FESTI, Giuseppe de
Nacque a Trento il 29 marzo 1816 da Tommaso conte di Ebenberg e Braunfeld e da Angelica Benedetti. Avviato agli studi legali, li concluse ad Innsbruck nel 1838; nel gennaio dell'anno successivo fu assunto in qualità di ascoltante presso il tribunale di Trento, e nel 1843 fu qualificato alle funzioni di giudice civile e criminale. Nel 1845 abbandonava la carriera nella magistratura per passare a quella amministrativa, assumendo l'incarico di segretario del magistrato politico-economico della città di Trento.
Di idee liberali, fu in stretto contatto con gli esponenti del movimento patriottico che intendeva difendere l'italianità del Trentino. Scoppiata la rivoluzione del 1848, divenne uno fra i principali promotori dell'iniziativa, maturata presso il Municipio di Trento, di inviare un indirizzo al sovrano per sollecitare il distacco del Trentino dal Tirolo e la sua aggregazione al Lombardo-Veneto. Nella notte fra l'8 e il 9 aprile, mentre nel paese si dava attuazione al governo (commissariale) militare, egli venne arrestato insieme con M. Thun, G. Manci e P. Sizzo ed inviato come ostaggio prima ad Innsbruck e poi a Salisburgo. La revoca dell'arresto fu chiesta da una deputazione trentina al viceré con esito negativo e poi con risultato positivo al ministro Fr. von Pillersdorf: gli ostaggi furono così liberati alla fine di aprile. Nelle elezioni a doppio grado tenute il 30 aprile e il 7 maggio 1848 per la Costituente di Francoforte il F. venne eletto deputato per il distretto di Trento; si dimise perciò da segretario del magistrato politico-economico.
La deputazione trentina, composta da sei rappresentanti tutti di tendenze nazional-liberali e guidata da G. a Prato, raggiunta Francoforte alla fine di maggio, prese posizione nella Sinistra mediana della Costituente. Il 5 giugno il F. e gli altri deputati trentini presentarono al Comitato per gli affari internazionali la mozione con la quale si chiedeva che i due circoli di Trento e di Rovereto venissero sciolti da ogni legame con la Confederazione germanica. Nell'eventualità del rigetto di questa richiesta, il 25 giugno ne veniva presentata una seconda, con la quale si domandava alla Costituente di raccomandare al governo austriaco la disponibilità a concedere al Trentino l'autonomia politico-amministrativa. L'Assemblea votò il rigetto della prima mozione e dichiarò la seconda di competenza dell'Austria.
Nel giugno 1848 si tennero le elezioni per la Costituente austriaca ed il F. fu eletto deputato per Trento. Abbandonò perciò Francoforte per recarsi a Vienna, dove, a fine luglio, si aprì la Dieta dell'Impero.
Anche nella Costituente di Vienna, trasferitasi a Kremsier (Kroměřiž) nel novembre 1848, il F. si collocò nella Sinistra dello schieramento con G. a Prato, anch'egli nominato alla Dieta dell'Impero. In questa sede fu formulata e difesa la richiesta dell'autonomia separata per la parte italiana del Tirolo, congiunta all'impegno di collaborare al rinnovamento in senso liberale dell'Impero. Nella attività alle Costituenti il F. non si distinse per particolari iniziative in prima persona, ma per la cura con la quale tenne i contatti attraverso una fitta corrispondenza fra la deputazione trentina di Francoforte e Vienna - Kremsier ed il Comitato patrio, poi Società patriottica di Trento. A lui pervennero i voti e le memorie dei Comuni del Trentino perché venissero consegnati al deputato A. Fischer, incaricato dal governo di studiare una nuova organizzazione della provincia, e spesso si assunse l'incarico di rivolgersi ai ministri per sostenere le rivendicazioni e difendere gli interessi dei Trentini. A Trento fu uno dei protagonisti dell'adunanza del 28 nov. 1848, promossa dai Comitati patri, dove in forma plebiscitaria venne espressa la volontà di ottenere l'autonomia, separata dal Tirolo tedesco. Attento osservatore di tutti gli accadimenti legati alle Costituenti germanica ed austriaca, raccolse fra le sue carte (ora presso la Biblioteca nazionale di Firenze) appunti e documenti sulle istanze, le iniziative, le petizioni in favore del Trentino.
Dopo lo scioglimento della Costituente austriaca nel marzo 1849 il F. ritornò a Trento. Da questo momento non assunse incarichi pubblici di ritevanza politica. Svolse invece per diversi anni il ruolo di consigliere della locale congregazione di Carità. Autore di cronache dal Trentino per la stampa d'oltre confine, in particolare per L'Arena di Verona, fu presente nelle vicende significative per la difesa dell'italianità, come le campagne elettorali provinciali e nazionali. Nel 1866, a Milano, collaborò con I. Baisini e A. Ducati in una commissione per la futura organizzazione amministrativa del Trentino nell'eventualità della cessione all'Italia.
Morì a Trento il 17 marzo 1882.
Bibl.: Per una prima informazione, sufficienti: L. Marchetti, Il Trentino nel Risorgimento, Milano 1913, ad Ind.; P. Pedrotti, I fratelli Festi, estr. da Trentino, VI (1938); P.Pedrotti-E. Brol-B. Rizzi, L'azione parlamentare del Trentino nel 1848-1849 a Francoforte e a Vienna, Trento 1948, ad Ind.; G. Garollo, Dizionario biografico universale, I,Milano 1907, ad Indicem.