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DE BEGNIS, Giuseppe

di Cecilia Campa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 33 (1987)
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DE BEGNIS, Giuseppe

Cecilia Campa

Nacque a Lugo di Romagna nel 1793. Si avvicinò alla musica dall'età di circa sette anni, studiando con un ecclesiastico Bongiovanni, e successivamente con il famoso cantante P. Mandini. Prese poi lezioni anche dal compositore Giovanni Morandi, marito della cantante Rosa Morandi. Esordì al teatro di Modena nel carnevale del 1813 cantando come secondo buffo nel Ser Marcantonio di S. Pavesi. Prese così a viaggiare esibendosi in molte città dell'Italia settentrionale e centrale. Fu dapprima a Forlì, poi a Rimini ed a Siena, in occasione dell'inaugurazione del teatro degli Accademici Rozzi e più tardi ancora a Ferrara, Badia, Trieste, Mantova, Roma, Milano, Bologna, sempre distinguendosi in modo particolare, come nota il Fétis, "dans les róles de bouffè non-chantant".

Questo periodo, il più denso di attività in Italia, lo vide presentarsi con grande successo alla Scala di Milano nel dicembre del 1815 per la prima esecuzione de L'eroismo in amore, libretto di L. Romanelli, musica di F. Páer, accanto a C. Bonoldi (Arbace), M. Marcolini (Arpalice), impegnato nella parte di Megabise. Nella stessa stagione, il 6 genn. 1816, cantò sempre al teatro alla Scala, con L. Correa, M. Marcolini e con C. Bonoldi nella cantata di J. Weigl su testo di V. Monti Il ritorno d'Astrea in prima esecuzione. Il 17 febbraio vi interpretò, con la stessa compagnia, Ginevra di Scozia, libretto di G. Rossi, musica di S. Mayr. Nell'autunno dello stesso anno il D. sposò a Bologna Giuseppina Ronzi, allora già celebre cantante, insieme alla quale, prima della separazione matrimoniale ed artistica, prese parte a numerose interpretazioni, soprattutto di opere di Rossini e Donizetti. Il D. eccelse comunque nei ruoli rossiniani, spesso affidatigli in prima ese cuzione. Celebre è la dedica al D. da parte del compositore di Pesaro del personaggio di Dandini nella Cenerentola, una delle sue interpretazioni più riuscite. La prima della Cenerentola (25 genn. 1817 al teatro Valle di Roma) non mancò però di suscitare polemiche, che il Radiciotti riporta per esteso nella sua monografia rossiniana.

Il Ferretti scrisse: "I virtuosi che eseguirono quest'opera furono... Giuseppe De Begnis (Dandini), che si era sposato poc'anzi con Giuseppina Ronzi ed aveva il sistema, cantando, di urlare come un energumeno"; sempre riportato dal Radiciotti, il redattore della cronaca musicale della Galleria teatrale nota: "Nelle prime quattro sere i virtuosi, stanchi dalla difflcoltà della musica e dalle prove ripetute, non poterono dare il giusto colorito a questo portentoso lavoro; ma in seguito, fino all'ultime sere, il piacere è stato vivissimo, e l'entusiasmo generale e deciso... Il signor Begnis vi si è distinto assai, precisamente quando ha moderata la sua voce bella, ma talvolta forse molto vibrata per il teatro Valle...".Ancora durante tutto il 1818 il D. rimase in Italia: il 10 giugno egli fu infatti a Pesaro nella Gazza ladra, insieme con la moglie Giuseppina, con A. Ferri, A. Curioni, R. Remorini, M. Cavara, ed ancora nella stagione di carnevale del 1819 l'Allgemeine musikalische Zeitung dà notizia di un'altra sua interpretazione dell'opera rossiniana a Macerata. Ma sempre dalle cronache dell'Aligemeine apprendiamo di una presenza della coppia di cantanti in occasione della riapertura del Théátre des Italiens di Parigi con i Fuorusciti di F. Päer nel gennaio dello stesso 1819; il D. e la moglie decisero infatti di proseguire la loro carriera all'estero. A Parigi cantarono ancora, nel 1819, il 5 maggio nella Pastorella nobile di Pietro Alessandro Guglielmi.

