CHECCHIA-RISPOLI, Giuseppe
Nacque a Sansevero (Foggia) il 21 apr. 1877 da Giovanni Checchia e Caterina Rispoli. Il padre gli trasmise l'amore per gli studi naturalistici, seguiti all'università di Roma, dove, si laureò in scienze naturali, con una tesi in geologia, nel 1900. In contraddittorio con il suo relatore, sostenne allora l'età triassica dei calcari della "Punta delle pietre nere" sul Gargano; gli studi successivi confermarono l'interpretazione del giovane studioso. Trascorso un periodo come geologo volontario presso l'Ufficio geologico d'Italia, si trasferì nel 1905 all'università di Palermo, come assistente di G. Di Stefano che fu suo maestro in paleontologia; ivi conseguì la docenza in geologia e paleontologia nel 1908 e tenne l'insegnamento della geografia fisica per cinque anni. Tornato a Roma, vinse il concorso per geologo all'Ufficio geologico e fu poi promosso geologo capo. Dal 1925 tenne l'incarico di paleontologia nell'università di Roma.
Nel 1926 vinse la cattedra di geologia dell'università di Cagliari donde passò, dopo due anni, a quella di paleontologia a Roma; qui nel 1935 assunse la cattedra di geologia e la direzione dell'istituto. Dopo le vicissitudini belliche tornò alla paleontologia. Sposò in quel tempo Margherita Fraccacreta.
La morte lo colse nel suo istituto, il 30 ott. 1947 nel giorno in cui, per limiti di età, avrebbe dovuto lasciare il suo posto.
L'opera scientifica del C. comprende 185 pubblicazioni di argomento geologico e paleontologico e quattro fogli della Carta geologica d'Italia al 100.000, pubblicati, mentre un altro è rimasto incompiuto. Essa può essere divisa in tre cicli principali, oltre a contributi di argomento vario (geomorfologico, paleontologico, ecc.).
Un primo ciclo comprende lo studio geologico e paleontologico della Capitanata con particolare riguardo al Gargano. Le geologia e la fauna fossile della regione, quasi sconosciute in quel tempo, vi sono illustrate in modo ancora oggi sostanzialmente valido. Nel Gargano, nella Daunia e nelle isole Tremiti, indicò per primo o precisò l'età dei terreni del Terziario e del Cretacico e descrisse le facies plioceniche. I quattro fogli pubblicati restano a documentare la sua valida opera di geologo. Della fauna studiò, oltre ai Foraminiferi - specialmente Alveoline, Nummuliti ed Orbitoidi -, un'interessante faunula a Pteropodi, pettini, crostacei, ittiodontoliti, un molare di Elephas antiquus, ma soprattutto si occupò degli Echinidi eocenici e miocenici, in particolare Clypeastri e Spatangidi, dei quali fece conoscere le complesse strutture.
Il secondo ciclo, svolto durante il periodo palermitano, comprende un'intensa attività dedicata allo studio dei terreni del Cretacico e del Terziario della Sicilia e in particolare dei grandi Foraminiferi fossili che li caratterizzano; di questi il C. studiò le strutture e definì le posizioni sistematiche, tanto da essere considerato tra i pionieri in questo campo; egli prese parte attiva e costruttiva ai vivaci dibattiti sui connessi problemi stratigrafici e paleontologici con numerosi lavori tra i quali spiccano quattro monografie. Di questi problemi egli non smise mai di occuparsi ed ebbe così modo di precisare il valore stratigrafico dei Foraminiferi studiati e di correggere attribuzioni cronologiche di terreni del Terziario pugliese e siciliano.
Contemporaneamente continuava gli studi sugli Echinidi che lo portarono alla pubblicazione di quella monografia in sei parti, Gli Echinidiviventi e fossili della Sicilia, che costituisce il primo contributo di grande impegno in quello che sarà il campo preferito di lavoro di tutta la sua vita. L'echinologia fossile costituisce infatti il terzo e più importante ciclo della sua attività di studioso. Due fondamentali lavori sui Clypeastri miocenici della Calabria, dei quali descrisse le complicate strutture dell'endoscheletro, interpretandole in chiave sistematica e filogenetica, consolidarono la sua fama di echinologo. Vennero poi una collana di lavori sugli Echinidi cenozoici della Cirenaica e un'altra collana sulla fauna maestrichtiana della Tripolitania. Di questa ultima studiò Molluschi (Lamellibranchi e Gasteropodi), comprendenti tra l'altro un genere e nove specie nuovi ed anche un nuovo genere di Pristidae; ilgruppo più importante però è rappresentato dagli Echinidi che comprendono una quarantina di specie, per la maggior parte non conosciute prima nella regione; in esse distinse diciotto specie ed un genere, nuovi per la scienza. Sottili ricerche sulla struttura dell'apparato apicale, sul peristoma, sull'ornamentazione delle placche della corona e sull'endoscheletro, accrescono l'interesse scientifico di questi lavori.
