COLOSI, Giuseppe
Nato a Petralia Sottana (Palermo) il 29 marzo 1892 da Eugenio e da Rosa Sottile, ebbe per maestri due zoologi piemontesi ben noti anche negli ambienti scientifici di altri paesi: E. Giglio-Tos a Cagliari e D. Rosa a Firenze, sedi universitarie dove il C. compì i suoi studi superiori. Giunto a soli trentaquattro anni alla cattedra universitaria, fu successivamente professore di zoologia e anatomia comparata a Camerino nel 1926 e a Siena dal 1926 al 1929, poi di anatomia comparata a Napoli dal 1929 al 1938, di zoologia e anatomia comparata a Pisa dal 1938 al 1940, di zoologia a Firenze dal 1940 al 1963; emerito poi dal 1963 a Firenze.
Il C. debuttò nella ricerca biologica con uno studio anatomico ed istologico su una nuova specie di Gasteropode Opistobranco runcinide (Osservazioni anatomo-istologiche sulla Runcina calaritana n. sp., in Memorie della R. Accademia delle scienze di Torino, XI-VI [1915], pp. 1-35), ma il suo successivo lavoro di analisi si rivolse soprattutto, per due interi lustri, alla sistematica e alla anatomia dei Crostacei (Eufausiacei, Misidacei, Decapodi) e dei Molluschi (Pteropodi, Testacellidi, Limacidi, Arionidi): nello studio di tali gruppi raggiunse una buona reputazione di specialista. Ma è certamente per la influenza di D, Rosa, sostenitore di una originale teoria dell'evoluzione per cause interne, la ologenesi, che il C. si appassionò ben presto ai grandi problemi della biologia generale, della evoluzione e dei meccanismi evolutivi. Alla teoria ologenetica, che diventò il motivo dominante del suo pensiero scientifico, egli cercò di portare contributi basati soprattutto sulla conoscenza morfologica, sistematica e biogeografica dei Crostacei e dei Molluschi.
Nacquero così alcuni lavori assai significativi: una memoria che propone una nuova classificazione delle regioni geografiche marine in chiave ologenetica (Studi di biogeografia, I. Per una classificazione delle regioni zoogeografiche marine, Firenze 1919) e i vari contributi sui cosiddetti paralielismi morfologici (Un caso di parallelismo morfologico negli Eufausiacei, in Monitore zoologico italiano, XXVIII [1917], pp. 41 -48; La realizzazione delle forme nel sistema dei Gasteropodi, in Natura, XII [1921], pp. 41-49; Iparallelismi morfologici, in Atti dell'Accad. dei fisiocratici di Siena, X [1928], pp. 365-375).
Il termine di parallelismo morfologico si riferisce a fatti assai spesso ravvisabili con lo studio morfoanatomico di un gruppo: quando - ad esempio - in tutte e due le famiglie di un certo ordine, opponibili per due caratteri A e B, si ravvisano due generi distinti per due caratteri subordinati a e b, ed entro i quattro generi così individuati (Aa, Ab, Ba, Bb) si riconoscono otto specie opponibili due a due per gli stessi caratteri specifici α e β (Aaα, Aaβ, Abα, Abβ, Baα, Baβ, Bbα, Bbβ). Questo stesso concetto trovò successivamente conferma nella cosiddetta legge delle serie omologhe nella variazione di N. I. Vavilov e negli studi di M. Novikov (Das Prinzip der Analogie als Grundlage der vergleichenden Morphologie, in Acta X Kongr. Intern. Zool. Budapest [1927], Budapest 1929, pp. 301-321). Il C., per suo conto, ravvisò in constatazioni siffatte una conferma della evoluzione per cause interne, per cui accade che l'apparizione delle diverse forme organiche non sarebbe un risultato del caso, ma una attuazione matematica delle possibilità di cui dispone la materia vivente.
Un secondo principio di morfologia generale, del pari dovuto al C., è quello della regolarizzazione della simmetria, ripreso poi da F. T. Lewis negli Stati Uniti (A Note on Symmetry as a Factor in the Evolution of Plants and Animals, in American Naturalist, LVII [1923], pp. 5-41).
Partendo dalla distinzione fra simmetria e organizzazione interna, e simmetria di massa, apparente all'esame esterno, il C. rilevò che se alla simmetria di organizzazione primitiva, bilaterale, si sùvrappone - nella ontogenesi e nella filogenesi - una organizzazione dissimmetrica, questa dissimmetria viene invariabilmente compensata dal raggiungimento di una simmetria di massa che può essere di grado superiore a quella primitiva e con essa non coincidente. Classico, nella ontogenesi, l'esempio degli Echinodermi, in cui la simmetria di massa dell'adulto, pressocché raggiata, viene raggiunta dopo che le larve - dapprima perfettamente bilaterali per massa e organizzazione - hanno attraversato fasi di sviluppo con profonda dissimmetria.