Circa questa esecuzione, il corrispondente dell'Allgemeine scrive: "Dem Bassisten Debignis (buffo cantante), dem Manne der Prima Donna, fehlt es weder an Stimme, noch an Spiele, wolil aber dem lebendigen Hauche, der beydem Interesse vermag". Il 28 luglio dello stesso anno il D. cantò nel Matrimonio segreto, e l'anno successivo si presentò ancora nel Turco in Italia ("Unter alien aber zeichnet sich, und zwar in dieser Rolle zurn erstenmale. Debegnis als leidtragender Ehemann aus; er singt gut und mit reiner, kräftiger Stimme, und spielt, besonders in der Scene, wo er unter der Maske eines alten Weibes seine Frau auf dem Maskenballe sucht, mit recht ergötzlicher Komik" (ibid., 1820).

Da Parigi i due cantanti passarono a Londra, ma per la stagione del carnevale 1821-22 il D. apparve al teatro Comunale di Bologna ne La gazza ladra accanto a C. Bortolotti Magotti, A. Bonfigli.

Il debutto londinese dei D. avvenne, con lo stesso Turco in Italia, nell'estate del 1822 (1 coniugi si erano trasferiti in Inghilterra nella primavera di quell'anno) al King's Theatre nella parte di Selim. Il Radiciotti cita (II, p. 26) una recensione del corrispondente londinese dell'Allgemeine relativa ad una rappresentazione del 13 dic. 1823: "Da molti anni l'aspettazione degli amatori inglesi non è stata così viva quanto in questa stagione, in cui si trovano riuniti in una comune attività artisti come la Colbran, la Pasta, la Ronzi-De Begnis e, tra gli uomini, i tenori Garcia e Curioni, il basso De Begnis, il m°Rossini ecc. Come si vede, i talenti non mancano e posso assicurare che non mancano neppure i mezzi per remunerarli..." ; subito dopo, il Radiciotti riporta i compensi apparsi sul Quarterly Musical Magazin.I due cantanti avevano preso parte anche alla esecuzione in forma di oratorio da concerto del Mosè in Egitto di Rossini, dato a Londra il 30 genn. 1822, al Covent Garden. Da allora il D. fu sempre presente agli avvenimenti del mondo musicale inglese partecipando attivamente a varie iniziative private e pubbliche, tra cui anche feste musicali ed accademie, riscuotendo un caldo successo. Tra gli incarichi più salienti furono, durante la stagione, del 1823, quello della direzione dell'opera di Bath e di quella di Dublino.

Nello stesso 1823, il 21 aprile, cantò nel sestetto dal Così fantutte "Allabella Despinetta" ed il 10 settembre si esibì nell'Otello di Rossini (dalle cronache dell'Allgemeine). Se si esclude una piccola nota del 6 apr. 1825 dello stesso periodico di Lipsia circa una esibizione a Faenza nell'Elisa e Claudio di S. Mercadante, ed un'altra del 30 maggio 1827 circa una sua prestazione a Loreto nella Matilde di Shabran, in Camilla e nella Locandiera di G. Farinelli, poco si sa dell'attività del cantante fino al suo esordio a New York ne IlBarbiere di Siviglia il18 sett. 1838.

Il trasferimento negli Stati Uniti fu definitivo. Vi rimase infatti fino alla morte, per colera, avvenuta a New York il 10 ag. 1849. Negli Stati Uniti ampliò le sue attività tentando anche quella impresariale, ma in questa iniziativa egli non ebbe successo. Si dedicò allora all'attività concertistica e nel 1848 si esibì anche come pianista. Il pubblico e la critica americani furono profondamente colpiti dalla sua personalità artistica, che consideravano come quella di uno dei più grandi buffi di tuttì i tempi anche alcuni anni dopo la sua scomparsa. Sull'Italian-American History di G. E. Schiavo è possibile leggere un giudizio del critico Richard Grant White circa il cantante:

"Among the artists of reputation who were known in New York in the second quarter of this century, there was not a more remarkable figure than that of Signor Giuseppe De Begnis, who was indisputably the great "buffo" of his time. He was a singer of the old Italian school, had been thoroughly trained in music from his childhood up, and would have been an accomplished artist even without his vocal gifts and his comic opera. With him, buffo-singing did not mean buffoonery, and he thought great scorn of those who descended to low tricks to promote laughter... By a mere look he sometimes produced an irresistibly comical effect; and altrough his voice was rich and smooth, its inflections conveyed ludicrous ideas with a delicacy and quickness which pierced his audiences with laughter. His principal operas were "II Barbiere" and "Il Fanatico per la Musica"".

Fonti e Bibl.: Notizie in Allgemeine musikal. Zeitung, XXI (1819), pp. 141, 248, 303, 506, 808; XXII (1820), pp. 472, 513; XXIV (1822), p. 618; XXV (1823), pp. 564, 597, 602; XXVII (1825), p. 233; XXIX (1827), p. 375; G. Radiciotti, G. Rossini; vita docum., opere ed influenza su l'arte, I,Tivoli 1927, pp. 272 ss., 336; II, ibid. 1928, pp. 25 s.; G. E. Schiavo, Italian-American History, I, New York 1947, pp. 310 s.; J. L. Caussou, G. Rossini, Parigi 1967, p. 101; H. Wainstock, Rossini, a Biography, New York 1968, pp. 72 s., 87. 89, 135, 421, 497, 500; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Milano 1964, Cronologia, p. 26; Due secoli di vita musicale - Storia del teatro Comunale di Bologna, a cura di L. Terzini, II, Bologna 1966, p. 25; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, p. 447; A. Reissman, Musikal. Conversations-Lcxicon, Berlin 1877-80; C. Schmidi, Dizionario universale dei musicisti, I, p. 418.

Vedi anche
Galli, Filippo Cantante (Roma 1783 - Parigi 1853). Debuttò come tenore a Napoli nel 1801, ma poi, mutato il registro della sua voce, si affermò come basso. Dopo intensa e fortunata attività teatrale tra Europa e America, tenne la cattedra di declamazione al conservatorio di Parigi. Il fratello Vincenzo (Roma 1798 - ... Ròlla, Alessandro Ròlla, Alessandro. - Musicista (Pavia 1757 - Milano 1841). Celebre virtuoso e maestro di violino e viola, ebbe cariche alle corti di Parma e di Milano. Primo violino e direttore d'orchestra alla Scala (1803-33), dal 1808 insegnò al conservatorio di Milano. Fu maestro di B. Ferrara e E. Cavallini e, secondo ... Cimaròsa, Domenico Cimaròsa ‹-ʃa›, Domenico. - Musicista (Aversa 1749 - Venezia 1801). Di povera famiglia, orfano di padre a sette anni, fu accolto (1761) nel conservatorio napoletano della Madonna di Loreto come "figliuolo". Quivi studiò con G. Manna. A. Sacchini, F. Fenaroli e poi forse anche con N. Piccinni. Esordì ... Paisièllo, Giovanni Paisièllo ‹-ʃ-›, Giovanni. - Musicista (Taranto 1740 - Napoli 1816). Tra i più noti operisti della fine del 18° sec., Paisiello, Giovanni si formò a Napoli, dove visse e operò per la maggior parte della sua vita, eccetto due significative eccezioni: i soggiorni a San Pietroburgo (1775-84) al servizio ...
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de 〈dé〉 prep. [lat. de]. – Forma che assume la prep. di quando è seguita dall’articolo, sia che si fonda con questo (del, dello, della, ecc.), sia che si scriva divisa (de ’l, de lo, de la, ecc.) come talvolta nell’uso letter. (è comune,...
de auditu
de auditu locuz. lat. – Espressione corrispondente all’ital. «per sentito dire»: riferire de auditu. Anche, «per avere udito direttamente», nell’espessione giuridica testimone de visu et de auditu (v. de visu).
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