Interessanti contributi alle conoscenze paleontologiche della Sardegna sono la descrizione di una nuova specie di trilobite del Cambriano sardo con considerazioni sul genere Olenopsis e tre lavori di echinologia, in cui sono illustrate cinque specie di Stolonoclypeus, delle quali tre nuove, due specie nuove di Clypeaster ed una di Trachyspatagus. Per il Lazio studiò una nuova forma di Pecten del Miocene di Ripi (Frosinone) e, per gli Echinidi, alcuni Rhabdocidaris, con particolare approfondimento per la specie Rh. remiger (Ponzi) del Monte Vaticano (Roma) ed un nuovo Psammechinus del Pliocene di Anzio (Roma). Altre due specie di Echinidi, di cui una nuova, aveva descritto per il Cenomaniano del Sinai. Negli ultimi anni della sua attività si dedicò completamente alla vasta collezione di Echinidi fossili della Somalia, raccolta dalla missione dell'A.G.I.P. (1936-39) a lui affidata: al momento della morte aveva già dato alle stampe tredici lavori.
Nei suoi studi, sempre accuratissimi, descrisse complicate strutture di grande interesse diagnostico e si occupò di dirimere questioni di sistematica e di stratigrafia; illustrò faune fossili, italiane ed africane, fino ad allora sconosciute; basti ricordare i ben sedici generi e le duecentoventinove specie da lui istituiti. La sua fama di echinologo resta indiscussa; ebbe continui e richiesti scambi di idee con i maggiori specialisti in questo campo, che lo tennero in conto di valoroso collega ed amico; da citare per tutti Th. Mortensen, P. De Loriol, J. Cottreau e J. Lambert, che fecero spesso riferimento ai suoi lavori di cui apprezzavano il valore.
Accanto all'insegnamento, tra gli impegni del C. primeggiava la cura e il potenziamento delle collezioni geologiche e paleontologiche del museo annesso all'istituto e da lui ordinato, che furono purtroppo gravemente danneggiate, dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale. Era socio (corrisp.) dell'Accademia dei Lincei; della Società Reale di Napoli; dell'Accademia Peloritana di Messina; dell'Accademia Gioenia di Catania; della Società di scienze naturali di Palermo. È stato presidente del Comitato geologico del Cons. naz. delle ricerche; vice presidente della Società geologica italiana.
Nell'elenco degli scritti del C. si distinguono, per comodità di studio, tre cicli di ricerca. Paleontologia: Gli Echinidi viventi e fossili della Sicilia, in Paleontographia Italica, XII (1906), pp. 85-95 (1 tav.); XIII (1907), pp. 199-231 (4 tavv.); XXII (1916), pp. 221-28 (1 tav.), 229-42 (3 tavv.); XXIII (1917), pp. 55-77, 79-92 (2 tavv.); Osservazioni sulla morfologia interna dei Clipeastri e loro classificazione,ibid., XXVI (1920), pp. 57-73 (1 tav.); Illustrazione dei Clipeastri miocenici della Calabria, in Mem. per servire alla descrizione della Carta geologica d'Italia, IX (1925), pp. 9-75 (24 tavv. e 21 figg.); Nuove osservazioni sulla struttura interna dei Clipeastri, in Paleontographia Italica, XXIX (1923), pp. 25-29 (1 tav.); Su alcuni Clipeastri miocenici della Calabria, in Atti della R. Accademia delle scienze fisiche e matem. di Napoli, s. 3, I (1939), pp. 3-16 (3 tavv.); Fauna del Neocretacico della Tripolitania. Echinidi, in Mem. per servire alla descriz. della Carta geol. d'Italia, VIII (1921), 2, pp. 3-31 (3 tavv.); Illustrazione degli Echinidi cenozoici della Cirenaica, in Boll. d. R. Ufficio geol. d'Italia, LI (1926), 13, pp. 1-10 (1 tav.); 17, pp. 1-13 (4 tavv.); LII (1927), 3, pp. 1-6 (1 tav.); 9, pp. 1-18 (5 tavv.); LIV (1929), pp. 1-10 (1 tav.); Su alcuni Echinidi cretacei della Tripolitania, in Memorie della R. Accademia d'Italia, cl. di sc. fis., matem. e naturali, III (1932), pp. 1-14 (2 tavv.); Echinidi regolari del Maestrichtiano della Tripolitania, in Boll. d. R. Ufficio geol. d'Italia, LVII (1932), 3, pp. 1-16 (2 tavv.); Echinidi cretacei della Tripolitania,ibid., LVIII (1933), 9, pp. 7-29 (5 tavv.); Gli Echinidi del Pliocene di Anzio, in Mem. per servire alla descriz. della Carta geol. d'Italia, IX (1923), pp. 7-29 (5 tavv.); Sopra alcuni Stolonoclypeus del Miocene medio della Sardegna, in Boll. d. R. Ufficio geol. d'Italia, LIII (1928), 3, pp. 1-21 (3 tavv.); Illustr. dei molluschi maestrichtiani della Tripolitania, in Boll. d. Soc. geol. ital., LIII (1934), pp. 111-20 (1 tav.), 183-94 (1 tav.); LIV (1935), pp. 41-49 (1 tav.).