Un terzo principio generale enunciato dal C. è di carattere ecologico: sulla base di un esteso studio comparativo dei dispositivi respiratori principali e secondari degli animali, egli giunse a una generalizzazione che, prima di lui, non era stata mai chiaramente documentata ed esplicitamente ammessa, e cioe che l'acqua è il medium respiratorio originario e costante in tutti i gruppi animali, sia terrestri sia acquatici. È, questa, la "legge" che egli indica come "costanza del medium respiratorio" (L'acqua medium respiratorio, in Boll. della Società dei naturalisti di Napoli, XXXVII [1925], pp. 193-214; Über die Kostanz des respiratorischen Mediums…, in Zoologischer Anzeiger, LXXVII [1928], pp. 106-112) e che estende successivamente come "legge della costanza del medium vitale esterno".
Tutti gli organismi animali - egli argomenta - nei dispositivi strutturali con cui prendono rapporto con il mondo esterno, rivelano la loro origine acquatica e marina; un concetto su cui il C. insisterà per molti anni con ricchezza di argomentazioni.Altri contributi sig nificativi del C. alla biologia generale sono contenuti in un'ampia esposizione critica della teoria rosiana dell'evoluzione (La teoria dell'ologenesi nella concezione moderna dell'evoluzione, in Atti della XXIV riunione della Società italiana per il progresso delle scienze, Roma 1936, pp. 201-242) e soprattutto nell'opera Gli organismi e il mondo esterno (Firenze 1945), che rappresenta un originale tentativo di sintesi nel campo dell'ecologia generale, sempre tuttavia ispirato dalle vedute ologenetiche.
Ma l'opera maggiore del C. è senza dubbio Zoologia e biologia generale (Torino 1956; 2ª ediz., ibid. 1967), un trattato in cui si esprimono pienamente la grande padronanza dei dati di una letteratura vastissima e l'originalità dell'autore nel valutarli.
Assai pregevole dal punto di vista didattico, perché chiaro e limpidamente illustrato con disegni originali, il trattato è stato libro di testo per generazioni di studenti universitari e ottima fonte di consultazione per i ricercatori.
Il C. si è distinto altresì per le sue opere di divulgazione naturalistica, Scritte sempre in uno stile piano, limpido e assai elegante, tra cui notevoli Fauna italiana (Torino 1933), Organismi e vita (Milano 1935), Le meraviglie del mare (Torino 1941), e non trascurabili sono alcuni aspetti della sua critica al neodarwinismo, cui si era dedicato negli ultimi anni di vita (Di alcune difficoltà del neodarwinismo, in Rend. dell'Accad. nazionale dei Lincei, classe di scienze fisiche matematiche e naturali, s. 8, XXVII [1959], pp. 20-25).
Il C. fu socio di molte accademie; e nel 1966 gli fu conferita la medaglia d'oro per i benemeriti della cultura, della scuola e dell'arte. Morì a Firenze il 20 ott. 1975.
Oltre a quelli citati nel testo, ricordiamo i seguenti scritti del C.: Nota preliminare sui Misidacei raccolti dalla R. Nave "Liguria" nel 1903-1905, in Boll. della Soc. entomologica italiana, XLIX 0 917), pp. 1-11; Raccolte planctoniche fatte dalla R. Nave "Liguria" nel viaggio di circonnavigazione del 1903-1905, in Crostacei, III, oxicefalidi, II, Firenze 1918, pp. 207-226; Note sui Pteropodi Tecosomi, in Monitore zoologico italiano, XXIX (1918), pp. 79-87; Crostacei Decapodi raccolti nella Somalia dai dottori Stefanini e Paoli, ibid., pp. 100-108; Alcuni Crostacei Decapodi raccolti nel Mediterraneo dalla R. Nave "Washington", ibid., pp. 178-181; Ricerche anatomo-istologiche sugli Eufausiacei. L'apparato sessuale di Nematoscelismegalops G. O. Sars, Roma 1919; Zwei Grundsätze über die Verwirklichung der Formen, in Biolologisches Zentralblatt, XLV (1925), pp. 309-315; I Parallelismi morfologici e la realizzazione delle forme viventi, Firenze 1950, pp. 13-43.
Fonti e Bibl.: Accademia nazionale dei Lincei, Biografie e bibliografie degli accademici lincei, Roma 1976, pp. 235-237; L. Pardi, G. C. Discorso commemorativo pronunciato nella seduta ordinaria del 14 maggio 1977, Roma 1977 (con ampia bibliogr. alle pp. 13-17).