DALLA NAVE (Della Nave), Giuseppe
Figlio di Francesco, nacque a Parma l'8 aprile 1685; fu fratello dell'architetto Edelberto e con lui operò in più di una occasione.
Dopo la morte del fratello (1742), il D. fu eletto massarolo dei comune (carica che era stata rivestita anche dal padre).
Le notizie che si hanno sul D. e sulle sue opere sono molto limitate. Impegnato nella realizzazione di apparati minori effimeri come aste e candelotti per processioni (sovente tra il 1721 e il 1744: cfr. Scarabelli Zunti, ff. 57, 57 bis), il D. realizzò i quattro stendardi raffiguranti le Arti per la festa del Corpus Domini del 1738, nonché opere non meglio precisate, con altri artisti, per l'entrata a Parma del duca Carlo di Borbone nel 1732.
Svolse inoltre attività di restauro intervenendo nel 1721 sul dipinto della cappella dei SS. Fabiano e Sebastiano nella cattedrale (Testi, 1934) e nel 1727 sugli affreschi della cupola nella chiesa della Steccata (Scarabelli Zunti., f. 58).
Eseguì anche opere di propria invenzione: decorazioni nella cappella dei SS. Fabiano e Sebastiano sono citate da Testi (1934, p. 62) e Farinelli-Mendogni (1981, p. 52); la volta della camera dell'Anzianato con i Santi protettori della Comunità e la Vergine Assunta gli è attribuita in documenti trascritti dallo Scarabelli Zunti (f. 59).
Nel 1722-23 lavorò nell'oratorio di S. Tiburzio, edificato dal fratello, ed eseguì pitture a fresco e ad olio (ibid., f. 58; Parma, Archivio del Comune, Autografi illustri, b. 4396, fasc. 5). Esse vengono talora attribuite a Clemente Ruta, artista del quale il D. potrebbe essere stato scolaro; l'Assunta e gli Evangelisti ancora visibili vengono riferiti da Dall'Aglio (La Diocesi di Parma, Parma 1966, p. 115) e Farinelli-Mendogni (1981, p. 91) a Giovanni Gaibazzi. Il pittore, però, li cita espressamente come suoi nel documento suddetto insieme ad un Padre Eterno ed angeli, ad una S. Cecilia, a figure dipinte sulla cantoria e ad un quadro ad olio raffigurante S. Francesco per una cappella.
Nel 1730 dipinse nella chiesa della Steccata i pennacchi del coro, la medaglia sopra la scala dei cappellani ed un'altra nel corridoio verso nord, ricevendo il compenso di 20 doppie di Spagna (Testi, 1922, p. 96). La Ceschi Lavagetto (1982) gli attribuisce anche la decorazione delle paraste del coro dei cavalieri.
Non si conoscono altre opere dell'artista e solo si può segnalare che Felice da Mareto (Chiese e conventi di Parma, Parma 1978, p. 161) ricorda come eseguite "da G. M. Dalla Nave, discepolo di Giovanni Bolla" le pitture della volta della distrutta chiesa di S. Lorenzo Martire.
Il D. morì a Parma nel 1757, come si ricava da un documento trascritto dallo Scarabelli Zunti (f. 57), in cui sua cognata Angela Oddi è autorizzata a "conseguire il pagamento dell'intero soldo del Trimestre dal suddetto Giuseppe defunto incominciato e non finito".
Fonti e Bibl.: Parma, Soprintendenza ai Beni artistici e storici: E. Scarabelli Zunti, Documenti e mem. di belle arti parmigiane, VII, ff. 57-59; A. Ronchini, La Steccata di Parma, in Atti e mem. d. R. Deputaz. di storia patrza per le prov. modenesi e parmensi, I (1863), p. 46 n. 3; L. Testi, La Madonna della Steccata in Parma, Firenze 1922, pp. 96, 155, 228; Id., La cattedrale di Parma, Bergamo 1934, pp. 61 s.; L. Farinelli-P. P. Mendogni, Guida di Parma, Parma 1981, pp. 82, 90; P. Ceschi Lavagetto, in S. Maria della Steccata a Parma, Parma 1982, pp. 216 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, p. 366 (sub voce Nave, Giuseppe [dalla]).