Il secondo ciclo riguarda i lavori sugli Echinidi della collezione A.G.I.P. (Somalia 1936-39): Osservazioni su alcuni generi di Antillasterinae, in Rend. d. R. Accad. d'Italia, cl. di sc. fis., matem. e nat., s. 7, II (1941), 6, pp. 388-93; Sul genere Pseudopygurus Lambert,ibid., pp. 870-74; Migliorina,nuovo genere di Echinide dell'Eocene della Migiurtinia,ibid., III (1942), pp. 305-09 (1 tav.); Osservazioni su alcuni Pseudodiademinae,ibid., IV (1943), pp. 317-21; Brissoidi eocenici della Migiurtinia, in Memorie della Reale Accademia d'Italia, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali s. 6, XIV (1943), pp. 99-111 (3 tavv.); Di due nuovi generi di Echinidi del Cretaceo della Somalia, in Boll. d. Ufficio geol. d'Italia, LXVIII (1945), pp. 81-90 (2 tavv.); Su alcuni Echinidi eocenici della Migiurtinia,ibid., LXX (1947), pp. 21-41 (2 tavv.); Sul genere Brissopatagus Cotteau, in Rend. d. Acc. naz. d. Lincei, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 8, II (1947), pp. 516-20 (1 tav.); Salenia Hawkinsi,nuovo Echinide del Cenomaniano della Somalia,ibid., IV (1948), pp. 169-72 (1 tav.); Pygasteridi del Cenomaniano della Somalia,ibid., pp. 278-84; Monografia degli Epiaster della Somalia italiana, in Mem. d. Acc. naz. dei Lincei, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 8, I (1948), 1, pp. 1-23 (2 tavv.); Su alcuni Pseudodiademinae del Cretaceo della Somalia,ibid., II (1950), 1, pp. 1-15 (1 tav.).
Lavori di geologia: quattro fogli della Carta geologica d'Italia al 100.000 (F. 157, Monte Sant'Angelo; F. 156, San Marco in Lamis; E 155, San Severo; F. 164, Foggia); La serie nummulitica dei dintorni di Termini Imerese, in Giorn. di scienze naturali ed econ. (Palermo), XXVII (1908-09), pp. 53-137, 177-210 (9 tavv.); La serie nummulitica dei dintorni di Bagheria(Palermo),ibid., XXVIII (1911), pp. 107-86 (7 tavv.); Sull'Oligocene dei dintorni di Campofiorito(Palermo),ibid., pp. 281-300 (1 tav.); Osservazioni geologiche sull'Appennino della Capitanata,ibid., XXIX (1912), pp. 105-16; XXX (1913), pp. 45-53; XXXI (1914), pp. 277-84; Osservaz. geologiche..., in Boll. d. Soc. geol. italiana, XXXV (1916), pp. 31-42; XXXVI (1917), pp. 79-98 (8 tavv.); Sui terreni terziari inferiori del versante settentr. delle Madonie, in Mem. per servire alla Carta geol. d'Italia, VI (1916), 2, pp. 7-110 (9 tavv.); L'Eocene dei dintorni di Roseto Valfortore, in Boll. del R. Comitato geol. d'Italia, XLVI (1916), pp. 155-264 (10 tavv.); Osservaz. geol. nei dintorni di Biccari, in Mem. d. R. Acc. d'Italia, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 6, XIII (1942), pp. 829-35 (3 tavv.); Nuovi dati su di una formazione miocenica dell'Italia merid., in Boll. d. Ufficio geol. d'Italia, LXVIII (1945), 1, pp. 73-79 (2 tavv.); Nuove osservaz. geologiche sulla serie attraversata dal fiume Celone(Capitanata), in Rend. d. Accad. naz. d. Lincei, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 8, I (1946), 2, pp. 151-55.
Bibl.: Necr.: G. D'Erasmo, G. C.-R., in Rend. Acc. di sc. fis. e mat. di Napoli, s. 4, XV (1947), pp. 1-11; G. Maxia, In mem. del prof. G. C.-R., in Boll. d. Soc. geol. ital., LXVI (1947), pp. XV-XXXII (con elenco delle pubblicazioni); Id., In mem. del prof. G. C.-R., in Boll. d. Servizio geol. d'Italia, LXXI (1947-49), pp. 35-50; G. D'Erasmo, G. C.-R., in Rend. d. Accad. naz. dei Lincei, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 8, XXII (1957), App., pp. 14-26 (con el. d. pubbl.); G. D'Erasmo-G. Maxia, G. C.-R., Firenze 1957 (con intr. di G. B. Dal Piaz e con elenco delle pubblicaz.).