Rimini 1967, ad Ind.; J. Fischer, Sculpture in miniature, The A. S. Chiechanowiecki Coll. ..., Louisville, Ky., 1969, nn. 278, 280-282; N. Scerni, "...Conalternativa fra loro..." G. C. e G. Girometti incisero le medaglie annuali...,in Soldi, gennaio 1972, pp. 5-10; S. De Caro Balbi, Le med. del Museo centrale del Risorgimento…, in Medaglia, II(1972), 3, pp. 13, 15; Id., Un accademico di merito di S. Luca: G. C., ibid., IV(1974), 8, pp. 23-32 (con docc.); F. Panvini Rosati, Il medagliere, in L'Acc. naz. di S. Luca, Roma 1974, pp. 369-385; L. Lunelli, Premio gregoriano della Pontificia Accad. dei Virtuosi…,in Medaglia,VII(1977), 13, pp. 52-55; L. Forrer, Biographical Dict. of Medallists, I, London 1904, p. 385; VII, Suppl., ibid. 1923, p. 171; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 291; C. G. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, I, Roma, Roma 1958, p. 275.